Il Sindaco di Medolla Filippo Molinari racconta ai lettori de Il Mostardino.it l’ambizioso progetto di fusione del suo Comune con quelli di Cavezzo e San Prospero

Filippo Molinari
Sindaco, quando e da chi è nata l’idea dell’accorpamento dei tre comuni e da chi è stato appoggiato ad oggi questo progetto?
“L’idea è nata nella scorsa consigliatura, dai circoli del Partito Democratico dei tre comuni, riprendendo una vecchia idea degli anni ‘80 che lanciava un progetto detto “Roncaglio“, ossia quell’agglomerato rurale baricentrico rispetto ai tre comuni.
È stato quindi chiesto ai sindaci interessati di prendersi a carico questa iniziativa, per cui abbiamo effettuato, al momento, uno studio di fattibilità che lasciava presagire buone possibilità di riuscita del progetto.”
Quali vantaggi può portare, questo tipo di accorpamento, ai cittadini e alle imprese dal punto di vista fiscale?
“Per quanto riguarda la parte economica, il Comune fuso sarà svincolato dal patto di stabilità per alcuni anni e vedrà arrivare cospicui trasferimenti da parte dello Stato e della Regione (un milione di euro circa per dieci anni, ndr). Questi si potranno quindi investire in servizi ai cittadini, infrastrutture e patrimonio.
Il vantaggio di tipo organizzativo invece consiste nell’efficientismo del personale dei tre comuni. Dal punto di vista normativo e di pianificazione, si potrà poi utilizzare un unico piano urbanistico e un unico tipo di regolamenti, di accesso ai servizi e urbanistico-edilizi.”
L’accorpamento dei tre comuni può rafforzare e supportare il ruolo dell’Unione Comuni Modenesi dell’Area Nord e se si in che modo?
“Secondo me si, questo percorso va visto come semplificazione della governance di un’Unione che risulta ancora macchinosa dal punto di vista decisionale, visto il numero abbastanza non trascurabile di comuni che ne fanno parte (nove ndr). Inoltre è un’occasione per ottenere maggiore collaborazione e un ulteriore Comune di peso nell’Area Nord assieme a Mirandola.”
Ad oggi questo progetto procede speditamente o si riscontrano difficoltà nel portarlo avanti?
“Al momento si sta procedendo speditamente, siamo già passati attraverso il Consiglio comunale per attribuire ad ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani) l’incarico di redigere lo studio organizzativo, ossia fondere le piante organiche dei tre comuni.
L’altra cosa che vogliamo fare è uno studio partecipativo in cui verranno coinvolti i cittadini, le parti sociali e gli attori socio economici in questo processo, che non deve essere una fusione a freddo. Questo progetto va fatto comprendere agli attori coinvolti, che devono dare il loro contributo che ritengo importantissimo. Vi sarà in conclusione un referendum confermativo, in cui i cittadini verranno chiamati a dire si o no alla fusione, una volta spiegato loro di cosa si tratta.”