Il mondo del tiro torna nuovamente a raccogliere fondi per la ricerca oncologica pediatrica, grazie al centro sportivo Le Tre Piume e ai fratelli Carli. Sabato 3 settembre, nella splendida cornice dei campi di tiro di Agna, si sono date appuntamento poco meno di trecento persone, liete della reciproca compagnia e di poter dare una mano. La cena di beneficenza ha offerto spunti di riflessione – grazie agli interventi del presidente della fondazione La Città della Speranza e dei sindaci di Agna e Arre – e momenti di goliardica allegria mentre lo staff addetto alla griglia tagliava il maiale da portare in tavola. Certamente l’animale non si è offerto volontario ma la sua dipartita non è stata inutile: i commensali hanno gradito e le offerte a La Città della Speranza sono state cospicue.
Per quanto mi riguarda, ho scoperto ancora una volta d’essere circondata da persone piuttosto interessanti. Sui campi di gara mi succede spesso di scoprire quanto l’ottima mira sia legata alla grande umanità degli atleti, ma scambiare quattro chiacchiere a tavola permette una conoscenza più intima. Eccomi allora a cenare accanto a Filippo Pavan Bernacchi – tiratore e autore per Mursia e Mondadori –, a Gianfranco Dal Moro – pioniere del tiro dinamico in Italia – e al figlio Jacopo, campione mondiale juniores a squadre con la nostra Nazionale di Double Trap.
Poco prima mi ero intrattenuta davanti a uno spritz con Natalino Matteazzi, ora atleta di tiro dinamico e prima dedito alle gare di motocross. E ciò che ancora mi stupisce, nonostante io militi già da qualche tempo tra le discipline sportive del tiro, è la grande umiltà di queste persone. Sono certa che i lettori di Pavan Bernacchi non si stupiranno di sapere che anche dal vivo è un gentleman, un galantuomo d’altri tempi nonostante la giovane età. E che dire di Gianfranco Dal Moro? In veste di padre di un giovane campione rimarca quanto l’importante sia che Jacopo possa fare ciò che ama. I risultati, dice, arrivano dopo.
Jacopo Dal Moro, di cui a lungo ricorderò il fare un po’ schivo di chi sta solo facendo il proprio dovere, ammette d’essere orgoglioso di rappresentare il nostro Paese in giro per il mondo. È un ragazzo destinato a grandi cose ma non ti fa mai pesare il suo talento, una dote scoperta quasi per caso proprio sui campi di tiro di Agna.
È in queste occasioni che si ha modo di conoscere e apprezzare i veri campioni, perché – come dice Jacopo Dal Moro – chi fa sport usando un’arma sa di utilizzare semplicemente un attrezzo. «Per me il fucile è come la racchetta per i tennisti» ha sintetizzato il nostro campione juniores, un asso del tiro di cui sentiremo parlare a lungo, la voglia di vincere gliela si legge negli occhi.
Il mio grazie, quindi, allo staff del centro sportivo Le Tre Piume di Agna. Ancora una volta ho potuto apprezzare la grande cordialità dei tiratori e i tanti modi in cui si dimostrano campioni. Si può fare del bene alla ricerca anche stando a tavola con persone speciali, perché la beneficenza la si fa col cuore e questi atleti hanno un cuore davvero grande.
Articolo a firma di Gaia Conventi