È scattato dal 30 giugno scorso, come indicato dall’articolo 15 del DL 179/2012 poi modificato dal “Milleproroghe 2013“, l’obbligo per tutti i professionisti di dotarsi del cosiddetto POS (acronimo del termine inglese “point of sale“) .
Il POS è quindi l’apparecchio che consente i pagamenti tramite carta di credito che, con la nuova disposizione prevista dal decreto, i commercianti e professionisti sono obbligati ad accettare per importi superiori a 30,00 euro. L’introduzione di questa nuova normativa dovrebbe quindi perseguire l’intento di rendere tracciabile un numero maggiore di pagamenti e, conseguentemente, abbattere per quanto possibile fenomeni di nero e di evasione.
Non mancano però i dubbi sull’efficacia di questo provvedimento, sollevati da più attori chiamati in causa. In primo luogo, si stima un ulteriore incremento degli oneri fiscali per le Piccole e Medie Imprese e le partite IVA, dovuto ai costi di gestione dei POS, stimabile attorno ai 1200 euro al netto delle spese deducibili.
Si deve inoltre fare maggiore chiarezza su quali potranno essere le sanzioni per coloro che non si doteranno di apparecchiature POS entro i limiti di tempo stabiliti dalla legge, stante il fatto che, ad oggi, non sono previste. Ulteriori lamentele sono poi state sollevate dalla CGIA, secondo cui le spese per le commissioni nei pagamenti tramite POS sarebbero un ulteriore vantaggio nei confronti delle banche.
Riflettendo quindi su questo nuovo provvedimento, vi possono essere tre spazi di manovra possibili da parte del Governo. Il primo potrebbe essere l’introduzione di una norma che annulli completamente le spese di commissione sui pagamenti effettuati in carta di credito, già richiesta a gran voce dalla maggior parte dei professionisti coinvolti.
Alternativamente si potrebbero rendere obbligatori tutti i pagamenti in POS, anche per cifre molto esigue, limitando cosi al minimo l’uso del contante se l’intento è quello di combattere in maniera efficace l’evasione. Chiaro è però che quest’ultima strada necessita di un lavoro certosino da parte dell’attuale governo in materia di riduzione dell’imposizione fiscale , se non si vuole rendere la completa tracciabilità dei pagamenti un peso insostenibile per le Imprese già in pesante debito d’ossigeno.