(ANSA) – Le guerre in giro per il mondo sono davvero “per problemi” o piuttosto per “vendere le armi?”. E’ la domanda posta, durante l’Angelus, da Papa Francesco all’indomani della veglia di preghiera da lui promulgata per la pace.
Papa Francesco è così tornato a parlare della Siria affermando che in quella nazione – ha detto – “cessi subito la violenza e la devastazione e si lavori con rinnovato impegno per una giusta soluzione del conflitto fratricida”. Il Papa ha poi allargato lo sguardo a tutto il Medio oriente, ed ha chiesto “stabilità” per il Libano “modello di convivenza”; “riconciliazione” contro la “violenza settaria in Iraq”; “decisione e coraggio” per far progredire il “processo di pace tra Israeliani e Palestinesi”; impegno degli “egiziani, musulmani e cristiani” a costruire insieme la società per il bene dell’intera popolazione”.
Un nuovo forte intervento, dunque, di Papa Francesco nel pressing per la pacificazione in Siria avviato dall’Angelus di otto giorni fa, insieme alla considerazione, fatta a braccio colloquiando con la piazza gremita, che “sempre rimane il dubbio: questa guerra di là, quest’altra di là – perché dappertutto ci sono guerre – è davvero una guerra per problemi o è una guerra commerciale per vendere queste armi nel commercio illegale?“