Paolo A. Ruggeri è un imprenditore e scrittore di successo, socio fondatore dell’azienda Open Source Management, oltre che blogger seguitissimo sui social network.
Ruggeri, che già avevamo intervistato (clicca QUI per leggere l’intervista) in occasione di un’iniziativa che promosse ad inizio 2013 per sensibilizzare i politici sull’importanza dell’etica mandando il suo libro, “L’etica dell’eccellenza“, a tutti i parlamentari prima e ai consiglieri regionali poi.
Intervistato ci disse di voler “far passare il messaggio che tutti noi nel nostro piccolo possiamo fare qualcosa per cambiare in meglio le cose”.
Proprio ieri, a seguito della notizia che l’OCSE avrebbe certificato l’Italia (di nuovo) in recessione, ha voluto scrivere dal suo blog (www.paoloruggeri.it) una lettera al Presidente del Consiglio Matteo Renzi consigliando dieci azioni pratiche che potrebbero far ripartire l’economia italiana.
LA LETTERA
“Egregio Presidente, dopo diversi mesi di lavoro si ritrova con l’Italia di nuovo in recessione.
E’ mai possibile che il nostro Paese pur essendo il popolo con la classe imprenditoriale più creativa al mondo e con il più grande patrimonio culturale della storia, non riesca proprio a risollevarsi?
Pur essendo di idee politiche diverse dalle Sue, credo nella Sua buona fede e per questo Le scrivo questa lettera.
Qualsiasi buon imprenditore o qualsiasi persona che ne capisca di economia perché abbia costruito da sé un’attività che funzioni, Le confermerà che molte delle azioni necessarie per rilanciare la nostra economia e le imprese del nostro Paese in realtà sono semplici, non richiedono grandi investimenti e nemmeno enormi riforme.
Se vuole davvero rilanciare l’economia e il PIL del nostro Paese:
a) Detassi immediatamente per cinque anni tutte le nuove assunzioni. Questo significa che l’azienda paga lo stipendio + TFR + 13° e 14°. Niente contributi e niente Irpef versata. Se non rilanciamo l’economia sa bene che il sistema previdenziale non reggerà comunque. E inoltre che cosa dire della posizione pensionistica di tutte le nuove generazioni che al lavoro non ci stanno andando perché le imprese non riescono ad assumere?
Il costo di un dipendente in Italia già oggi è più elevato che negli Stati Uniti.
b) Porti SUBITO al 100% la detraibilità dei costi per le imprese e per i professionisti. Questo significa poter scaricare auto, telefono, carburante e tutte le altre spese inerenti all’attività al 100%. Proprio come negli altri Paesi avanzati.
c) Renda scaricabili dalle tasse con un credito fiscale personale tutti gli investimenti economici che vengono fatti nelle aziende siano questi i soldi investiti per lo start up di una società o iniezioni di nuovo capitale in società esistenti.
d) Detassi con un credito d’imposta gli utili che vengono re-investiti.
e) Ribalti l’onere della prova nel contenzioso fiscale: non sarà più il cittadino a dover dimostrare di essere in regola, ma sarà l’amministrazione pubblica a dover dimostrare l’infrazione.
f) Ritorni a creare una zona franca in alcune delle regioni del Sud e permetta a chiunque apra una nuova azienda in tale territorio di non pagare contributi sulle assunzioni per dieci anni o goda comunque di un credito d’imposta su tutti gli utili generati.
g) Volevo aprire una delle nuove aziende a 1 Euro ma il costo tra tasse di registro è in realtà superiore ai 700 eur. Faccia costare l’apertura di una nuova società 1 euro, proprio come è stato promesso.
h) Incentivi economicamente gli amministratori pubblici locali sul numero di nuove aziende o partite iva aperte nel loro territorio di modo che sostengano in ogni modo chi vuole aprire un’impresa.
i) Faccia un passo che mostri che l’Italia sostiene senza alcuna ombra di dubbio le sue Forze dell’Ordine. Come potremmo mai attirare investitori stranieri seri se non dimostriamo che abbiamo delle leggi che facciamo rispettare?
j) Ogni giorno si alzi la mattina pensando: come posso rendere questo Paese più amichevole verso le imprese ed i professionisti?
Tutti questi passi (tranne forse il passo F) non richiedono bicamerali, non richiedono referendum, richiedono solamente il desiderio di emettere un decreto e poi farlo ratificare. Si possono fare in qualche settimana.
Burocrati attempati, tecnici bancari ed “esperti” di finanza internazionale le diranno senza alcun ombra di dubbio che i sistemi di cui sopra non potranno mai funzionare e che finirebbero per portare lo Stato alla rovina. Abbiamo provato le loro ricette per oltre trent’anni e il risultato è che, a meno che non scoppi una guerra che riduca a zero il debito pubblico, l’Italia si avvia celermente verso la strada della Grecia.
Vuole davvero far crollare tutto?
Invertire la tendenza è possibile. In fin dei conti ha a che fare con uno dei popoli più industriosi e creativi del mondo.
Ha provato le ricette degli altri. Perché non provare a fare qualcosa di diverso? In fin dei conti ci eravamo detti che Lei avrebbe dovuto “rottamare”…
In bocca al lupo!”
Paolo Ruggeri