Il primo aprile 2015 il Carpi batteva 3-0 il Bologna in un Cabassi gremito e speranzoso. In meno di una settimana il campionato di Serie B era stato ammazzato. Dopo il “sacco di Vicenza” del 28 marzo, i biancorossi di Castori cominciavano a preparare il biglietto in prima classe verso la Serie A. Difficile da credere per i supporters biancorossi, però è successo. Immaginate poi cosa bolliva dalle parti del Nettuno di Giambologna visto che qualcuno, per nascondere la mediocrità di una stagione a una traversa dal fallimentare, si lamentava con frasi “eh, Bologna inguardabile… ma non si può giocare in un campo di patate col velodromo”.
Il primo aprile 2016, alla vigilia di un altro decisivo derby (questa volta contro il Sassuolo), il Cabassi è in silenziosa attesa. Con tutte le forze (ma proprio tutte), domani al Braglia di Modena dovrebbe esserci un tifo caldo come un anno fa contro il Bologna e come richiederebbe ogni buon derby. I Guidati dal Lambrusco, salvo clamorosi ripensamenti, non verranno ma la loro opinione è stata chiara per l’ennesima volta.
Prima che fosse rimosso in tarda mattinata, lo Stadio Cabassi di cartone che hanno esposto nel pronao del teatro Comunale ha fatto impressione. C’erano le porte ma non le linee del campo. Era il terreno ideale per i giocatori di Subbuteo, rimpiazzati dalla allegra triade Muzzarelli-Bonacini-Bellelli, intenta a fare un torello. Grazie alle gigantografie di alcune foto storiche, il Cabassi in miniatura era tutto esaurito. I Distinti fumanti di rosso e quasi attaccati al campo in english style (scusa, cosa dice il bilancio comunale? Nemmeno una riga?). La Curva Nord accogliente con quel “Bentornati a casa” del 27
maggio 2012 che, in Lega Pro, sembrava fare definitivamente pace con una travagliata storia di ottant’anni senza grandi mutamenti. Un “bentornati a casa” che ha resistito nonostante le scosse di un terremoto arrivato soli due giorni dopo. A distanza di tre anni quello striscione sembra dire “Arrivederci?”. Infine, ad abbracciare questa simpatica riproduzione ecco un bianco trapo (striscione in gergo sudamericano) che recita “Giocare a Carpi? Basta volerlo!”.
“Basta volerlo”. Potrò sembrare banale, quindi premetto che non sono un giornalista/banchiere/architetto/contabile/politico/assessore/imprenditore/eccetera. Concordo che la volontà è il primo mattone per costruire cose e persone, ma dopo la promozione in Serie A non c’è stato un progetto serio per adeguare il Cabassi ai 7000 posti che servirebbero almeno per la Serie B. I soldi ci sono ma vengono investiti in altre ristrutturazioni, senza tener conto della visibilità che sta avendo il Carpi in questo anno così esaltante e particolare. Sembra veramente che lo Stadio rimarrà in mano della Provvidenza e dell’amore nostalgico dei suoi tifosi almeno fino a una proroga della Lega di Serie B o una ricaduta fragorosa in Lega Pro o in D.
C’è poco da ridere. Il 10 febbraio il sindaco Bellelli aveva parlato con una delegazione dei GDL che voleva chiarimenti riguardo l’articolo 3 della convenzione sulla gestione del Cabassi. La riunione si chiuse senza particolari novità: tutto resta fermo perché nel bilancio comunale lo Stadio non viene preso in esame. Non c’è nessun progetto e quell’articolo stabilisce che l’accordo (valido dal primo settembre 2013 fino al 30 giugno 2023) decade automaticamente se la Prima Squadra del Carpi gioca, durante il periodo stabilito, in un altro impianto sportivo che non sia il Cabassi. Burocraticamente, con il trasferimento a Modena per giocare in Serie A, il club e i tifosi sono già stati “sfrattati da casa”. Il 19 febbraio è stato approvato il bilancio preventivo del 2016: senza togliere importanza alle altre strutture che sono citate (Palazzo dei Pio, Torrione degli Spagnoli, raccolta differenziata porta a porta, giardino del Teatro che non mi sembra stia così male però vabbè…), per il Cabassi non c’è nemmeno una riga.
O manca totalmente la volontà da parte del Comune (e dopo della Società) di fare i lavori; o non si sa come e chi può “correggere” il Cabassi; o non si saprebbe dove fare un nuovo Cabassi partendo da zero; o non si cercano imprenditori che possano investire (non per forza carpigiani). Accontentiamoci per ora di un campo in manto sintetico dal valore di 1.400.000 euro. Sperando che le misure siano giuste. Almeno i giocatori in inverno si risparmieranno una quarantina di minuti di macchina verso Fiorano. Era ora, no? No, scusate… Il campo è in project financing, quindi non si farà finché non arriverà un privato di buon cuore pronto a pagarlo. La solita storia. Evvai… Città dello Sport!!!
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