Sono oltre cinquemila le donne uccise ogni anno in Asia dai loro famigliari, spesso perché non hanno acconsentito ad un matrimonio combinato o, nel caso dell’India, in quanto hanno scelto di sposarsi con un uomo appartenente ad una casta diversa.
Il regista Gianpaolo Bigoli ha deciso di sensibilizzare con delicatezza e intelligenza il pubblico internazionale su questo drammatico tema, girando il documentario “Lovebirds – Rebel lovers in India”, che è stato proiettato lo scorso sabato 5 aprile presso l’Auditorium della Biblioteca “Loria”, all’interno della rassegna culturale “Come in uno specchio – Immagini del reale”.
In particolare, l’autore, che è stato intervistato dal suo collega Nico Guidetti e dal pubblico, ha descritto l’esperienza dei Love Commandos, un gruppo di volontari di New Dehli, che dà rifugio e assistenza legale agli sposi perseguitate dalle famiglie. Il leader del movimento, il carismatico ex giornalista Mister Sachdev, aiuta e conforta due coppie e un marito rimasto solo, che da quattro anni non vede la moglie, imprigionata in casa dai genitori. Non sempre i Love Commandos riescono a far trionfare l’amore, ma ciò che importa è lo spirito rivoluzionario che li anima e l’estrema maturità dei giovani coniugi, che non temono di affrontare la povertà e il disconoscimento sociale, pur di rimanere uniti.
E’ molto toccante la sensibilità con cui Bigoli ha seguito i suoi protagonisti, senza mai invaderne la privacy, ma documentandone la realtà sociale, spesso contraddistinta da un’agghiacciante miseria, con uno sguardo scevro da giudizi. Il pubblico ha seguito col fiato sospeso la narrazione ed è intervenuto con entusiasmo. Il video-maker, che si è formato presso la scuola “Ipotesi cinema” di Ermanno Olmi, è attualmente impegnato nelle riprese di un documentario sulla vita di un artista in Birmania e spera che “Lovebirds” possa trovare una distribuzione anche in India, per riuscire nella sua missione di sensibilizzazione sociale. Di cui c’è molto bisogno anche in Italia.