Il nostro Alberto Carmone ha intervistato Roberto Boninsegna, celebre giocatore di Inter e Juventus negli anni ’70 e vicecampione del mondo con gli Azzurri nel 1970. Il campione mantovano sarà presente domani al PalaBam a seguire gli Stings impegnati nella partita con Ferentino.
ARTICOLO COMPLETO (http://stings.it/intervista-a-roberto-boninsegna-ospite-domenica-al-palabam/)
foto (fonte: www.datasport.it)
Cosa ne pensa della realtà della Pallacanestro Mantovana?
“E’ una realtà importante, soprattutto a livello provinciale, dove la pallacanestro non ha mai sfondato e non è mai arrivata a confrontarsi con altre società presenti nel resto d’Italia. E’ proprio bello vedere questa squadra, proveniente da una paese così piccolo, in A2 Gold sfidare rivali provenienti da tutta l’Italia, soprattutto dopo tutti gli anni di passione e sacrifici che ci sono voluti per costruire quella che è l’attuale Dinamica Generale. In questo caso io farei solo un grande plauso alla dirigenza.”
Che rapporto ha avuto con la pallacanestro in generale nella sua vita?
“Io ho giocato nel Varese nella stagione 1965-66 e vicino al campo in cui mi allenavo c’era il palazzetto dello sport in cui giocavano grandi campioni della pallacanestro italiana dell’epoca come Gavagnin, Kimball e un giovane Meneghin, che se la vedevano con un’altra grande forza di quegli anni, la Simmenthal Milano di Bradley e Vianello.”
Come valuta attualmente il movimento della pallacanestro italiana?
“A livello di Nazionale sembra che facciamo molta fatica e che siamo molto indietro rispetto a molte altre squadre europee, decisamente meglio attrezzate rispetto a noi. Per quanto riguarda i club, la presenza degli stranieri, un po’ come succede nel calcio, soprattutto dei talenti americani risolleva il livello generale del campionato.”
La Dinamica le ricorda una squadra di calcio in particolare?
“Una realtà così piccola non posso non paragonarla all’AC Mantova, in particolare quello degli anni in Serie A. La passione era la stessa e le sfide erano simili, dato che anche quella squadra si confrontava con numerosi club ben più noti a livello nazionale. Il seguito dei tifosi era pazzesco, ogni stagione c’erano 6-7000 abbonati. La Dinamica, in proporzione, sta riscuotendo lo stesso successo tra il pubblico mantovano.”
Se la sente di rilasciare un commento sull’attuale situazione del Mantova calcio?
“Io sono fuori dalla società da due anni (dalla stagione 2011-2012). Quello che posso notare, dopo gli stravolgimenti societari degli ultimi tempi, è che non c’è nessun mantovano ora al timone della società, o che comunque quelli che c’erano hanno venduto la maggioranza, tenendosi solo il 20-30% delle quote, lasciandola prima ad un imprenditore veronese e poi ad uno campano. I tifosi mantovani hanno sempre voluto un presidente che condividesse le loro origini mantovane, ma da un paio d’anni sembra ormai che questa sia diventata una terra di conquista. Non resta che sperare che questa nuova presidenza sia all’altezza delle aspettative.”