Questa settimana ho voluto intervistare per voi il “Trio minchia”, trio radiofonico formato da Francesco Taranto, Gabriele Sanzini e Martino Migli, tre giovani speaker che nel 2008, a soli 17 anni, hanno iniziato la loro collaborazione con Radio Popolare, per poi passare nel Marzo 2012 a RTL102.5 accanto a Roberto Uggeri e Francesca Cheyenne a “Protagonisti”e, successivamente, a “Non-stop News”accanto a Max Viggiani. Oggi conducono “Miseria e nobiltà” ogni sabato e domenica, dalle 13:00 alle 15:00, accanto a Giorgio Ginex.
Un trio il loro tutto da scoprire, capaci di portare non solo in radio, ma anche in una semplice intervista (come avrete modo di leggere), una simpatia e una comunicazione spontanea ed efficace. Se mai aveste avuto dei dubbi su quale programma radiofonico ascoltare mentre siete in casa, in auto, in ufficio o in qualsiasi altro luogo, avete trovato quello che fa per voi…
Quando è nato il “Trio minchia” e perché avete scelto questo nome?
Francesco: E’ nato ufficialmente nel novembre 2008, ma le radici sono più lontane visto che siamo compagni di merende da quando portavamo ancora il pannolone. E il nome ci è stato appioppato in onda dai conduttori di Mentelocale, trasmissione di Radio Popolare. Non avendo purtroppo alcuna idea migliore per un nome ce lo siamo tenuti.
Gabriele: Anche perché ci han detto che “trio medusa” sia già in uso da altri…
Martino: Sì, alla fine ti ci abitui. Tra l’altro io non ho ancora capito se ci chiamiamo ancora così.
Tutti e tre avete iniziato a parlare in radio a 17 anni, com’è iniziata questa vostra passione?
Francesco: Per quanto mi riguarda è nata per caso, Martino e Gabriele ascoltavano spesso un programma su radiopopolare e una volta andati come ospiti gli chiesero se volevano fare gli inviati. E poi mi hanno a loro volta coinvolto, ma diciamo che il fatto di essere in grado di parlare in radio l’abbiamo scoperto facendolo.
Gabriele: Ah l’abbiamo scoperto? Nessuno mai che mi avvisa.. Per ciò che mi riguarda già nella culla mi facevano ascoltare la radio. E ora che ci penso molte cose si spiegano. Dall’ascoltarla a realizzarla il passo è veloce, soprattuo grazie alle radio locali e al grandissimo successo delle web/radio.
Martino: Il prequel parte da delle tavole di disegno geometrico. Gabriele ascoltava sempre questa trasmissione mentre si dilettava a tirar giù righe per una professoressa molto esigente (e non aggiungiamo altro) e poi me ne parlò a scuola. Sentimmo dei podcast insieme e alla fine maturammo la decisione di andare a trovare i due autori in studio. Come sono contento di me stesso: ho usato bene il verbo “maturare”.
Nel 2008 avete iniziato a collaborare con Radio Popolare come inviati, poi con un vostro programma notturno. Quanto è stata importante per voi questa esperienza?
Francesco: Dopo tre anni da inviati nel 2011 abbiamo fatto il programma notturno, ed è stata una conquista quella di avere uno spazio tutto nostro. E’ stato molto utile per imparare a gestirci i tempi in uno studio e non per strada da inviati. E poi essendo di notte avevamo ancora più carta libera sulle stronzate da dire!
Gabriele: Fondamentale. Il programma notturno ci ha insegnato a gestire i tempi radiofonici, cercando di non parlarci addosso, pratica nella quale ci presenteremo alle prossime olimpiadi.
Martino: Be’, molto. Io lo dico sempre e non mi stancherò mai di ripeterlo: in onda si sente chi viene da una radio dove si è fatto regia da solo. Avere confidenza con un mixer, costruire una scaletta e poi rispettarla è fondamentale per fare radio. Poi c’è chi dopo anni di lavoro il mixer non lo sa ancora usare, ma questa è un’altra storia. Quell’esperienza fu molto bella anche se prima molto sofferta, il direttore dei programmi ci mise dieci mesi a mandarci in onda, cosa mai avvenuta per una notturna (e ancora non capiamo il perché), ma poi piacque e quindi andò tutto liscio. Ecco devo dire che fare regia dietro un mixer, mi manca abbastanza oggi.
Quali sono, voce a parte, le tre caratteristiche necessarie per fare il vostro lavoro?
Francesco: Un buon orecchio, ironia, e l’immedesimazione negli ascoltatori.
Gabriele: Non prendersi mai sul serio, cercare di non essere mai banale anche se stai parlando dell’acqua calda, saper ascoltare chi è in onda con te.
Martino: Un buon orecchio?! Mah! No dai, serve anche quello. E sì, ascoltare molta radio, ma non solo in quella dove si vorrebbe lavorare, ma tutte. Tanto poi in quella dove vorresti lavorare non ti prenderanno mai.
Da Marzo 2012 lavorate a RTL 102.5, lavorando in una grande radio cosa è cambiato per voi?
Francesco: Sono cambiate diverse cose: che prendiamo dei soldi mentre prima era gratis, che parliamo 15 minuti massimo a puntata mentre prima anche 3 ore e che ci sentiamo dei professionisti invece che dei dilettanti.
Gabriele: Tutto! siamo riusciti alla nostra età a trasformare la grande passione per la radio in un lavoro che ci piace moltissimo. E ora possiamo pure offrire da bere alle ascoltatrici!
Martino: Io aggiungerei anche il rapporto coi colleghi. Paradossalmente se prima lavoravamo in una radio molto più piccola e meno ascoltata, venivamo trattati come gli ultimi della lista (anche dopo quattro anni). Da quando siamo qui dentro, ci sentiamo molto meno snobbati. Anzi, forse c’è troppo poco nonnismo!
Cosa consigliereste ad un ragazzo che sogna di fare il vostro stesso lavoro?
Francesco: Di provarci sapendo però che difficilmente sarà più figo di noi.
Gabriele: Consiglierei di ascoltare moltissimo la radio. Notte e giorno. E poi di cercarsi un altro mestiere! Amo il libero mercato, ma meno concorrenza c’è in giro, più vado a letto tranquillo.
Martino: Ho già fatto l’errore una volta consigliando delle mosse a tre ragazzi che ora si chiamano… ‘spetta… mi pare Giapappa o Gialappa’s…
Quali progetti avete per il futuro?
Francesco: Diventare famosi come i Beatles, cioè più di Gesù Cristo.
Gabriele: Se te lo diciamo giuri di non rivendere la notizia al New York Times?
Martino: Andare in pensione non dopo i quarant’anni.
C’è qualcosa che in radio non potreste mai dire? Se si ditelo qui, non vi censuriamo.
Francesco: Che abbiamo una pagina facebook, “il trio minchia”, sulla quale se mettete Mi piace vi sentirete senz’altro meglio!
Gabriele: Si, che a volte il conduttore che state sentendo in radio, che fa battute, ride, legge i vostri messaggi e annuncia canzoni, ecco, proprio lui, in realtà si sta rompendo i coglioni indecorosamente.
Martino: Insultare apertamente gli ascoltatori. Non tutti eh, buona parte.
Fate un invito ai nostri lettori.
Francesco: Ah, ci sono dei lettori?
Gabriele: Quando tornate a casa date una carezza ai vostri figli e dite che ve la manda il Trio. È un po’ troppo?
Martino: Datemi degli euri!