Sono stati arrestati questa mattina dai carabinieri di Reggio Emilia con la collaborazione dei Comandi della provincia di Modena, a Carpi e a Mirandola, i tre sinti che lo scorso 10 gennaio avrebbero rapinato un’azienda agricola a Canolo di Correggio.
I tre nomadi dopo aver effettuato alcuni sopralluoghi nell’azienda agricola, vi si sarebbero poi recati per commettere la rapina senza però coprirsi il volto, notati quindi dai due agricoltori (padre e figlio) che hanno potuto riconoscere in loro le stesse persone passate precedentemente per chiedere del materiale ferroso.
I due, una volta aggrediti dai sinti, reagendo per difesa sono stati brutalmente malmenati. Ma a rendere ancora più inquietante la vicenda sarebbe il fatto che i nomadi erano già noti alle Forze dell’Ordine dopo che le loro impronte furono ritrovate sul luogo dell’omicidio, ad oggi irrisolto, avvenuto il 9 luglio 2012 a Correggio vicino al luogo della rapina, dell’imprenditore agricolo Aldo Silingardi e, alla luce dei recenti avvenimenti, saranno effettuati dai carabinieri ulteriori accertamenti sulle prove acquisite.
Di fronte a fatti del genere viene da dire che se in Italia vengono dati cinque anni a Fabrizio Corona per aver ricattato un calciatore, sarebbe bello vedere chi commette crimini ben più gravi, come rapine in cui vengono massacrate di botte persone che hanno la sola colpa di alzarsi ogni mattina per andare lavorare, finire in galera per molti ma molti anni e, naturalmente, far si che questi criminali una volta in carcere lavorino ogni giorno per pagarsi il soggiorno in modo da non gravare sulle tasse pagate dai cittadini.