A distanza di dieci anni esatti dalla leggendaria esibizione del Gods Of Metal 2006, ho nuovamente l’opportunità di rivedermi un concerto dei grandissimi Whitesnake, per di più in una splendida cornice come quella del Castello Scaligero di Villafranca. Per l’occasione, la leggendaria band di David Coverdale, ha trovato due band coi fiocchi per la consueta apertura allo show, vale a dire i nord-irlandesi The Answer e gli australiani Airbourne.
L’apertura dello show, è affidata ai nordirlandesi The Answer, che grazie ad uno show allegro e coinvolgente, affine a ritmiche di zeppeliniana memoria, riescono nell’intento di scaldare il pubblico già presente. Fra le altre cose, la band, durante lo spettacolo trova anche il modo di ricordare l’uscita speciale dell’album “Rise”, pubblicata proprio lo stesso giorno del concerto.
Terminata l’esibizione degli irlandesi, arriva il turno degli Airbourne capitanati dallo scatenato Joel O’Keefe. L’esibizione della band australiana, risponde come da consuetudine a tutte le aspettative. La band spara a ritmo indiavolato molti dei propri classici, come “Ready To Rock”, “Runnin’ Wild” e “Too Much, Too Young, Too Fast”, e fra lattine di birra rotte sulla testa del frontman O’Keefe e con la passeggiata del medesimo sulle spalle di un roadie in mezzo al pubblico, lo show prosegue fra grande divertimento ed esaltazione di fronte all’esibizione della band australiana.
Alle 21;15 arriva finalmente il turno degli headliners Whitesnake, accolti da una notevole ovazione da parte del pubblico. L’attacco è letteralmente da infarto, ed in rapida successione la band esegue tre pietre miliari della propria discografia come “Bad Boys”, “Slide It In” e “Love Ain’t No Stranger”. Il gruppo è in forma smagliante e Coverdale, sopperisce al calo fisiologico della voce con tutto il suo carisma e la sua incredibile presenza scenica.
Lo show non ha cali di ritmo, e la band esegue altri due classici come “The Deeper The Love” e la splendia “Fool For Your Loving”. L’esecuzione di “Judgement Day” è preceduta dalla magnifica intro di “Sailing Ships” ed è seguita dagli assoli di chitarra dei fenomenali Reb Beach e Joel Hoekstra. E’ poi il turno di un altro classico del calibro di “Slow An’ Easy”, seguito a ruota dall’assolo di basso di Michael Devin, che a sua volta introduce la bellissima “Crying In The Rain”. Come di consueto, nella parte centrale del brano, il sempreverde Tommy Aldridge, si esibisce in un poderoso assolo di batteria, dove mostra tutta la propria perizia tecnica, prima con le bacchete e di seguito addirittura a mani nude.
Si prosegue poi con l’esecuzione della celeberrima “Is This Love” seguita dalla notevole “Give Me All Your Love” e dall’intro tastieristica di “Here I Go Again” suonata dal bravissimo Michele Luppi, preziosissimo aiuto anche nei cori durante l’esecuzione dei brani precedenti. La band si congeda per alcuni minuti, prima di rientrare per il consueto bis targato “Still Of The Night” e concludendo un evento memorabile.
Gli anni passano inesorabili, ma nonostante ciò, band del calibro degli Whitesnake, riescono a resistere al peso anagrafico proponendo uno show ancora in grado di emozionare e scatenare l’attenzione di tutti i presenti. Coverdale grazie al suo carisma ed al suo magnetismo innato, è ancora in grado di sopperire al calo vocale dovuto all’età, e non importerà per quanto tempo ancora deciderà di andare avanti, perché finchè avrà la capacità di far gridare ed entusiasmare una platea di fan scatenati come in quel di Villafranca, il palco sarà sempre la sua casa. Long live Whitesnake e long live rock ’n roll!!!