La pioggia, iniziata a grondare già dal tardo pomeriggio sui tetti della cittadina belga, non presagiva nulla di buono. Eppure le rispettive situazioni di classifica segnalavano certamente una favorita, all’interno del catino della Lumins Arena rispetto alla partita serale. A punteggio pieno una e terza in campionato, a zero punti e terzultima in patria l’altra, sfiduciata da quattro sconfitte consecutive nelle ultime uscite., ma sin dai primi minuti ci si accorge che qualcosa non va. Infatti, dopo appena 2 reti subite nelle recenti 5 apparizioni europee, di cui solamente una nel primo tempo, la frazione iniziale del match non rispecchia sicuramente alcuna delle aspettative della squadra nero verde (confermata nella sua probabile formazione avulsa da indisposizioni, con Letschert al centro della difesa) che, dopo otto minuti, si trova già a rincorrere: sugli sviluppi di una palla inattiva Ndidi serve Pozuelo al limite dell’area, liberissimo di innescare Karelis sulla destra, il quale, completamente dimenticato da Peluso, non trova la minima difficoltà ad infilare Consigli con un pregevole tocco di destro.Colpito a freddo, il Sassuolo accusa tremendamente un colpo inaspettato, dal momento che mai, Juventus a parte, si era trovato a inseguire in questo inizio di stagione, abituato com’è a gestire sapientemente ogni singolo giro di lancette per non dilapidare energie preziosissime all’interno di un gruppo martoriato dalle debilitazioni. Nonostante tutto, la marcatura belga risulta essere la stappatura della partita dalla bottiglia, la quale, liberata dai tatticismi tipici dell’undici emiliano in questo ultimo periodo, rilascia un gradevolissimo primo tempo, frizzante e appassionato, costellato da intrepide iniziative personali da un lato, così come da alcuni marchiani errori di impostazione dall’altro. I protagonisti, manco a dirlo, sono i due esterni, Politano sponda nero verde, e l’imprendibile Bailey tra i belgi, una scheggia impazzita con un controllo palla in corsa non abituale per uno di questa età con tale facilità di scatto; le ali, in match del genere, volano che è un piacere, essendo la metà campo sostanziale terreno di conquista per i pochi che osano avventurarvisi, permettendo quindi una progressione singhiozzante della partita, composta da continui ribaltamenti di fronte e contropiedi lanciati nelle larghe praterie che si aprono alle spalle delle due squadre: una non ne approfitta (piatto di Biondini sul fondo da ottima posizione), l’altra sì, grazie ad una magistrale intuizione di Susic (buon sangue non mente) che, dai venti metri, scarica un potentissimo e angolatissimo interno sinistro su cui Consigli respinge come può a pochi metri da lui, dove, appostato come un felino a caccia, si trova il micidiale Bailey, il quale infila a porta vuota il doppio vantaggio fiammingo. Galvanizzato dalla facilità nell’andare a bersaglio (complice anche una retroguardia emiliana non esattamente concentrata come nelle ultime uscite), il Genk continua a spingere, voglioso di rifarsi della sonora batosta subita in campionato con un attivo che rischia più volte, sul finir di frazione, di incrementare ulteriormente (sberla di Bailey sul primo palo e fenomenale conclusione di Karelis a lato di pochissimo).
SECONDO TEMPO. Salvato momentaneamente dal duplice fischio del direttore di gara israeliano, il Sassuolo esce dagli spogliatoi temprato caratterialmente, ma fisicamente troppo stanco per poter abbozzare una rimonta che, a quel momento della partita, appare pura utopia. Sia chiaro, i propri artiglieri provano con ogni mezzo a raggiungere la porta di Bizot ma, inficiati da una efficientissima manovra di filtro a metà campo portata da Ndidi e Pozuelo, si trovano costantemente in inferiorità numerica di fronte al montare dell’onda bianco azzurra,abile a ripiegare coralmente, per poi schizzare a tutta velocità, gestita dai piedi dolci di Susic, lungo le corsie laterali emiliane prive della necessaria copertura da parte sia di un Lirola assai distratto, che da un Peluso in evidente debito d’ossigeno, come d’altra parte l’intera compagine nero verde al punto che, intorno all’ora di gioco, Di Francesco si trova costretto a richiamare in panchina uno delle sue pedine più efficienti, ma allo stesso tempo più stanche, quale Biondini per rimpiazzarla con la velocità di Ragusa, in modo da tentare gli ultimi assalti al pareggio. Di certo non si può dire che la sostituzione porti fortuna, dal momento che, nemmeno cinque minuti dopo, i belgi allungano: ordinato dai-e-vai tra Pozuelo e Buffel, limitato malamente da Letschert al limite dell’area, che permette di liberare l’attaccante trentacinquenne solo davanti a Consigli, incapace di opporsi al preciso piatto destro spentosi nell’angolino basso. Di fronte al meritato, ma forse eccessivo vantaggio concesso alla squadra fiamminga, ci pensa il malcapitato Ndidi a restituire un minimo di fortuna agli emiliani all’interno di questa serata maledetta, deviando con la schiena un innocuo tracciante di Politano che si infila, beffardo alle spalle di Bizot. Tuttavia la rete italiana permette, nonostante tutto, agli spettatori di gustarsi quantomeno ulteriori venti minuti di buon calcio, dove i due undici, apparentemente non risparmiandosi, tentano in ogni modo di andare a bersaglio, approfittando forse dell’ulteriore spossamento generale, che apre nuovi corridoi tra le maglie nemiche, lasciando libero sfogo allo spettacolo. Di fatto ci sarebbe spazio per almeno altre due reti in favore di entrambi i contendenti, senonchè la sfortuna da un lato (palo di Trossard a portiere battuto) e la perturbazione che bagna il terreno di gioco da circa un ora, rendendolo più pesante che mai, dall’altro, non consentono nuove variazioni di punteggio da qui al triplice fischio di Liany dopo tre minuti di recupero.
Il girone F ripiomba dunque nell’equilibrio più completo dopo due giornate, grazie anche alla secca vittoria degli spagnoli dell’Athletic Club sull’Austria Vienna, rendendo la situazione di classifica impossibile da decifrare, e dunque scevra da calcoli numerici di qualunque tipo. Certo è che le prossime due sfide, entrambe con gli austriaci, costituiranno sicuramente la cartina tornasole del cammino europeo della squadra di Di Francesco, bisognosa di almeno 4 punti nelle prossime gare, in modo da presentarsi al Sàn Mamès, il 24 novembre, con qualche cartuccia da sparare in più del previsto, ben conscio che l’eventuale passaggio del turno si giocherà tra la Spagna e Reggio Emilia, dove i nero verdi concluderanno il calendario di appuntamenti l’8 dicembre, ospitando proprio i belgi, dimostratisi invero avversari ben più temibili del previsto, seppur probabilmente incappati in una serata di relativa tranquillità a livello difensivo, viste le ultime uscite, soprattutto in campionato. Il Sassuolo esce dunque dalla Luminus Arena con le ossa rotte (il passivo poteva benissimo essere più umiliante), ma consapevolezza che la sosta, sinonimo di ripristino, almeno parziale, della rosa, non è poi così lontana.
GENK – SASSUOLO 3-1 (2-0)
Genk (Stadio “Luminus Arena”)
Giovedì 29 settembre 2016
Reti: 8′ Karelis, 25′ Bailey, 61′ Buffel, 65′ Politano
GENK: Bizot, Walsh, Brabec, Colley, Nastic, Pozuelo, Ndidi, Karelis [75′ Samatta], Susic [82′ Kumordzi], Bailey, Buffel [87′ Trossard]- all.Maes
SASSUOLO: Consigli, Lirola, Letschert, Acerbi, Peluso, Biondini [59′ Ragusa], Magnanelli, Pellegrini [66′ Mazzitelli], Ricci [79′ Caputo], Defrel, Politano – all.Di Francesco
Arbitro: Liany (ISR)