Questa settimana ho avuto l’occasione di intervistare per voi Nicola Porro.
Porro, classe 1969, laureato in Economia e Commercio e giornalista professionista dal 1997, sul suo profilo Twitter scrive di se: “Romano di nascita, pugliese di famiglia, milanese per lavoro”.
Attualmente vicedirettore de il Giornale, gestisce il blog Zuppa di Porro e conduce il programma In Onda con l’amico/nemico Luca Telese su La7. Ultimo ma non per importanza è un imprenditore. In questi anni ha inoltre lavorato al Foglio, al Corriere Economia, al Mondo e ha collaborato con Mediaset. E’ stato inoltre fondatore e direttore di Cfn-Cnbc.
Alcuni mesi fa ho avuto modo di sentirlo parlare dal vivo ad una conferenza a Roma e ciò che sin da subito mi ha colpito di questo giornalista che non ama definirsi tale, è stata la capacità di confrontarsi con tutti i suoi interlocutori, alcuni dei quali di idee diametralmente opposte alle sue, con una grinta e una gentilezza da assoluto fuoriclasse, riuscendo alla fine a raccogliere gli applausi anche dalle persone più distanti dal suo pensiero “liberale” nel senso più vero del termine. Come avrete modo di leggere nell’intervista una persona pragmatica che fondendo l’essere imprenditore con la professione di giornalista risce a comunicare in maniera chiara ed efficace andando al cuore dei problemi.
L’intervista:
Partendo alla Marzullo, si faccia una domanda e si dia una risposta.
“Le piace essere intervistato? Mica tanto. E per di più non mi riescono bene.”
Giornalista, vicedirettore de Il Giornale, conduttore televisivo e imprenditore… Ma chi è davvero Nicola Porro?
“Imprenditore. Vengo da una famiglia di imprenditori. E ho sempre pensato che un impiegato, come mi trovo ad essere io in questo periodo, se non ha la testa dell’imprenditore rischia di perdersi nella noia del quotidiano.”
Come è nata la sua passione per il giornalismo?
“Direi per caso. Studiavo economia e per guadagnare due soldi scrivevo per il giornale dell’allora partito liberale. Mi piaceva la politica e l’economia politica. Eppure mi sono laureato con una tesi in una disciplina microeconomica.”
L’abbiamo vista combattere in televisione con Santoro (e non solo), come conduttore con Telese, come giornalista con molti altri. Combattente per natura o per necessità?
“Combattente per natura. Non mi piace il conformismo delle idee diffuse, ma false. Il finto buonismo, l’ipocrisia, e il politicamente corretto. Tutti abitini cuciti su misura per non prendere mai una posizione.”
Qualcuno definisce voi giornalisti “cani da guardia del potere”. Le piace come definizione o sarebbe meglio non prendersi troppo sul serio?
“Voi giornalisti lo dica a qualcun altro.”
Da giornalista (mi scusi) qual è la cosa che più la fa arrabbiare?
“Che debba sottostare al pagamento annuale di una quota per iscrivermi ad un ordine.”
Da italiano invece cosa la fa più arrabbiare?
“Mi fanno arrabbiare quegli italiani, che solo perché hanno passato qualche anno all’estero, ci vengono a fare la predica.”
C’è qualcosa che non potrebbe mai dire in tv o sul giornale? Se si la dica qui, non la censuriamo.
“Direi che con garbo e modo si può dire tutto.”
Lei si occupa principalmente di economia e finanza. Quali sono tre cose concrete che servirebbero alle PMI in questo momento?
“Una sola cosa: meno stato. Ridurre i controlli, sì avete capito bene. Ridurre gli adempimenti burocratici. E infine ridurre le imposte. Tre cose da fare subito. Ma in modo semplice. Non servono indicazioni di principio, ma regole facili da capire e immediatamente verificabili.”
Cosa consiglierebbe ad un giovane che sogna di fare il suo lavoro?
“Trovare notizie, tutti hanno un’opinione. Che in genere non interessa a nessuno.”
Ad oggi sente di aver realizzato il suo sogno?
“Faccio ciò che mi piace.”