TABELLINO
LAZIO-CARPI 0-0 (Serie A 2015-2016 – 18a giornata – Andata)
LAZIO (4-3-3): Berisha 6,5; Konko 5,5, Mauricio 5,5, Hoedt 5, Radu 5,5; Onazi 6,5, Cataldi 5,5 (63′ Klose 5), Parolo 6; Felipe Anderson 4 (46′ Keita 6), Matri 5,5 (82′ Djordjevic s.v.), Candreva 6,5. A disp.: Guerrieri, Matosevic, Braafheid, Patric, Prce, Mauri, Morrison, Oikonomidis. All.: Pioli 6.
CARPI (4-3-3): Belec 6; Zaccardo 6,5, Romagnoli 6,5, Gagliolo 6,5, Letizia 6,5; Lollo 6, Cofie 6,5, Marrone 6 (70′ Crimi 6); Pasciuti 6, Mbakogu 6 (80′ Martinho s.v.), Di Gaudio 6 (55′ Lasagna 6). A disp.: Brkic, Suagher, Gabriel Silva, Daprelà, Borriello. All.: Castori 7.
Arbitro: Carmine Russo di Nola.
Ammoniti: Pasciuti (C), Cataldi (L), Onazi (L).
Espulsi: nessuno.
Recupero: 0′ p.t.; 5′ s.t.
TOP
Castori (all. Carpi) 7: lasciando stare Borriello e i suoi eventuali mal di pancia, il mister ha piantato in campo una squadra senza timori che ha saputo soffrire (poco) e offendere. Perfetti in difesa, lesti nel rubare palla pressando a tutto campo e nel attaccare con contropiedi e lanci lunghi. Il colpaccio da tre punti non sarebbe stato un furto, però come in altre occasioni la mira non è stata impeccabile. Quasi cento giorni fa l’Olimpico gli fu momentaneamente fatale contro la Roma, ma oggi ha fatto vedere che nulla è scontato per il suo Carpi. Una vittoria contro l’Udinese sarebbe il massimo per affacciarsi al girone di ritorno con maggiori speranze di risalita.
Letizia (Carpi) 7: nel primo tempo annulla con una facilità disarmante Felipe Anderson che non vedrà il campo nella ripresa. Konko è più difficile da controllare, ma Leti non perde mai la concentrazione. Candreva, nonostante si muova molto, non esplode come sa fare. Si vede poco in attacco, ma con Zaccardo rappresenta le due fasi di gioco in egual misura visto come si sono gestiti.
Romagnoli-Gagliolo (Carpi) 7: Matri, Klose (il curriculum dice che è un Campione del Mondo) e Djordjevic non impegnano mai Belec soprattutto grazie alla loro prestazione fatta di aggressività e decisione nelle giocate. Con il dirottamento di Zaccardo a destra questa è la sesta gara consecutiva in cui giocano insieme, riassemblando il muro che contribuì alla promozione in Serie A.
Berisha (Lazio) 6,5: a Roma lo criticano parecchio, ma questa volta ha messo ordine in una difesa cronicamente insicura e autolesionista. Nel primo tempo Di Gaudio lo grazia col suo destro a giro dal limite. Nel secondo Zaccardo gli calcia addosso e lui è bravo nel restare più freddo, mentre al 94′ non si scompone quando Lasagna gli arriva a tu per tu sulla linea di fondo (!!!) dopo aver rubato palla a Konko. Hoedt per poco non lo batte per due volte. Esce bene nelle prese basse e alte, ma se i compagni sono questi c’è poco da fare.
Onazi (Lazio) 6,5: non è facile sostituire Biglia, ma il nigeriano se l’è cavata bene. Presente sia in fase di rottura insieme a Parolo che di costruzione sulla trequarti. Graziato in occasione del gol di Zaccardo dato che lo tiene in gioco mentre rientra dopo la semi-rovesciata di Romagnoli. Dicono che sia in partenza, ma il suo lo mette sempre anche se non è molto tecnico.
FLOP
Felipe Anderson (Lazio) 4: Lotito lo deve vendere senza pensarci tanto se è vero che il Manche$ter United lo vuole per quasi 50 milioni di euro (???). Poi come investirà quei soldi è questione ignota. Tornando alla partita, fatica maledettamente a superare Letizia, combina poco con un Konko più brillo. L’unica volta che va al tiro dentro l’area spara fuori malamente. Non incide. Pioli infatti ci ripensa e prima della ripresa butta nella mischia Keita. È giovane (22 anni) e ha talento, ma la continuità e la personalità nel calcio contano tantissimo se pensiamo che nei primi cinque mesi del 2015 sembrava un fenomeno capace di guidare da solo i compagni. Dovrebbe chiedere qualche consiglio al suo amico Neymar che gioca nel Barcellona.
Konko (Lazio) 5,5: lo specchio della difesa della Lazio. In attacco non ha fatto una brutta figura perché insieme a Candreva è stato tra i più propositivi con vari dribbling, cross e anche un tiro da lontano che avrebbe fatto cadere l’Olimpico. Però in difesa, come a turno tutti i suoi compagni (un po’ meno Radu che si limita al compitino), si “addormenta” clamorosamente nelle tre volte in cui il Carpi sfiora il gol con Di Gaudio, Zaccardo e Lasagna. Kevin addirittura prima gli contro-ruba il pallone sulla trequarti quando serve il capitano, poi gli soffia la palla al 94′ sulla linea di fondo e qui si immola Berisha sul primo palo. Leggerezze e superficialità simili si possono pagare caro ma la Lazio non impara mai.
MENZIONE SPECIALE TOP
Zaccardo (Carpi) 6,5: Non c’è Borriello e il suo titolo da spauracchio della Lazio da 7 gol in carriera, ma nemmeno lui scherza dall’alto dei 2 centri messi a segno tra il 2001 e il 2002 col Bologna. Al 4′ conferma la tradizione con un piattone da distanza ravvicinata nella “sua” porta, Onazi lo tiene in gioco mentre rientra con un piede, ma Russo (il guardalinee o altri) annulla tutto senza esitazioni. Curioso il fatto che nessun biancorosso abbia esultato convintamente, nemmeno il capitano. Il resto della gara è di pura accademia visto che non va mai in affanno e corre per tutta la fascia con la sua devastante pacatezza. Il destino sotto forma di Konko pressato da Lasagna lo mette di nuovo davanti a Berisha che vince la sfida dei nervi bloccando a terra un tiro forte e velenoso. Peccato.
MENZIONE SPECIALE FLOP
Lotito (pres. Lazio) -10: le piccole “che non contano un c****” non le vuole in Serie A perché alla sua Lazio sanno mettere il bastone tra le ruote. In dieci anni di gestione l’elenco è esilarante. Citiamo le più memorabili come Chievo, Siena, Empoli, Reggina, Messina, Livorno, Catania, Cesena, Novara, Sassuolo, Frosinone (che quasi vinceva all’Olimpico) e Carpi.
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