Quando si parla di Fabrizio Poli si parla di un ragazzo semplice, simpatico e sempre disponibile. Quando si parla del numero 5 biancorosso invece si va a toccare uno dei più nitidi simboli della carpigianità sportiva contemporanea. In un Carpi che in questa stagione riparte dalle proprie bandiere per cercare di portare a termine un capolavoro chiamato salvezza, è l’eclettico difensore a essere uno dei punti di riferimento imprescindibili, già autore peraltro di due reti. Difensore duttile, elegante e attento, nella sua esperienza in biancorosso ha ricoperto tutti e quattro i ruoli nella linea arretrata ma col medesimo risultato: impegno, dedizione alla causa e rendimento elevato.
Poli è un ragazzo che il Carpi Fc ha deciso di tatuarselo sulla pelle con quel “16-6-2013” fieramente sfoggia con orgoglio. Ma per lui Carpi ha significato anche tante lacrime: certamente di gioia in quel caldo ma ventilato pomeriggio nella punta più orientale della nostra penisola ma anche di tristezza e disperazione in quella sciagurata partita contro la Pro Vercelli che sembrò mandare in frantumi una creatura data alla luce dalla cordata Bonacini-Caliumi e cresciuta e palsmata dalle sapienti mani e meningi toscane di Cristiano Giuntoli. Emozioni forti insomma per un ragazzo che nella città dei Pio ha deciso di rimanere, salvo imprevisti di mercato, perlomeno fino all’estate del 2017.
100 presenze,100 battaglie, 100 emozioni per un ragazzo che la fascia di capitano c’è l’ha tatuata sul braccio anche quando il “pezzo di stoffa” è sull’arto di un altro compagno di squadra, e quella maglia c’è l’avrà, per sempre e per volontà, sua addosso come una seconda pelle.
Fabrizio Poli… storia di una bandiera in un mondo, quello del calcio, nel quale questa parola viene usata sempre più a sproposito.
Che dire caro Fabri… altre 100 di questi racconti vissuti insieme.