“Sull’emendamento presentato in Senato, di stanziamento di ulteriori 15 milioni di euro da parte del governo per i terremotati emiliani, interviene Elisabetta Aldrovandi, portavoce del Comitato NO TAX AREA: “Anzitutto, si tratta di una proposta di modifica alla legge di stabilità, effettuata al Senato, che, se anche fosse accolta, dovrebbe comunque trovare il benestare da parte della Commissione Bilancio alla Camera. Non vorrei che ci trovassimo di fronte all’ennesimo caso in cui le parole precedono le azioni, le quali, assai spesso, si verificano poi in modo difforme da quanto enunciato. A ogni modo, qusta sorta di strenna natalizia, che si vorrebbe concedere ai terremotati emiliani (assieme a quelli aquilani, cui sono stati “promessi” 25 milioni di euro, e a quelli siciliani, cui spetterebbero 20 milioni), non è che una goccia nel mare, anzi nel marasma, in cui è invischiata la ricostruzione post sisma in Emilia.
Anzitutto, perchè tutti idanni siano risarciti, manca circa 1 miliardo di euro, da aggiungersi ai 6 miliardi e 670 milioni erogati dai precedenti governi e dalla UE, alla Regione Emilia Romagna; in secondo luogo, il problema più urgente e stringente, da circa due anni, non è lo stanziamento di fondi per i terremotati, bensì l’effettiva erogazione degli stessi a cittaidni e imprese, dal momento che l’iter bruocratico per l’accesso ai contributi è così farraginoso che, a oggi, soltanto 371.346.000 euro sono stati pagati per la ricostruzione abitativa, e 170.300.000 euro alle imprese (dati tratti dal sito della Regione).
Cifre incredibilmente ridotte, se si considera, come già ribadito, lo stanziamento, avvenuto oltre due anni fa, in favore della regione, di 6 miliardi e 670 milioni di euro. L’urgenza massima e imprescindibile” chiosa Aldrovandi “è lo snellimento concreto e immediato dell’iter burocratico, poichè, se è vero che gli Emiliani hanno ripreso le loro attività e reperito soluzioni abitative alternative nella maggiornaza dei casi con soldi propri, è altrettanto vero che molti di essi sono oggi in estrema difficoltà economica, aggravata dai termini fiscali e contributivi non più dilazionati, che stanno provocando veri e propri tracolli finanziari in moltissime famiglie e aziende”.