Oltre 15 milioni di euro sono stati raccolti con gli sms, ma ad oggi nessun comune terremotato ha ricevuto un solo centesimo. La causa? Per il capo della Protezione civile Franco Gabrielli la colpa è della burocrazia, che per assicurare la trasparenza, attraverso iter estremamente complicati finisce per tener bloccati tutti i soldi.
Tra l’altro, ad oggi nelle casse di Bankitalia ci sono meno di sette milioni di euro, neanche la metà dei soldi raccolti grazie agli sms di solidarietà. Come spiega Gabrielli infatti per molti dei soldi versati dai cittadini non si tratterebbe in realtà di versamenti ma di promesse di versamento. Per assurdo se uno dei donatori avesse un telefono con contratto di abbonamento che appoggia sul proprio conto corrente, esso potrebbe inviare più sms, chiudendo poi il conto prima che il gestore abbia prelevato il dovuto, in tal caso i soldi non esisterebbero.
A quel punto sarebbe l’operatore telefonico a dover intentare causa per recuperare il dovuto, ma sappiamo bene quanto in Italia possa durare una causa legale. Qui naturalmente ci troviamo al paradosso che per la burocrazia Italiana è però la normalità.