Lapam Confartigianato si schiera apertamente con Slow Food nella campagna a salvaguardia della legge 138 del 1974 che, caso unico nell’Unione Europea, vieta in Italia l’utilizzo di latte in polvere nelle produzioni casearie.
Cardine della campagna è la petizione lanciata da Slow Food, che ha visto oltre 130.000 firme sottoscritte attraverso la piattaforma Change.org e la raccolta cartacea. Obiettivo dell’iniziativa di Slow Food è mettere in luce le criticità che conseguirebbero dall’annullamento della legge richiesto dall’Unione Europea.
“Come Lapam Confartigianato Alimentare – sottolinea il presidente di categoria, William Toni – invitiamo i nostri soci e tutti i cittadini a firmare online la petizione per far sentire alta la voce dei produttori caseari di Modena e Reggio Emilia. Lapam Confartigianato, infatti, rappresenta imprenditori che fanno della qualità la caratteristica distintiva dei prodotti. La stessa qualità che rappresenta il made in Italy di eccellenza noto in tutto il mondo. L’agroalimentare è un settore cruciale tra gli indiscussi motori economici del nostro territorio e dell’intero Paese: nel primo trimestre del 2015 le nostre esportazioni sono aumentate del 9,3%, nonostante le difficoltà con la Russia. Accettare il sollecito dell’Ue ad eliminare la legge 138 del 1974 significherebbe sgretolare un tessuto produttivo e commerciale costruito con fatica nell’arco di decenni, abbassando drasticamente la qualità dei prodotti caseari su larga scala. Così facendo – sottolinea Toni – oltre a danneggiare i piccoli produttori, renderemmo le produzioni DOP e IGP meno accessibili alle fasce con minore potere d’acquisto e presteremmo il fianco ad un meccanismo che inevitabilmente ridurrà gli standard qualitativi dei prodotti caseari. Prodotti che nel nostro territorio tra le province di Modena e Reggio Emilia raggiungono le vette dell’eccellenza mondiale”.
Grazie a una proroga accordata dall’Ue, c’è tempo fino al 29 settembre per sostenere il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Maurizio Martina, che ha affermato di voler difendere la legge italiana, e con essa centinaia di piccole produzioni e il patrimonio di latti, mestieri, tecniche, tradizioni e comunità.