Raphael Martinho, centrocampista brasiliano del Carpi, ha parlato stasera nel programma Sport Qui – Speciale Serie A, andato in onda su Tv Qui e condotto da Davide Setti.
Avete fatto sette punti tra Genoa, Milan ed Empoli e siete quartultimi da cinque giornate. Come avete vissuto questa settimana?
“Per noi è stata una settimana clou, abbiamo preso sette punti importanti in tre gare difficili. Ci giocavamo tanto e siamo stati bravi ad allontanarci dal Palermo”.
Come vi ha preparato Castori a questo trittico?
“Il mister ha cercato di farci pensare partita dopo partita. Contro il Genoa ha messo i migliori, poi contro il Milan ha cambiato sei giocatori in vista dell’Empoli. Tutti abbiamo fatto il meglio possibile”.
Contro l’Empoli è stata una vittoria molto sudata.
“Sì. Anche se l’Empoli era in dieci, noi avevamo perso profondità e non trovavamo spazi. C’è stata un po’ di ansia di vincere, qualche errore nostro e qualche contropiede sprecato da loro. Fortunatamente non ci siamo scoraggiati e sono arrivati i tre punti”.
Credevate si essere quartultimi a tre giornate dalla fine?
“In estate pensavamo che non sarebbe stata una salvezza semplice. Cercheremo di prendere più punti possibili e di soffrire meno, ma la sofferenza fa parte di questo gruppo dove ognuno sa cosa deve fare in campo. Credo che ci giocheremo molto al Braglia contro la Lazio”.
Come arrivate allo Juventus Stadium che festeggerà il quinto Scudetto consecutivo?
“Ci sono sempre tre punti in palio contro i campioni d’Italia. Anche al Meazza ci davano per sfavoriti e per poco non vincevamo. Servirà una prestazione simile a quella contro il Milan”.
Come valuti la tua stagione?
“Penso di aver fatto bene ma senza continuità per colpa di qualche infortunio. Non ho fatto il ritiro estivo, ho dovuto entrare in condizione con ritardo”.
Hai giocato solo nove partite, ma complessivamente sei un “portafortuna”.
“Sì, le uniche partite che il Carpi ha perso con me in campo sono state contro Empoli all’andata e Napoli al San Paolo (ride, n.d.r.). L’importante è che arrivino i risultati, io cerco di farmi trovare preparato”.
Lasagna vi continua a offrire la pizza dopo ogni gol?
“Ha pagato solo dopo il primo gol, poi ha cominciato a montarsi la testa (ride, n.d.r.)”.
Come avete vissuto la vittoria per 2-0 del Palermo a Frosinone? E, da ex, cosa pensi della retrocessione dell’Hellas dove hai giocato dal 2011?
“Il pareggio era più utile, però alla fine conta quello che facciamo noi in campo. Il Verona ha fatto due stagioni appoggiandosi a Toni, un vero trascinatore. Nel primo anno in A ricordo che segnavamo tanto e per poco non eravamo in Europa League. Mi dispiace che sia retrocesso, spero che possa risalire”.
A che livello è arrivata questa Juventus?
“La Juventus per me è alla pari di Barcellona e Bayern Monaco. Ha vinto il quinto Scudetto con una rimonta incredibile. Si merita un grande applauso. Speriamo di fermare i suoi risultati positivi, anche perché la gara d’andata e il gol del pareggio fallito da Lollo nel recupero ancora ce lo ricordiamo. Inoltre troveremo una bolgia impressionante che deve caricarci di più”.
Come avete vissuto e superato il via-vai del mercato invernale?
“Era un periodo strano, pensavamo alla partita da giocare ma sapendo che forse un compagno se ne sarebbe andato. I nuovi arrivati si sono integrati subito e siamo risaliti da quando abbiamo pensato a ogni singola gara in modo ancora più minuzioso”.
Cosa pensi delle polemiche di Zamparini riguardo le decisioni arbitrali di Carpi-Empoli?
“Con gli errori arbitrali che ci sono stati contro di noi la classifica sarebbe sicuramente diversa. È meglio se lasciamo parlare il campo”.
Come hai vissuto la scorsa stagione con il Catania?
“La squadra era ben attrezzata, sembrava che potesse salire subito in Serie A. Purtroppo siamo stati dimezzati dagli infortuni, sono stati inseriti molti Primavera e il gruppo storico degli argentini fu visto in inverno come un insieme di capri espiatori da mandare via. Nulla andò bene”.
Come fu il tuo primo impatto con la Serie A nella stagione 2010-2011, vissuto anche con un allenatore emergente come Simeone?
“Lo Monaco mi scoprì nel Paulista vedendomi giocare contro il Palmeiras da terzino. Quando sono arrivato a Catania ero circondato da argentini ma mi sono trovato benissimo. Nel primo anno ho avuto come allenatore prima Giampaolo che mi ha insegnato a difendere e a essere più elastico sul campo. Poi è arrivato Simeone, una grande persona che vive tutto a mille e dà molta carica a tutti. Si è conquistato questi traguardi con i suoi meriti”.
Hai o avevi qualche idolo?
“Mi ispiro a Kaká come calciatore e persona”.
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