Più di 180 tra imprenditori, dirigenti elettivi e funzionari hanno partecipato alla tre giorni a Riva del Garda
“Io non voglio fallire”. Serenella Antoniazzi, imprenditrice veneta e autrice di questo libro, ha aperto il convegno imprenditori Lapam a Riva del Garda. Davanti a più di 180 tra imprenditori, dirigenti elettivi e funzionari, la Antoniazzi ha raccontato con grande passione la sua storia, nata da un fallimento ‘sospetto’ della ditta principale committente della sua impresa, che l’ha portata sull’orlo della chiusura. Antoniazzi, con parole molto efficaci, ha ricordato i momenti più difficili, sottolineando l’importanza dell’associazione che può sostenere in modo concreto chi vive situazioni di questo tipo, anche tramite un pungolo puntuale alla politica.
Dopo i lavori di gruppo (su temi welfare, credito, fisco, burocrazia, turismo, marketing) il convegno si è chiuso con una tavola rotonda che ha visto impegnati il presidente nazionale Confartigianato, Giorgio Merletti, il presidente Confartigianato Emilia Romagna, Marco Granelli e il professor Giuseppe Roma, già presidente del Censis.
“Il ruolo dell’associazione è ripartire dalla rappresentanza di prossimità – ha sottolineato Granelli – che è stata ben declinata da Lapam in questi tre giorni di convegno con lavori di gruppo che hanno prodotto proposte che saranno molto utili nei momenti di interlocuzione e di confronto con la Regione Emilia Romagna”
“Alla politica chiediamo rispetto – ha spiegato Giorgio Merletti -. Rispetto per chi ha il coraggio di vivere in un Paese in cui la c’è una burocrazia pesantissima, si pagano troppe tasse, alle volte assurde, e per mandare avanti le proprie aziende si fanno sacrifici ogni giorno”. “Il ceto medio alla parte intermedia della società e anche il rapporto tra cittadini, imprese e pubblica amministrazione non è stato mediato da corpi intermedi – ha detto Giuseppe Roma – Adesso però ci stiamo accorgendo che il rapporto diretto non basta più. I corpi intermedi della rappresentanza devono cambiare, devono essere una cosa diversa, ma sono il fulcro centrale sia a livello sociale che di sistema di impresa e soprattutto per mantenere una coesione di sistema Italia senza la quale il Paese non riuscirà a riprendersi e ad andare avanti”.
“Sono stati tre giorni molto produttivi – ha sottolineato il segretario generale Lapam, Carlo Alberto Rossi – in cui tutti gli imprenditori presenti sono stati protagonisti e hanno dato il loro fattivo contributo per dare risposte alle tematiche trattate. Essere propositivi per una associazione come la nostra significa non solo far emergere problemi ma anche valutare le possibili soluzioni e creare proposte da far valere a livello locale ma anche a livello regionale e nazionale. Insieme, tra imprenditori e funzionari, abbiamo definito strategie e strumenti per sostenere le imprese nel loro lavoro quotidiano”.
“Questi tre giorni e soprattutto questo confronto finale con i presidenti Confartigianato regionale e nazionale ci hanno dato la forza di essere ancora più coraggiosi nel portare avanti le nostre istanza – ha concluso Erio Luigi Munari, presidente generale Lapam -. Senza il ceto medio non potremmo più parlare di welfare, non potremmo più parlare di piccola media impresa diffusa, né di un mondo che fino ad oggi ha salvato questa nazione”.