Riccardo Moraschini alla fine ha deciso: dopo due anni a Mantova ha accettato la proposta di Trento in Serie A, di cui manca solo il comunicato ufficiale. Il ragazzo di Cento è arrivato nella città dei Gonzaga nell’estate 2014 come primo grande colpo degli Stings, allora neopromossi per la prima volta nella loro storia in A2 Gold, del gm Sandro Santoro. Ha conquistato il pubblico sin da subito con la sua energia e con la sua voglia di metterci sempre la faccia, anche nei momenti più difficili, parlando col pubblico mantovano faccia a faccia sotto le tribune o addirittura intervenendo in prima persona nei gruppi Facebook dedicati alla squadra virgiliana. Dopo il nono posto della prima stagione è arrivata una finale di Coppa Italia e la cocente quanto precoce eliminazione agli ottavi di finale ai playoff di quest’anno che però non cancellano una regular season giocata sempre al vertice.
Queste le ultime dichiarazioni di Moraschini da biancorosso:
Ricky, è arrivato il momento di salutarci.
“Sono stati due anni molto importanti per me per la società. Abbiamo fatto un percorso assieme per la prima volta in A2 che, nonostante alcune difficoltà, ha portato grandi soddisfazioni. Devo ringraziare la società, la città di Mantova e i tifosi che mi hanno sempre voluto bene sin dal mio arrivo. Devo molto a Mantova perché mi hanno dato la possibilità di migliorarmi come giocatore, sarò sempre riconoscente nei loro confronti. Tra i momenti negativi di questi due anni sottolineo l’esclusione dai playoff del primo anno, l’eliminazione con Agrigento di quest’anno e la finale di Coppa Italia persa con Scafati. Due anni fa eravamo una bella squadra e ci mancò pochissimo per disputare la post-season, mentre quest’anno siamo usciti troppo presto. Tuttavia, la finale con Scafati, nonostante la sconfitta, rappresenta un punto altissimo per la società che ha lavorato tanto e duramente per arrivare a questo livello. I momenti positivi sono stati tanti perché mi sono trovato davvero bene, al di là dell’andamento delle singole stagioni”.
Parliamo del tuo rapporto coi coach. Cosa ti hanno trasmesso prima coach Morea e poi coach Martelossi in questi due anni?
“Morea fin da subito mi ha dato molta importanza e tranquillità dato che era il mio primo anno a Mantova in una società così ambiziosa. A dire la verità, la tranquillità ce la siamo trasmessa a vicenda visto che anche per lui era un “esordio” in A2, da head coach. ‘Martello’ conosce l’A2 molto bene, mi ha dato ancora più responsabilità. Morea e Martelossi sono due allenatori completamente diversi che mi hanno fatto crescere sotto numerosi punti di vista. Devo ringraziare entrambi per quello che mi hanno dato. Se i tifosi mi hanno apprezzato è anche perché loro mi hanno permesso di esprimermi in campo al meglio”.
Come vedi gli Stings “post-Moraschini”?
“Auguro il meglio alla società e ai tifosi. E’ una piazza che si sta consolidando in un’A2 che sta acquisendo sempre più importanza con la partecipazione di grandi squadre. Spero davvero che possa continuare il suo percorso di crescita e di trovarla un giorno a competere in Serie A”.
Due squadre che ti hanno cercato quest’estate sono state le due Virtus, Bologna e Roma, nelle quali hai giocato in Serie A in passato. Come valuti la loro situazione attuale?
“Sono due piazze importanti che possono dare un grande blasone al campionato di A2. L’eventuale iscrizione di Roma e il buon campionato che Bologna ha intenzione di disputare sarebbero un bene per la categoria. Se Roma dovesse riuscire a partecipare all’A2 potrà godere di un’ottima squadra guidata da un allenatore d’esperienza come Corbani, mentre la Virtus Bologna sta costruendo una squadra in grado di disputare una stagione al vertice. Anche loro saranno guidati da un coach che conosce bene la categoria come Ramagli. Auguro il meglio ad entrambe, soprattutto al mio amico Klaudio (Ndoja, appena ufficializzato da Bologna, ndr) col quale ci siamo sentiti negli scorsi giorni per farci l’in bocca al lupo e che spero possa ripetere l’ottima stagione di Mantova”.
Un ultimo messaggio ai tifosi.
“Ringrazio di cuore tutti i tifosi e tutti i componenti della società, il presidente Prandi, i vicepresidenti Adriano Negri e Silvia Bellelli e le loro famiglie. Sono stati due anni molto belli e intensi in cui sono cresciuto molto dal punto di vista umano e sportivo. La mia volontà è quella di raggiungere obiettivi importanti e i due anni a Mantova sono stati fondamentali per me. E’ un ambiente che mi ha sempre voluto bene, mi ha addirittura nominato capitano anche se non lo ero ufficialmente e questo dimostra l’affetto che ho ricevuto. Non scorderò mai quest’esperienza. Spero di aver lasciato un bel ricordo nella storia degli Stings”.
(Foto Enrique Ramos)