L’avvocato forlivese sostenuto da Nuovo Centrodestra e Unione di Centro , che nel 2009 raggiunse uno storico ballottaggio contro il precedente sindaco della città romagnola Roberto Balzani , racconta ai microfoni de ilmostardino.it la sua idea di regione riassumibile nel motto “meno all’ente, più alla gente”
Comincerei col chiederle quali sono i principali punti su cui intende intervenire , per quanto concerne il modello politico ed economico della nostra regione?
Vogliamo un ente pubblico che sia regolamentatore e controllore , ma non attore protagonista , ruolo che spetta a famiglie, imprese e attori intermedi. Il primo punto del programma è un aiuto alle imprese tramite lo stanziamento di 100 milioni di euro in cinque anni, utili per l’accesso al credito e per fornire liquidità. I soldi per fare questo ci sono e vanno recuperati dall’Europa , che tramite l’Agenda 2020 sta destinando risorse per infrastrutture. In special modo l’Emilia Romagna è considerata come regione-cerniera del corridoio baltico-adriatico e noi dobbiamo sfruttare questa opportunità per far ripartire l’economia.
Sul suo programma compare come questione centrale quella della famiglia. Ci spiega come intende valorizzare questa istituzione?
Questo è l’altro filone del mio programma ossia aiuto alla famiglia , intesa come previsto dalla costituzione italiana. La famiglia non è soltanto un luogo educativo e formativo , ma è un luogo di protezione nel momento in cui il welfare non ce la fa. Noi proponiamo una legge regionale sulla famiglia , per dare attenzione nelle politiche fiscali , tariffarie e ticket sanitari dove vi è un’ingiustizia grande , in cui i nuclei famigliari con figli pagano quanto una persona singola
Considerata la sua zona di provenienza, come pensa si possa tutelare il turismo in Romagna?
Il turismo per noi è una grandissima risorsa , non solo culturale e ricreativa , ma anche economica e di unità. Bisogna valorizzare i distretti che abbiamo , smettendola però di pensare a territori che vadano ognuno per proprio conto. Dobbiamo attrarre i turisti e i nuovi flussi di comunicazione infrastrutturando e unendo i vari tipi di turismo (enogastronomico,marittimo e montano , ndr) tramite gli aeroporti. Questi sono una ricchezza , ma bisogna fare la giusta programmazione , che però la regione in questi anni non ha fatto.
Altro aspetto attuale è quello del rischio idrogeologico , di cui si sente parlare ripetutamente nei telegiornali. Che direzione intende prendere Emilia Romagna Popolare in tal senso?
Questa è una questione molto importante. Sull’emergenza bisogna intervenire e aiutare le popolazioni e i territori colpiti , penso anche alle zone del terremoto in cui purtroppo oltre ai danni , la gente ha dovuto fare anche dei debiti per poter ristrutturare casa o ripartire con la propria attività. Ci vuole però un grande intervento di prevenzione ; ero col ministro Galletti a Ecomondo a Rimini , che e si è impegnato con risorse del governo per piani di prevenzione che mettano assieme autorità regionali e protezione civile , semplificando la burocrazia con un unico punto centrale di riferimento amministrativo. Bisogna fare una prevenzione che vada dal patto dei fiumi a quella idrogeologica in generale , nonchè un piano di ripopolamento dell’appennino , che se abbandonato ha un danno in termini naturalistici e ambientalistici. L’attenzione all’ambiente è ciò che permette di avere un mondo senza dubbio più bello e più interessante dal punto di vista economico.
La sua lista parla anche di sanità , uno di quei settori in cui spesso si registrano sprechi. Qual’è la visione della sua lista in ottica di cambiamento?
Bisogna riformulare la sanità , che copre il 75% del bilancio regionale , razionalizzando i servizi nell’ottica del taglio agli sprechi e alla spesa improduttiva. Si deve andare verso i costi standard e ridurre il ruolo della politica , che non deve nominare i direttori di unità . Bisogna poi ridurre i tempi delle visite specialistiche e siglare un grande patto tra pubblico e privato. In tal senso noi abbiamo una visione sussidiaria per cui esistono anche grandi realtà private in grado di fare buona sanità. Devono poi essere fatti controlli e regolamenti in tal senso , ma ci vuole assolutamente concertazione tra pubblico e privato per dare qualità al sistema. Bisogna poi andare verso un sistema sanitario più leggero utilizzando la prossimità per evitare costi troppo elevati. Anche il tema delle aree vaste deve essere rivisto , non più con un modello verticistico , ma con la regione che deve ascoltare il territorio tramite i sindaci o i responsabili delle USL . Giusto quindi salvaguardare le eccellenze del nostro territorio , ma bisogna anche andare verso un nuovo modello di sanità.