Chissà. Chissà che a qualcuno dei circa 1.100 supporter serbi attesi per domani sera a Reggio Emilia, non sia suonato familiare il nome dell’ avversario uscito dall’urna di Nyon lo scorso 5 agosto: Us Sassuolo. Proprio nella cittadina emiliana, infatti, più di venticinque anni fa, l’ultima selezione di calcio jugoslava della storia decise di piazzare il proprio ritiro in vista dei mondiali in programma proprio in Italia nel 1990. Quella squadra (il cui cammino terminò solo ai quarti di finale contro la più compatta e fortunata Argentina di Diego Armando Maradona, dopo una drammatica lotteria di rigori finale) era semplicemente una delle più forti e incompiute nazionali di calcio di tutti i tempi, che avrebbe probabilmente segnato un’ epoca nella storia del gioco, se i fuochi dei bombardamenti non avessero iniziato a illuminare le notti balcaniche.
Assortito e letale amalgama di giocatori provenienti dai quattro angoli del paese (serbi, croati, sloveni, macedoni, bosniaci e montenegrini), la nazionale jugoslava aveva il proprio asse portante nel gruppo della Crvena Zvezda, la Stella Rossa di Belgrado, orgoglio di una città intera, che forniva i cinque undicesimi della formazione titolare. Proprio i rosso bianchi, infatti, rappresentano l’altro grande rimpianto del pallone anni novanta: squadra romantica e imprevedibile, capace di conquistare una delle ultime Coppe dei Campioni, nel 1991 (ancora una volta in Italia, a Bari, contro il Marsiglia di Papin e Waddle), prima sostanzialmente di disgregarsi a causa del divieto imposto dall’Uefa ai club jugoslavi di partecipare alle coppe europee mentre il conflitto imperversava in patria.
Oggi, di quei tempi e di quella squadra (Savicevic, Prosinecki e Stojkovic solo per citarne alcuni), non rimane più nulla, complice l’inarrestabile declino intrapreso dai campionati balcanici dopo la travagliata dissoluzione della Prva Liga, il massimo torneo di calcio jugoslavo. La Stella Rossa rimane in ogni caso un avversario da non sottovalutare, in quanto reduce da un’ottima stagione in patria conclusa al primo posto e senza neanche una sconfitta lungo tutto l’arco del campionato.
Nonostante poi la sfortunata eliminazione dai preliminari di Champions League a opera del Ludogorets, la compagine serba sta disputando un ottimo inizio di campionato, essendo già in testa con 13 punti dopo appena cinque giornate. Tra i punti di forza dell’undici guidato da Miodrag Bozovic si segnala sicuramente la fase offensiva della squadra, la quale ama disporsi in campo con un classico 4-2-3-1 tutto spunti e fantasia: davanti al portiere Kahriman si sistema infatti la linea difensiva guidata spesso e volentieri da Aleksandar Lukovic, vecchia conoscenza del campionato italiano con la maglia bianconera dell’Udinese; a centrocampo prendono dunque posto i mediani Mitchell Donald e Damien Le Tallec, nato attaccante e ora spostato in zona di interdizione.
La vera arma in più dei serbi sono però, come già detto, i quattro d’attacco: mentre Srnic, Mouche e Ruiz si contendono i due slot liberi sulle fasce, al centro sembra avere il posto assicurato sia la punta portoghese Hugo Vieira (già autore di 6 reti finora) che il trequartista dai piedi dolci Aleksandar Katai, con alle spalle la numero 10 e una storia personale tanto particolare quanto affascinante. Il classe 1994 lascia infatti la Serbia appena diciassettenne, dopo due ottime stagioni con il Vojvodina, per provare l’esperienza all’estero, sotto i colori dell’Olympiakos; in terra greca, tuttavia, non riesce ad esprimersi come dovrebbe, venendo pertanto spedito in prestito in giro per il Mediterraneo (prima a Creta, poi nuovamente nel Vojvodina, quindi a Platanias) senza però riuscire a ottenere risultati soddisfacenti per il proprio potenziale. Nel 2012 gli viene addirittura diagnosticata una trombocitopenia, che sembra mettere una seria battuta d’arresto alla sua carriera professionistica (dovrà infatti restare fermo un’intera stagione, tornando in sovrappeso di quasi venti chili), finchè, il 31 agosto 2014 (ultimo giorno di mercato) viene ingaggiato dalla Stella Rossa, con la quale può finalmente esprimersi al suo massimo, chiudendo addirittura in cima alla classifica cannonieri al termine dello scorso campionato. Nel complesso dunque i rosso bianchi si segnalano come un collettivo caratterizzato da alcune buone, se non ottime, qualità tecniche individuali, le quali rischiano, tuttavia, di essere macchiate da un’incertezza difensiva più volte palesata anche in campo europeo (si veda il ritorno con il Ludogorets).
Sarà questo il ventre molle dove dovrà affondare la propria spinta il Sassuolo di Eusebio di Francesco, oggi intervenuto al termine dell’ultimo allenamento a porte chiuse tenutosi presso lo stadio Ricci questo pomeriggio: “dobbiamo dare forza e consapevolezza a quella che è la nostra mentalità, cercando di portare avanti la nostra politica, la nostra idea di gioco, che non ci deve far cambiare nemmeno se siamo in Europa”.
Le parole del mister sembrerebbero dunque confermare gli umori della vigilia, che danno Politano favorito su Falcinelli in avanti, evitando dunque il dirottamento di Defrel sulla fascia per far posto alla punta umbra. Non è però solo la compagine neroverde a doversi preparare al meglio in vista di un impegno, per molti aspetti, straordinario: misure cautelari sono infatti state indette dal prefetto di Reggio Emilia al fine di rendere il meno complicata possibile la permanenza dei tifosi stranieri nella Pianura Padana; i Petali e l’Acquatico resteranno dunque chiusi per l’intera giornata di domani al fine di convogliare più agevolmente il flusso degli ultras slavi nel settore a loro destinato, evitando incresciosi incidenti non nuovi alle autorità nostrane (si pensi solamente ai fatti di Genova del 2010 con protagonisti sempre gli accaniti supporter serbi).
PROBABILI FORMAZIONI
SASSUOLO(4-3-3):Consigli; Gazzola, Cannavaro, Acerbi, Peluso; Biondini, Magnanelli, Duncan; Berardi, Defrel, Politano. All. Di Francesco
STELLA ROSSA(4-2-3-1):Kahriman; Cvetkovic, Rendulic, Phibel, Ristic; Donald, Le Tallec, Srnic, Katai, Mouche; Hugo Vieira. All. Bozovic