I punti che danno morale ora non contano. Per il Carpi, penultimo con 11 punti e fresco di pareggio per 0-0 a Roma contro la Lazio, vincere contro l’Udinese questo sabato è un obbligo perché non si può sempre sperare che le dirette concorrenti perdano. Vincere come se non ci fosse un domani. Vincere per chiudere al meglio il girone d’andata di questa Serie A e guardare l’orizzonte con maggiori speranze. Andiamo ad analizzare il momento del club bianconero, nato nel 1896 e vincitore di 2 campionati di Serie B nel 1956 e nel 1979 e di 1 Coppa Intertoto nel 2000.
RENDIMENTO – L’Udinese è undicesimo con 24 punti insieme a Lazio e Atalanta, quindi a +9 sul Frosinone terzultimo (15). Finora ha raccolto 7 vittorie (4 nelle ultime 6 gare, le più recenti a Torino per 1-0 e contro l’Atalanta per 2-1; l’ultima in trasferta contro il Chievo il 29 novembre per 3-2), solo pareggi (l’ultimo risale primo novembre, 0-0 casalingo contro il Sassuolo) e 8 sconfitte, le ultime due abbastanza rovinose contro Inter (4-0 al Friuli) e Fiorentina (3-0 al Franchi). I gol fatti sono 17 e i gol subiti sono 25. In Coppa Italia il cammino si è interrotto agli Ottavi di Finale in trasferta contro la Lazio (2-1) dopo aver superato l’Atalanta nel Quarto Turno e il Novara nel Terzo, in entrambi i casi vincendo 3-1.
ORGANICO – Il miglior marcatore dell’Udinese è il 32enne francese ex Chievo Cyril Thereau con 6 reti, tra cui una decisiva nel successo contro la Juventus alla prima giornata e una ieri contro l’Atalanta. Lo seguono con 3 gol il centrocampista ghanese Badu e il colombiano ex Napoli Duván Zapata, appena rientrato dopo tre mesi di infortunio. Recentemente si sta facendo notare il 20enne attaccante croato Perica, in prestito dal Chelsea e a segno contro il Torino al Comunale e contro la Dea. La squadra ha molti stranieri, è giovane ma parecchio esperta e conta con il portiere della Grecia Karnezis; in difesa ecco Domizzi, il brasiliano Danilo e il paraguagio Piris; a centrocampo oltre a Badu c’è l’interssante ala destra svizzera Widmer, il cileno ex Malaga Iturra, il Cecchino delle punizioni Lodi (1 gol), il portoghese Bruno Fernandes e Panagiotis Koné, il greco dai gol impossibili (chiedere al Napoli).
Nonostante abbia segnato solo 3 reti (2 in Coppa Italia) merita una menzione a parte il 38enne Antonio Di Natale, autentico simbolo dell’Udinese. Per Totò, in Friuli dal 2004, parlano i record in maglia bianconera: 438 presenze (337 in Serie A, 37 a livello continentale) e 226 gol (17 tra Champions ed Europa League, 190 in A che lo rendono il sesto in assoluto e il secondo in attività dietro a Totti), oltre a 3 titoli di capocannoniere (2 volte consecutive in A nel 2010 e nel 2011 e nel 2015 in Coppa Italia).
ALLENATORE – Stefano Colantuono, ex difensore di 53 anni, allena l’Udinese da questa estate dopo il flop di Stramaccioni. Da allenatore ha legato il suo nome all’Atalanta, club che ha diretto in due cicli cominciati con le vittorie di 2 campionati di Serie B nel 2006 e nel 2011. Dopo cinque stagioni molto buone, nel marzo del 2015 fu esonerato e sostituito con Reja quando la squadra era vicina alla zona retrocessione. Ritiratosi nel marzo 2002 dopo aver giocato dall’Interregionale fino alla Serie A con varie squadre (tra cui Pisa, Avellino e Como), ha ottenuto sempre risultati di prestigio già agli esordi in panchina con la Sambenedettese, promossa in C1 pochi mesi dopo aver appeso gli scarpini al chiodo. In B perse due Finali Play-off col Perugia nel 2005 e nel 2010 col Torino che lo aveva beffato proprio quando allenava i Grifoni. Può vantare anche tre fugaci esperienze a Palermo tra il 2007 e il 2008. A Bergamo si era imposto con un aggressivo e veloce 4-3-3 ma all’Udinese sta provando anche il 3-5-2.
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