Il centro per la selezione degli stranieri sarà Johndre Jefferson, il numero 6 della Dinamica che l’anno scorso, all’All Star Game 2014, si mise parecchio in evidenza vincendo la gara delle schiacciate.
Johndre “The King” Jefferson, nativo di Santee (South Carolina) il 30/11/1988, è il centro della Dinamica Generale Mantova. 207 cm per 102 kg, dotato di ottime doti fisiche e di una mano piuttosto calda sotto canestro, è uscito nel 2011 dal college South Carolina Gamecocks. Nella stagione 2011/12 è protagonista con la maglia dell’Iskra Svit, militante nella Extraliga slovacca. L’anno successivo si è trasferito nella National League israeliana alla corte del Maccabi Kiryat Gat, prima di accasarsi nel 2013 alla Pallacanestro Mantovana.
Una prima stagione da vero trascinatore la sua, che ha permesso alla Dinamica di centrare il sogno della promozione in A2 Gold al termine di una stagione indimenticabile e da una serie di gare al cardiopalma ai play-off contro l’Assigeco Casalp. Nel campionato corrente sta confermando gli ottimi numeri dell’anno scorso con una media di 14,3 punti/gara, e numeri da fuoriclasse nei tiri da due (57%) e nei rimbalzi (9,4 a partita).
JJ, ti ispiri ad un giocatore in particolare nell’esprimere il tuo gioco?
Il mio giocatore preferito è Lebron James, quindi mi ispiro a lui per quanto riguarda il dinamismo da mettere in campo e alla presenza fisica sia in difesa che in attacco. Inoltre sono anche un fan di Lamarcus Alridge dei Portland Trailblazers.
Quali progetti hai per il futuro?
Sono molto orgoglioso di quello che abbiamo costruito e stiamo continuando a costruire qui a Mantova. Il mio obbiettivo è quello di giocare sempre al top e di raggiungere i massimi campionati, non mi nascondo. Ma questo è il futuro, al momento penso solo a dare il meglio alla Dinamica e a cercare di raggiungere il successo con questa squadra.
Hai già in mente qualche giocata spettacolare per la gara delle schiacciate che, tra l’altro, hai già vinto l’anno scorso?
Se devo essere sincero sì, ci sto già pensando, e in questo mi sto facendo aiutare anche dai miei compagni in allenamento che mi danno suggerimenti e consigli sulle giocate che potrei mostare al PalaBam il 6 gennaio.
Cos’ha in più l’Italia rispetto agli Stati Uniti?
Le persone che ho incontrato finora sono sempre state estremamente umane e genuine, mi hanno dato molto affetto sin da quando sono arrivato. Dal punto di vista della pallacanestro però chiaramente gli USA sono di un altro pianeta; giusto per farti un esempio il palazzetto dove mi esibivo io quando ero al college South Carolina Gamecocks disponeva di 18000 posti a sedere, quattro volte più del PalaBam, che è comunque un ottimo palazzetto.