Ieri sera nel programma sportivo Epicentro Sportivo, che va in onda su Radio 5.9, è intervenuto telefonicamente l’allenatore Giuseppe Pillon, il quale portò il Carpi alla permanenza in Serie B nella stagione 2013-2014 dopo aver preso a marzo il posto di Stefano Vecchi.
Sabato scorso eri al Cabassi per Carpi-Livorno. Che effetto ti ha fatto vedere il Carpi pronto per giocare in Serie A?
“Mi ha fatto impressione e allo stesso tempo mi ha dato una bella soddisfazione. Nell’ultima stagione Castori e i ragazzi sono stati bravissimi, contro ogni pronostico sono saliti meritatamente in Serie A lasciando indietro squadre più blasonate. Sarà difficile, ma mi auguro che possano raggiungere la salvezza”.
Cosa pensa del 3-5-2 che si alterna col 4-4-2, come si è visto contro il Livorno?
“Credo che Castori sa fare benissimo il suo lavoro e saprà trovare il sistema di gioco migliore. Tanti nuovi giocatori portano uno spirito nuovo e magari un modo diverso di giocare. L’importante è mantenere una buona ossatura della squadra che ha ben fatto in due anni di Serie B. Sono curioso di vedere i ragazzi contro la Sampdoria a Marassi”.
Quali armi servono al Carpi per salvarsi?
“Il Carpi, oltre ad avere una notevole tenuta fisica, ha sempre giocato molto bene in contropiede e aggredendo la profondità. Con queste armi ha vinto lo scorso campionato oltre a tante gare in trasferta. Vedremo come si presenterà a Genova”.
Quanto perde il Carpi andando a giocare a Modena?
“Si perde molto, al Cabassi si sentiva il calore dei tifosi. Sicuramente non è bello per alcuni andare a Modena, però penso che la squadra renderà bene anche al Braglia”.
Quali giocatori del Carpi ti porteresti nella tua squadra?
“Me ne porterei via tanti (ride, n.d.r.). Tipo Porcari, Di Gaudio, Bianco, Romagnoli… Sono tutti giocatori forti e bravissimi ragazzi, sanno allenarsi e hanno dato tanto con molta dedizione“.
Contro il Livorno Di Gaudio ha spaccato la partita. Si può cedere un giocatore come lui?
“Sono circa venti anni che alleno e uno come Di Gaudio, che salta costantemente l’avversario con velocità, l’ho visto poche volte. Uno così non lo manderei mai via“.
Come si fa ad allenare spesso subentrando a stagione in corso come hai fatto tu?
“Questa cosa mi succede da qualche anno e non è che mi piaccia tanto (ride, n.d.r). Me lo chiedo anch’io perché mi chiamano solo quando le cose vanno male. Mi dispiace perché mi piace allenare e conoscere per bene la Società e la squadra che ho. Subentrare è una situazione difficile, a volte si può non raggiungere la salvezza o centrare un obiettivo dichiarato. Purtroppo nel calcio italiano, qualsiasi sia la Società o la categoria, c’è poca pazienza e si vuole tutto subito”.
In Serie B Cagliari e Cesena sono destinate a salire di categoria?
“Vedendo le squadre direi che il Cagliari è favorito, però ricordiamoci che nessuno dava favorito il Carpi. La Serie B è sempre stata difficile ed equilibrata, molte squadre ingranano col passare delle partite. Oltre a Cagliari e Cesena, mi fanno una buona impressione Vicenza e Pescara“.