Ieri verso mezzogiorno un gruppo di tifosi del Carpi guidato dai Panthers si è recato presso la Basilica di Superga, situata sopra una collina a mezz’ora da Torino. Il viaggio in pullman era partito dal parcheggio dell’antistadio vicino al Cabassi intorno alle 7:30 e, prima di recarsi allo Stadio Olimpico per assistere a Torino-Carpi, era previsto un pellegrinaggio alla lapide dedicata al Grande Torino che il 4 maggio del 1949 perse sventuratamente la vita in uno schianto aereo mentre rientrava a casa da Lisbona dopo un’amichevole contro il Benfica. Sono stati depositate due bandiere e una sciarpa del Carpi, gesto ripetuto nel corso degli anni da tantissime tifoserie provenienti da ogni parte d’Italia e accomunate dal rispetto nei confronti di un pezzo importante della storia del calcio tricolore e mondiale. Dopo la visita della Basilica, conclusa nel 1737 e tomba di alcuni Re della famiglia Savoia, c’è stato un sostanzioso pranzo nei pressi del parcheggio. Intorno alle 13:00 la delegazione è partita verso l’Olimpico. Presenti alcuni membri di Quelli del Camper Biancorosso.
IL GRANDE TORINO – Il club era un’istituzione negli anni ’40: vinse lo Scudetto nel 1942 e tre di fila dal 1945 al 1948, più quello del 1949 assegnato a tavolino dalla F.I.G.C. quando mancavano quattro giornate alla fine del campionato di Serie A. Nell’incidente, causato da problemi meccanici e ambientali (vento e nebbia) perì tutto l’equipaggio composto da 31 persone, tra cui 18 giocatori, lo staff tecnico (compresi gli allenatori Erbstein e Lievesley), tre giornalisti, i dirigenti e gli accompagnatori. Il presidente Ferruccio Novo (nonché fresco c.t. azzurro) e cinque giocatori (Giuliano, Balbiano, Biglino, Gandolfi e Tomà) scamparono alla tragedia in quanto rimasti in Piemonte per infortunio o malattia. L’Italia attingeva molto dal Torino: nel 1947 10 giocatori su 11 sfidavano e battevano in amichevole l’Ungheria per 3-2. Tra i morti c’erano il capitano di quell’Italia Valentino Mazzola oltre ad altri nazionali come Ezio Loik, Gugliemo Gabetto e Giuseppe Grezar. Ai giocatori Danilo Martelli, Franco Ossola, Mario Rigamonti e Romeo Menti sono stati dedicati gli stadi di Mantova, Varese, Brescia e Vicenza (per Menti il discorso vale pure a Castellamare di Stabia).
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