Simone Verdi, attaccante del Carpi, è intervenuto stasera nel programma Sport Qui – Speciale Serie A, andato in onda su TVQui (canale 89) e condotto da Davide Setti.
Contro il Bologna ti sei infortunato dopo 22′ al tuo esordio da titolare. Come stai?
“Ho una lesione di primo grado del flessore destro. Non è nulla di grave ma è meglio se stò fuori una quindicina di giorni per evitare sorprese. Mi dispiace perché stavo trovando spazio e condizione. Spero di rientrare contro l’Hellas Verona”.
Che squadra hai trovato e come valuti questi tre pareggi consecutivi?
“Ho trovato un ambiente simile a quello di Empoli. Ci sono molti ragazzi giovani e umili che vogliono migliorarsi e che stanno facendo esperienza al primo in Serie A. Il calendario è stato impietoso perché nelle prime sei giornate avevamo di fronte quattro prime della classe contro cui siamo stati all’altezza. Ora veniamo da tre pareggi di fila, tutto sommato abbiamo fatto risultati importanti perché a Bologna tutte le grandi hanno sofferto e noi non abbiamo sfruttato alcune occasioni nel primo tempo. A partire da domenica dobbiamo vincere più partite possibili sennò diventa molto difficile salvarsi”.
Contro il Frosinone pensi che sia una gara fondamentale?
“Battere il Frosinone non è importante ma non fondamentale. Una vittoria ci permetterebbe di ridurre la distanza che ci separa in classifica. È vero che mancano dieci partite alla fine e ci sono trenta punti a disposizione, ma dopo bisognerà fare di più anche contro l’Hellas Verona. In queste due partite non dobbiamo assolutamente perdere”.
Cosa pensi di Carpi città e squadra?
“Carpi come città non pensavo che fosse così carina. Quando ero all’Eibar me ne parlò benissimo Mattia Pasini con cui ho fatto alcuni anni nella Primavera del Milan. Mi preparò a livello fisico e mentale (ride, n.d.r.). La squadra credo che sia buonissima, sappiamo che manca esperienza ma è tempo di crescere ed esprimere il nostro potenziale”.
Sei reduce da cinque mesi in prestito dal Milan nel Paese Basco con l’Eibar. Hai qualche ricordo speciale di quella esperienza?
“Ho giocato poco prima per un problema fisico e poi perché l’allenatore, che mi vedeva come trequartista, non mi trovava un ruolo nel suo 4-4-2. È impossibile da dimenticare il mio esordio da titolare nella Liga in uno stadio bellissimo come il Camp Nou contro il Barcellona, la squadra più forte del mondo. Se mi rivedo nelle immagini ancora non ci credo. Perdemmo 3-1 ma credevamo di fare il colpaccio perché vincevamo 1-0. Poi purtroppo si svegliò Suarez e fece una tripletta. Fortunatamente quella sera mancò Messi per infortunio”.
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