Peter Drucker, probabilmente il più grande esperto di gestione d’impresa mai vissuto, alcuni anni fa parlando del futuro disse: “L’azienda come la conosciamo oggi ha oramai 120 anni di età e molto probabilmente non sopravvivrà i prossimi 25 anni. Legalmente e finanziariamente, sì, ma non dal punto di vista strutturale ed economico.”
Secondo Drucker certamente sarebbero continuate ad esistere le SRL e le SpA e certamente si sarebbe continuato ad emettere le fatture ai clienti in cambio di servizi e prodotti (gli aspetti legali e finanziari non sarebbero cambiati), quello che sarebbe cambiato da lì a poco (questa citazione risale a circa il 1997*) sarebbe stato il modo in cui l’impresa era organizzata e il modo in cui il denaro al suo interno sarebbe stato diviso (gli aspetti strutturali ed economici).
Per quanto questa affermazione possa sembrare rivoluzionaria e per quanto è una realtà che incontrerà certamente delle resistenze (più che altro da imprenditori che non vogliono rassegnarsi al fatto che il mondo è cambiato e da parte di collaboratori “vecchio stile” che non vogliono rendersi conto che non c’è più nessuno che si prenderà cura delle loro faccende economiche al loro posto), è sicuramente la direzione in cui le cose stanno viaggiando. Anzi è l’unica direzione in cui le cose possono viaggiare. Le imprese che non lo capiscono, infatti, chiudono. Non riescono a competere con le imprese dei mercati emergenti.
“Felice il Rigattiere SRL” è una florida piccola-media impresa siciliana. Guadagna bene, ha dei collaboratori ben pagati ed ha fatturato e utili in crescita da diversi anni. L’azienda non lavora in un settore innovativo come internet o la ricerca farmaceutica ma fa, in modo diverso, qualcosa che sta già venendo fatto da decenni: svuota le cantine e i solai della gente dalle cose che non sono più utili. Promette ai clienti di vendere questa merce usata presso i suoi punti vendita in cambio di una percentuale.
I titolari dell’azienda attribuiscono una gran parte del successo ottenuto al fatto che hanno coinvolto e incentivato economicamente i collaboratori che si occupano della vendita e del reperimento della mercanzia usata. Ognuno di loro, oltre a percepire un compenso fisso e una provvigione su eventuali vendite, è associato in partecipazione all’azienda (vuol dire che a fine anno percepisce una quota degli utili generati dall’impresa). Il risultato per l’impresa: collaboratori motivati che sentono l’impresa come propria e che si danno attivamente da fare per farla crescere. Il risultato per i collaboratori: riuscire a guadagnare in Sicilia, molto di più di quello che un collaboratore simile riuscirebbe a guadagnere in Lombardia o in Veneto.
Se l’esempio del “Il Rigattiere” potrebbe apparire estremo (ma non lo è) un altro esempio che potrei fare è la Novaltec, azienda friulana che produce e vende macchine per la pulizia industriale. Novaltec è quella che potrebbe essere definita un’impresa davvero ben gestita. Nonostante non operi in un settore innovativo o esclusivo continua ad incrementare utili e fatturati. Il segreto, secondo l’imprenditore Piergiorgio Maren, sta nel piano incentivante per i collaboratori di tutte le aree. Ogni collaboratore della Novaltec, oltre a percepire il proprio stipendio, viene coinvolto nella gestione dell’impresa , attraverso una serie di incentivi economici percepibili nel momento in cui il settore di appartenenza raggiunge determinati obiettivi stabiliti con l’imprenditore.
E ti assicuro che questi non sono gli unici due esempi. Dappertutto in Italia sempre più piccole e medie imprese decidono di ricorrere a piani di incentivi economici perché si rendono conto che il coinvolgimento del collaboratore è fondamentale per il successo dell’impresa. Addirittura un mio caro amico di Napoli che è riuscito a costruire una delle migliori imprese di recupero crediti (le imprese che, per conto delle banche o delle finanziarie, recuperano i soldi dei non pagatori) in Italia, mi ha confessato che parte del suo successo è proprio da attribuirsi al fatto che “si è reso conto che da solo non ce l’avrebbe mai fatta e ha quindi deciso di coinvolgere come socio uno dei suoi migliori dipendenti…”.
Ma fai attenzione: se leggendo le storie di cui sopra tu pensassi: “Va bene, la cosa mi piace, allora aspetterò che il mio datore di lavoro si presenti da me con il piano incentivante…”, staresti ancora utilizzando il “vecchio sistema” di delegare a qualcun altro la gestione del tuo futuro, un sistema che ti lascerà nella povertà. Ci sono invece delle cose che DEVI FARE TU se vuoi che questo accada, devi GIA’ ORA COMINCIARE A COMPORTARTI DA “NUOVO COLLABORATORE”.
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