PINZOLO – Stefano Vecchi è il nuovo allenatore dell’Inter Primavera. Per ricoprire tale incarico ha rifiutato la corsa di tante squadre di B fra cui Varese e Brescia.
Se colta a dovere potrebbe essere una grande occasione per ambo le parti con Vecchi che si troverà a lavorare con strutture di primissimo ordine e a stretto braccio con Walter Mazzarri e la prima squadra e l’Inter che dal canto suo potrà contare su uno dei tecnici più audaci e creativi che il calcio italiano possa offrire al momento. Come già dimostrato nella sua esperienza al Carpi infatti, Vecchi imposta il proprio calcio a prescindere dall’avversario e va alla ricerca sempre e comunque dell’intera posta in palio anche a costo di rischiare qualcosa. Lo dimostrano le nove vittorie esterne ottenute sulla panchina biancorossa.
L’Inter vuole, come espressamente dichiarato da Erik Thoir, far si che il proprio settore giovanile diventi faretra di nuovi talenti già pronti per essere inseriti in prima squadra e Stefano Vecchi è l’uomo designato per plasmare i futuri campioni nerazzurri magari riportando da subito il tricolore primavera in Via Durini.
Si è svolta questo pomeriggio alle 16 la conferenza stampa di presentazione del nuovo tecnico della Primavera nerazzurra Stefano Vecchi. In sala conferenze anche il suo vice Luca Facchetti e il responsabile del settore giovanile Roberto Samaden.
Ecco le prime parole dell’ex tecnico del Carpi:
Qual è la principale responsabilità di un tecnico in una Primavera di un club importante come l’Inter?
“E’ una panchina ambita da tanti. Ritengo il settore giovanile nerazzurro uno dei migliori in Italia, se non il migliore. La mia responsabilità sarà quella di arrivare a concretizzare il doppio obiettivo: i risultati che tutti mi chiedono, ma uniti anche alla crescita dei miei giocatori. Farò di tutto per essere all’altezza anche nei confronti dei miei ragazzi e spero tanto di poterli aiutare nel loro percorso di crescita. Spero che si riesca ad abbinare risultati e crescita dei ragazzi, questo è il percorso migliore”.
Giocherete con il medesimo modulo della prima squadra, in modo da facilitare eventuali inserimenti nella rosa di Mazzarri?
“Siamo a completa disposizione della prima squadra. Il mister ha dichiarato di voler provare a cambiare modulo, quindi non ho alcuna indicazione specifica sull’aspetto tattico. L’unica cosa che tengo a sottolineare è che voglio vedere sempre intensità, carattere distintivo delle squadre di Mazarri”.
I giovani che sono qui in ritiro potranno costituire l’ossatura della sua Primavera?
“Sicuramente sono dei grandi talenti. Sarebbe importante che ciò accadesse e mi auguro che tutto si possa concretizzare. Spero di poterli avere a disposizione”.
Con questa esperienza cosa cambia per lei, soprattutto a livello di approccio, con il passaggio dai professionisti al settore giovanile?
“Per quanto riguarda il passaggio sarò in grado di darvi una risposta completa tra qualche mese, ora è presto. Mi hanno detto di preparare i ragazzi, il mio metodo di lavoro sarà lo stesso di sempre e, a livello di rapporto, credo che non ci saranno molte differenze considerando che in Lega Pro ho già lavorato con parecchi giovani”.
Secondo voi qual è il punto di partenza per rifondare il calcio?
Vecchi: “La preparazione dev’essere completa. Guardiamo spesso all’estero, ma credo che un giocatore debba essere formato al cento per cento, in tutto, non solo tecnicamente. Nei giovani calciatori noto un po’ di presunzione una volta usciti dal settore giovanile, bisogna guadagnarsi tutto con il lavoro sul campo e, attraverso la collaborazione con il Prato, abbiamo la possibilità di avere un club in cui i giovani potranno crescere con un mister come Vincenzo Esposito legato all’Inter”.
Facchetti: “Concordo con quanto detto. Ho iniziato da poco ad allenare e quindi non ho ancora un’esperienza vastissima, ma ho giocato in Serie C per tanti anni e ho notato anche io che il passaggio in prima squadra è un aspetto fondamentale. Dovremo essere bravi a preparare i ragazzi”.
Mister, quali sono i suoi punti di riferimento, i suoi allenatori ideali, quelli ai quali si ispira?
“Cerco di apprendere un po’ da tutti. Avere dei riferimenti è giusto: ci sono tecnici bravi e preparati sia tra quelli che hanno vinto sia tra quelli che hanno raccolto meno. Dico Mazzarri: a casa ho tantissime video della sua Reggina, poi Zeman, Mourinho e altri che, per dinamiche differenti, sono riusciti a mettere in campo tante idee diverse, ma tutte molto valide”.