Ieri sera il sindaco di Carpi Alberto Bellelli ha parlato al Circolo Arcobaleno di Santa Croce con una trentina di tifosi del Carpi F.C. 1909, precisamente del gruppo Ultras Guidati dal Lambrusco che in questa stagione di Serie A ha deciso di rinunciare alle gare “casalinghe” che si giocano allo Stadio Braglia di Modena. L’occasione si è presentata nel corso dell’ultimo incontro con la politica locale dell’iniziativa La Città che vogliamo.
Queste alcune delle dichiarazioni del sindaco della Città dei Pio: “Il Comune non può spendere tanti soldi per cose che dovrebbe fare un altro. Ne parlavamo al Queens in estate con Giuntoli. Serve una gara per il diritto di superficie. Il Comune deve guardare prima agli sport di base e alle attività giovanili perché sono più sostenibili. Inoltre sono molto arrabbiato per i muri imbrattati con la scritta “Il Carpi solo a Carpi” perché, pur rispettando la vostra posizione, rappresentano danni alla città”.
Il Comune paga 100 mila euro annui per la manutenzione dello Stadio Cabassi. La delegazione dei GDL ha chiesto chiarimenti sull’articolo 3 della convenzione sulla gestione dell’impianto. Tale articolo stabilisce che l’accordo (valido dal primo settembre 2013 fino al 30 giugno 2023) decada automaticamente se la Prima Squadra del Carpi gioca, nel periodo stabilito, in un altro impianto sportivo che non sia il Cabassi. In altre parole, il club e i tifosi sono letteralmente “sfrattati da casa” e non hanno diritto a stare lì.
I GDL, che seguono Pasciuti e compagni solo nelle vere trasferte, esigono una maggiore collaborazione tra Comune e Società per sistemare il Cabassi in caso di un’eventuale Serie B. Ricordiamo che il Carpi può valutare di restare a Modena anche per la prossima stagione. Al sindaco è stato chiesto di fare sempre il primo passo verso Bonacini per trattare e fare un progetto, anche attraverso la ricerca e l’intervento economico di altri sponsor non per forza carpigiani. Per la cadetteria servono minimo 7 mila posti contro i circa 4200 attuali. Si parla di circa tre milioni di euro in ballo. Ancora una volta sarà la volontà e, citando Cristiano Giuntoli, “l’unione d’intenti” a fare (o almeno provarci) la differenza.
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