La lotta contro la mafia è un obiettivo che unisce tante persone, spesso riunite in associazioni. E anche Carpi come città non manca di fare sentire la propria vicinanza a chi la mafia la combatte e a chi per questo ha perso la vita. E’ il caso del murale che l’associazione “Libera” ha realizzato sulla facciata del muro presso il Piazzale della Meridiana, adiacente allo stabile delle Poste Italiane in via Battisti e dedicato a Giuseppe (Peppe) Tizian, padre del giornalista Giovanni Tizian, funzionario di banca ucciso dalla ‘ndrangheta a Bovalino il 23 ottobre 1989, ad appena 36 anni.
La scritta “Carpi e Locri unite contro le mafie” che appare a lato del murale è un segnale forte di come la Calabria e l’Emilia-Romagna siano simbolicamente (ma non solo) unite contro le mafie. Diversi sono i volti rappresentati: si parte da figure legate al territorio carpigiano come Odoardo Focherini (morto in un lager tedesco per aver salvato decine di ebrei dalla deportazione), Bernardino Ramazzini (medico e scrittore del ‘700), Ciro Menotti (patriota dell’unità d’Italia) e Delia Gasparini (partigiana fucilata a Fossoli) fino ad arrivare a personaggi simbolo della lotta alla mafia come Giovanni Falcone e Peppino Impastato, oltre, ovviamente, a Peppe Tizian.
Tra questi volti simbolo tuttavia si nota subito un grande “assente”: Paolo Borsellino.
Paolo Borsellino è nato il 19 gennaio 1940 a Palermo, città in cui è cresciuto e nella quale ha studiato giurisprudenza fino all’ottenimento della laurea nel 1962, a soli 22 anni, con 110 e lode. L’anno seguente partecipa ad un concorso per entrare in magistratura classificandosi venticinquesimo su 171 posti disponibili e diventando il più giovane magistrato d’Italia. Inizia così la sua carriera giudiziaria con incarichi in diverse città come Enna, Mazara del Vallo e Monreale fino ad arrivare a Palermo; ma è proprio a Monreale che ebbe a che fare per la prima volta con la mafia dei corleonesi. Nel 1980, grazie al suo instancabile impegno, arrivarono i primi arresti per mafia (nonché l’assegnazione della scorta personale) e negli anni a seguire si arrivò a costituire il noto pool antimafia, che lo vide collaborare a stretto contatto con Giovanni Falcone.
I risultati ottenuti dalle indagini effettuate dalla coppia di magistrati (aiutati da diversi collaboratori) come sappiamo sono stati eccezionali ed è proprio per questo che sembra strano che manchi un personaggio così importante e rappresentativo dell’antimafia come Borsellino, che proprio insieme a Falcone collaborò fino alla morte diventando non solo suo collega ma anche suo grande amico, mentre invece nel murale di “Libera” ce ne sono molti altri che, pur avendo un legame stretto col nostro territorio, poco hanno avuto a che fare con la mafia o nemmeno l’hanno conosciuta, avendo vissuto diversi secoli fa.
Come possono i vari Ciro Menotti o Bernardino Ramazzini, nonostante la loro importanza storica e culturale, aver avuto a che fare con la mafia? Che attinenza possono avere due vittime dei nazisti con Tizian, Impastato, Falcone? Ma la domanda principale resta come mai questi personaggi hanno “scalzato” Paolo Borsellino in un murale che vorrebbe essere un inno alla legalità e alla lotta alla mafia?
E’ legittimo farsi queste domande augurandosi che in futuro la figura di questo eroico magistrato sia sempre ricordata come merita.