Il sindaco di Bondeno (FE) , nonchè candidato della coalizione composta da Lega Nord , Forza Italia e Fratelli d’Italia e attuale vice commissario speciale per la gestione dell’emergenza sisma , ha risposto alle nostre domande su sanità , immigrazione e situazione del post terremoto.
Fabbri, quali sono i punti principali del vostro programma e come intendete cambiare il modello politico ed economico della nostra regione?
Vogliamo mettere al centro della politica regionale il cittadino emiliano romagnolo storico che attraverso lavoro e fiscalità ha contribuito a creare il welfare che andremo ad amministrare. Lavoro, sanità , ricostruzione e sicurezza sono i temi principali che vogliamo portare avanti. Sul lavoro, la tassazione, la burocrazia e le infrastrutture sono i tre punti principali. Vogliamo mantenere le tasse a livello regionale , tipo l’IRAP, a livello giusto nonostante il taglio di 400 milioni di euro da parte del governo. Per ciò che riguarda la burocrazia, ormai siamo soffocati e vogliamo dare regole certe , specialmente sulla politica del lavoro per quello che riguarda l’USL. Sulle infrastrutture, Cispadana ed E45 devono essere la priorità nell’agenda politica del prossimo presidente della regione
L’immigrazione è senz’altro uno dei baluardi del vostro partito. In che modo intendete affrontare questa problematica a livello regionale?
L’Emilia Romagna è la regione che ha il più alto tasso percentuale di immigrati, il 13%. Questo denota due fattori. Il primo credo che il PD abbia investito molto in questi anni sull’immigrazione regolare per un falso buonismo che tutela soltanto un certo tipo di residenti nella nostra regione. Considerate che l’11 novembre scorso la regione ha stanziato 5 milioni per le zone alluvionate e 16 milioni, in parte anche con contributi statali , per centri rom , centri d’accoglienza per gli immigrati e per start up che hanno come rappresentante legale gli immigrati. Noi vogliamo invece mettere al centro l’emiliano romagnolo che con le sue tasse paga. Se abbiamo una casa popolare , prima la diamo ai nostri e poi , in tempi di minor crisi, possiamo pensare anche agli altri.

Il comitato Finale Emilia Terremotata Protesta a sostegno di Alan Fabbri
Soltanto chi vive il terremoto sa veramente il dramma che aziende e parte residenziale stanno vivendo in questo momento. Due priorità , una è snellire l’attuale burocrazia ripartendo ovviamente dal sistema di ordinanze perchè altrimenti andremmo a creare confusione , però non possiamo permettere che la burocrazia fermi la ricostruzione; si deve ragionare e fare degli interventi importanti e drastici per far ripartire la ricostruzione che ad oggi vede un terremotato su quattro aver ricevuto una risposta in termine di assegnazione dei contributi dall’ente commissariale.
Cosi come credo che sia importante anche portare al centro dell’attenzione la fiscalità; arriveranno le cartelle di Equitalia nelle prossime settimane e noi crediamo che queste zone debbano avere o la no tax area , o comunque una fiscalità che possa garantire alle persone di portare avanti la propria attività di carattere produttivo. Un’urgenza che dobbiamo affrontare subito è l’ordinanza 71 che blocca completamente la parte rurale e più colpita. È una cosa folle, il tutto perchè legati ai contributi della comunità europea soltanto sulla parte agricola. Chiediamo quindi alla comunità europea di dare una deroga, oppure che al posto di questa intervenga lo Stato.
La sanità è una delle voci del bilancio regionale in cui spesso registriamo sprechi. Voi , come centrodestra , come intendete agire per ridurli e modificare l’attuale assetto?
La sanità occupa il 75% del bilancio della regione. Stiamo vedendo che la sanità emiliano romagnola non è più quel mito che si voleva far credere; Lombardia e Veneto ne sono un esempio. Le persone a Bologna fanno le corriere per andare a farsi curare a Monselice dove sono dieci i giorni di attesa per alcune visite specialistiche, contro gli 85 dell’emilia romagna. Io credo molto nella partnership tra pubblico e privato ovviamente regolamentata e convenzionata, che possa ridurre gli sprechi e ottimizzare le risorse nonchè ridurre i tempi d’attesa e dare la possibilità anche agli ospedali periferici di poter rimanere aperti per le esigenze più concrete.






21 Nov 2014
Posted by Nicolò Guicciardi 












