Prima dei due rigori sbagliati contro la Lazio, entrambi parati a sinistra da Marchetti, Jerry Mbakogu con il Carpi aveva segnato 7 penalty su 7. L’ultimo contro la Sampdoria, oltre a essere il suo primo urlo in Serie A, aveva consegnato una vittoria importante per 2-1 alla prima giornata di ritorno (17 gennaio). Purtroppo l’entusiasmante scalata dei biancorossi non ha contato con altre sue reti o grandi prove.
RENDIMENTO – Onestamente, per me le migliori prestazioni sono quelle contro Palermo e Juventus all’andata e nel ritorno contro Inter, Fiorentina, Genoa e Lazio. Tutte queste squadre hanno giocato, in diversi frangenti, con difese alte che gli hanno permesso di fare gioco di sponda per i compagni. È comprensibile il disappunto e la rabbia della tifoseria che pazientemente lo ha supportato tante volte, anche con un po’ di malavoglia, dopo averlo esaltato come l’uomo simbolo della promozione. L’invito di Jerry a stare zitti se lo poteva risparmiare: con meno orgoglio e un po’ di autocritica bisogna farsi una ragione di quei fischi. Perché è vero che bisogna avere huevos per tirare un secondo rigore in una stessa partita, quasi come è vero che se hai sbagliato il primo bisognerebbe ri-calciare con maggiore convinzione e “odio” il secondo. Potevano essere evitati anche quei cori per Borriello. Non so chi li abbia scatenati, ma sicuramente è gente che si è dimenticata in pochi secondi del lavoro fatto da quando è tornato Castori.
CASTORI – Lo ha sempre messo al centro del suo 4-4-1-1 nonostante le critiche di arroccamento, di eccessivo disfattismo e di poco turn-over. Da quando è ritornato ha creduto nel suo Carpi e i risultati si sono visti. La squadra non è stata come un anno fa troppo Jerrycentrica e di conseguenza tutti i ragazzi sono diventati fondamentali l’uno per l’altro, riscuotendo la propria quota di protagonismo. Prima il Carpi era Borriellocentrico, quindi i risultati erano pochi e la classifica era deficitaria perché tutto dipendeva dall’impiego o meno dell’ex Genoa. Il mister ha sempre avuto ragione a parte qualche inciampo che fa male (Palermo, Sassuolo e Chievo). A meno di una sospensione, a Udine potrebbe schierare nuovamente Mbakogu da titolare per restare fedele fino alla fine al suo credo. Come a dire “me ne vado così come sono arrivato”.
RIGORI – I primi due arrivarono nel primo anno di Serie B contro due ex, il Palermo che gli diede i natali calcistici (2-1 al Barbera, sbloccò la gara dopo 3′) e la Juve Stabia dove aveva cominciato a giocare da professionista (siglò il 2-0 definitivo nell’ultima giornata di ritorno). Reti importanti per dare al Carpi la salvezza. Nella scorsa stagione, la migliore della sua giovane carriera (ha 23 anni), fu freddissimo nel 4-2 contro il Varese alla seconda giornata d’andata e nel completare la rimonta da 0-1 a 2-1 contro il Crotone alla terza giornata di ritorno.
LATINA – La partita della svolta che però lo mette in mezzo alla gloria e al dramma è quella della nona giornata d’andata della scorsa Serie B al Cabassi contro il Latina, un’altra squadra del Lazio. Qui, dopo la caduta di Avellino, cominciò la storica cavalcata verso la A. Quel 2-1 fu il primo dei 13 risultati utili consecutivi nel girone d’andata chiuso in testa alla classifica con 43 punti. Quel giorno, il 18 ottobre 2014, Mbakogu segnò due rigori nel primo tempo. Entrambi si insaccarono a sinistra: il primo a mezza altezza, il secondo alto verso l’incrocio con Farelli che stavolta fu spiazzato.
CONCLUSIONI – Dopo Udine il Carpi saprà il suo destino: vincere e sperare che l’Hellas Verona fermi al Barbera il Palermo (un KO dei rosanero e un pareggio biancorosso sono le altre combinazioni per salvarsi). Mbakogu nel Carpi ha dato e tolto così come successe, per fare due nomi, a Roberto Baggio nella Finale Mondiale di USA ’94 o a Shevchenko nella Finale di Champions League del 2005 contro il Liverpool. Ha un contratto fino al 2019, un eredità lasciata da Giuntoli che aveva puntato molto su di lui quanto Castori. Difficilmente lo vedremo nella Città dei Pio nella prossima stagione, anche se alla Dacia Arena segnasse uno-due gol. Duole dirlo, ma la sensazione è che il Jerrycentrismo sia finito quasi quanto il geocentrismo di Tolomeo: è stato accettato da tutti per tanto tempo, studiato e poi sepolto tra critiche e successive rivisitazioni. Forse toccherà anche a Jerry di essere rivalutato, tra qualche anno, come “un grande attaccante, alla fine ci ha fatto soffrire ma prima ci aveva fatto godere tanto, anche troppo“.
JERRY MBAKOGU DAGLI UNDICI METRI
Piede: destro.
Rigori calciati: 9
Rigori segnati: 7
Rigori centrali: 1 -> Juve Stabia (spiazzato Viotti, buttatosi alla sua destra).
Rigori a sinistra del portiere: 5 -> Latina (2, Farelli spiazzato nel secondo tiro), Crotone (spiazzato Caio) e Lazio (2, parati da Marchetti).
Rigori a destra del portiere: 3 -> Palermo, Varese e Sampdoria (spiazzati Sorrentino, Bastianoni e Viviano).
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