Intervenuto ai microfoni di Speak & Roll su Web Radio 5.9, il centro degli Stings Sylvere Bryan ha analizzato insieme al conduttore Alberto Carmone la partita di Treviso, oltre ad aver discusso del prossimo impegno di campionato contro la Virtus Bologna e aver parlato della sua carriera.
Su Treviso: “E’ una partita che mi è rimasta un po’ in gola perché ci tenevo tanto a vincerla e perché sapevo che potevamo vincerla. Abbiamo messo a posto certe cose rispetto alla prima gara e ora in questa settimana dobbiamo trovare la formula vincente per la gara con la Virtus. Non stiamo ancora giocando la nostra miglior pallacanestro, siamo stati ancora spenti. C’è stato qualche errore di troppo anche da parte mia. Daniels? E’ un ragazzo introverso, ma sul campo è molto bravo. Stiamo cercando di farlo sentire a suo agio nello spogliatoio. Treviso è una squadra forte guidata da un coach molto bravo, è scontato che faranno bene quest’anno. Domenica, nonostante i tanti tiri liberi sbagliati, hanno giocato una partita solida e concreta. Moretti sembra un giocatore esperto, può giocare contro i grandi della categoria senza fatica. Penso che sarà un futuro campione qui in Italia, se non nelle università statunitensi”.
Sulla Virtus Bologna: “Domenica dovremo essere semplicemente concentrati per 40 minuti. Sarà un’altra gara tosta, la Virtus non regalerà niente, dovremo guadagnarci ogni pallone e canestro. Gare così non si vincono dall’inizio, ma solo alla fine e per far questo dovremo rimanere con la testa nella partita a prescindere dai momenti di up&down. Hanno costruito una squadra di livello, ma noi dobbiamo cominciare la nostra scalata al vertice. La nostra è una squadra forte, ma per tante piccoli motivi non siamo ancora al top. E’ nostro dovere trovare la condizione migliore nel minor tempo possibile”.
Sulla sua carriera: “Dai primi anni del 2000 sono sempre stato in Italia, a parte una stagione in Belgio. Devo dire che dopo aver frequentato il college la mia aspirazione, come tanti ragazzi, era l’NBA e il fatto di non essere stato scelto al Draft mi aveva lasciato abbastanza deluso. All’epoca non sapevo dell’esistenza della pallacanestro di alto livello in Europa. Fu il mio ex allenatore all’università a parlarmi della possibilità di giocare in Francia. Il basket europeo è completamente diverso rispetto a quello universitario. Ci misi molto a cambiare il mio gioco dato che non ero molto abituato a giocare in area. All’università giocavo da 4 ma ero spesso sul perimetro ed ero un buon tiratore in contropiede. Ho passato la mia carriera a migliorarmi e a sfidare me stesso continuamente. Ora porto avanti anche un progetto, l’ABC Basketball Camp, che si pone l’obiettivo di dare le basi di tecnica e di mentalità a tanti ragazzi che aspirano a diventare campioni. Giocare a basket significa lavorare tanto e metterci molto impegno, solo così si diventa davvero dei professionisti. Italia o Dominica? Personalmente ho il cuore diviso a metà, in futuro mi piacerebbe vivere in entrambi i paesi durante l’anno”.
(Foto Enrique Ramos)