Il Carpi si sta “ri-castorizzando”. Era giusto, per non dire naturale, che così continuasse ad essere da questa estate ed è giusto che lo sia di nuovo. D’altronde uno dei comandamenti di Giuntoli era “vietato snaturalizzarsi”. La squadra si sta ritrovando, è consapevole che c’è una salvezza da raggiungere e che le uniche preoccupazioni possono essere la classifica o, nel peggior caso, un gioco senza meta. Tutto qui, senza ingombranti pressioni, senza giochetti machiavellici.
Nelle prime cinque partite del “Castori-bis”, che hanno coinciso con la fine del burrascoso ciclo di Sogliano e Sannino, il timore e le incertezze si stanno sostituendo con la grinta e la determinazione dello scorso campionato di Serie B. È un processo che avviene lentamente, ma che si spera stia giungendo allo stato adeguato. La vittoria a Genova (che, classifica alla mano, era uno scontro diretto) e il pareggio contro “la squadra più titolata del mondo”, insieme al prestigioso passaggio agli Ottavi della Coppa Italia, hanno rimesso in carreggiata il Carpi nella corsa salvezza. I punti sono 10 e il quartultimo posto è occupato dal traballante Palermo con 15, a +1 sul Frosinone terzultimo che al Matusa non perdeva da ben cinque turni. Il Verona, tristemente ultimo con 6 punti, sembra un pugile suonato senza dentiera (ogni riferimento a Del Neri è pura casualità).
Tenendo conto che il girone di ritorno sarà un campo minato fino alla sesta/settima gara contro il Torino e che ci sarà lo scontro diretto contro i rosanero alla terza giornata, occorre finire al meglio le ultime quattro partite dell’girone d’andata. A parte la Juventus di questi tempi, l’impressione è che Zaccardo e compagni, senza fare voli inconscenti alla Icaro, possano giocarsela ad armi pari contro Empoli, Lazio e Udinese. Il punto interrogativo sono le Aquile: o si risollevano prima del 6 gennaio oppure sarà sempre più crisi di risultati e, a differenza del Carpi, di identità e di gioco.
L’Empoli, seppur come Sassuolo e Chievo sia messo bene in classifica (decimo con 21 punti), è sempre un rivale diretto in chiave salvezza e bisognerà affrontarlo con il coltello tra i denti. È una squadra giovane ma che sa giocare a calcio attraverso giocate manovrate e velenosi palloni da fermo, specialità lasciata in dote da mister Sarri. Servirà come sempre grande attenzione e un pizzico di coraggio per espugnare un campo dove sono cadute teste importanti (Sassuolo, Genoa e Lazio) ma dove pure i toscani hanno lasciato le penne a testa alta (Chievo, Atalanta e Juventus).
Empoli sarà il primo assaggio di Toscana prima di presentarsi tre giorni dopo a Firenze per l’Ottavo di Coppa contro la Fiorentina. Sembra scontato dirlo, ma è vietato partire battuti in una partita secca e in appuntamento storico come questo.
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