In mezzo all’euforia dopo la promozione in Serie A, nella Sala Stampa dello Stadio Cabassi hanno parlato il presidente del Carpi, Claudio Caliumi, e mister Fabrizio Castori. Ecco alcune loro dichiarazioni e sensazioni dopo lo 0-0 contro il Bari che ha portato a questo indimenticabile trionfo, estesosi fino alla celebrazione in Piazza Martiri.
. Claudio Caliumi, presidente del Carpi.
Finalmente è arrivata questa promozione diretta in Serie A.
“Abbiamo realizzato un sogno che era cominciato a dicembre. Nessuno si poteva immaginare questo momento. Bisogna riconoscere che questo è un gruppo forte, ha voluto questo traguardo e lo ha raggiunto con tanta umiltà ed entusiasmo. Ora godiamoci questa Serie A, che ci apprestiamo a giocare con la stessa umiltà e lo stesso entusiasmo mostrato durante questa annata”.
Qualche novità riguardo lo Stadio in cui si giocherà il prossimo anno?
“In settimana ci troveremo col comune e vedremo se riusciamo a metterci d’accordo. Ci sono da fare tanti lavori sul Cabassi, ma la volontà di ambo le parti è di giocare qui a Carpi. Per ora non abbiamo parlato con nessuno”.
In campo ha pianto. A cosa ha pensato?
“L’emozione e i ricordi sono venuti a galla. Siamo partiti in Serie D unendoci con la Dorando Pietri, perciò è incredibile tutto quello che è stato fatto da allora. Ho pianto in campo e con me tanta gente. L’abbiamo fatta veramente grossa”.
In Serie A si va con Castori?
“Sì, per me non ci sono assolutamente problemi”.
. Fabrizio Castori, allenatore del Carpi.
Stando al presidente, lei è più che confermato per il prossimo campionato di Serie A.
“Ero sicuro che non avremmo fallito questo appuntamento con la storia. Sono contento di rimanere qui, mi sono trovato in sintonia con Giuntoli: lui è il principale artefice di questa promozione perché ha saputo scovare dei giovani talentuosi e provenienti da campionati minori. Il mio merito è stato quello di aver fatto un gioco idoneo per le loro caratteristiche”.
Da quando la squadra ha trovato la via giusta?
“La squadra è cresciuta molto dopo la sconfitta di Avellino: non ci siamo disperati e sono arrivate nove vittorie e quattro pareggi. La continuità di risultati e di prestazioni hanno indicato il valore di questa squadra, anche nei momenti di difficoltà come in occasione di alcuni infortuni. Allora è venuto fuori il carattere e il sacrificio dei ragazzi. Dopo i quattro pareggi senza gol abbiamo ripreso a vincere, ammazzando inevitabilmente il campionato”.
Questa promozione è anche la consacrazione del suo concetto di calcio, che si propone come un modello da seguire.
“Giuntoli mi disse che poteva darmi un certo tipo di squadra, che c’erano molti giovani e che l’obiettivo era salvarsi. Credo che se li fai lavorare tanto, i giovani possono migliorare, crescere e giocare a ritmo alto e in verticale, come piace a me. Ho preso spunto dagli ultimi Mondiali in Brasile, dove tutte le Nazionali tranne l’Italia giocavano in orizzontale, velocemente, alla ricerca della profondità e del gol. Questi illustri sconosciuti mi hanno seguito, mi hanno creduto e ora questo successo li ripaga”.