Un Buttafuoco di nome e di fatto quello che è intervenuto ieri al Tete per il ciclo “Incontri con l’Autore” realizzati dalla Circoscrizione Centro Storico e dall’Associazione Le Stelle Danzanti.
Lo scrittore e giornalista siciliano viene intervistato da Filippo Pederzini creando un dibattito su attualità, politica e cultura. Buttafuoco ama definirsi “artista” prima ancora di “intellettuale” e ha saputo ritagliarsi in questi anni un posto di prim’ordine nel dibattito culturale e politico contemporaneo.
L’autore de “Le Uova del Drago” e “Cabaret Voltaire” è pungente quando tocca temi attuali per poi trasformarsi in “poeta metaforico” quando descrive la sua Sicilia.
Catanese di origine, Buttafuoco vive stabilmente a Roma già da alcuni anni, ma rimane ancorato alla sua Terra , la quale viene richiamata costantemente nei suoi romanzi e nei suoi articoli. Arriva quindi puntuale il commento sul successo di Grillo e del Movimento 5 Stelle nelle ultime elezioni siciliane: “Grillo ha saputo coniugare alla perfezione, attraverso la rete, l’immagine della sua persona in tipico stile berlusconiano insieme con il porta a porta, le piazze piene, la polvere sotto le scarpe. Un successo vano ahimè… tanti voti per nulla”.
È un’Italia malata quella che disegna Buttafuoco quando dice che la nostra Nazione è solo “una casella remota dove qualcuno prima o poi arriverà”. Niente più umanesimo, niente più voglia di grandezza, solo rancori e caricature, di cui i vari Fiorito sono il più evidente risultato. E la deriva coinvolge soprattutto il mondo della destra politica e culturale a cui Pietrangelo Buttafuoco è sempre appartenuto. “Ci sono tante storie interessanti che andrebbero raccontate, ma manca l’entusiasmo e la fantasia. Ci sono spazi vuoti che sono stati riempiti da altri mentre la destra rimaneva a guardare. Manca la testa, lo slancio. Non vedo più ribelli con la voglia di stupire” afferma con un pizzico di malinconia.
Chi segue lo scrittore siciliano sa bene che il suo sguardo è spesso rivolto ad Oriente. Nel confronto con l’Europa Buttafuoco parla di identità e cita la Cina che issa la statua di Confucio a fianco di quella di Mao Tse Tung. “Sono convinto che i giovani d’oggi non sappiano nemmeno distinguere tra l’effigie di Dante Alighieri e quella di Virgilio. L’Italia ha perso la propria identità e l’idea che potremmo ancora essere Impero. L’Europa dal canto suo ha rinunciato ad una dimensione spirituale e ciò ci rende deboli di fronte all’Islam.”
Davanti a questo nostro popolo che esulta e commenta appassionato la vittoria di Obama negli Stati Uniti “non sa che in Cina adesso si sta riunendo il Partito Comunista per eleggere il nuovo leader. Sghignazzano alle nostre spalle i Cinesi, quando nascondono sotto al letto tanti bei dollari che piazzeranno prima o poi sul mercato, facendo inginocchiare l’Occidente. “ Il futuro è a Est.
Ma quale la soluzione a questo declino? Buttafuoco non ha dubbi “Siamo noi Italiani che abbiamo scoperto e inventato l’Oriente. Abbiamo un pozzo immenso da cui poter attingere e abbiamo più di altri l’obbligo di iniziare a dire qualcosa, di creare confusione.” Ma il futuro appare comunque incerto, cupo. E quindi che facciamo? “Contempliamo questo Occidente con sfumature di grigio che raccontano la morte della nostra Identità”. Oppure risorgiamo adesso, verrebbe da aggiungere.