E adesso, la classifica, inizia anche a fare paura. Il Sassuolo soccombe ai formidabili colpi dell’artiglieria pesante biancoceleste, ritrovandosi, dopo appena un punto raccolto nel corso delle ultime tre gare, nella mesta posizione di sestultima forza del campionato, oltretutto in concomitanza con un Cagliari che, vincendo stasera contro i rosanero di De Zerbi, potrebbe offuscare ulteriormente la classifica degli emiliani, i quali si ritroverebbero a guardare dall’alto in basso solamente Pescara, Empoli, Palermo e Crotone, non esattamente compagini da zone europee. Certo, le condizionanti esterne sono molte, a partire dalla oramai nota trafile di indisponibili che da settimane si trascina tra l’entrata e l’uscita dell’infermeria nero verde, costringendo Eusebio Di Francesco a dei veri e propri salti mortali per disporre, non tanto la formazione migliore, quanto almeno undici giocatori sul rettangolo verde, il tutto attraverso una capiente dose di creatività esibita dal tecnico abruzzese, il quale ha azzardato domenica un insolita disposizione dei suoi attraverso un mazzarriano 3-5-2, sia facendo esordire il giovane Dell’Orco dal primo minuto sull’out di sinistra, che reinventando totalmente una difesa composta da Acerbi (cinquatesima partita consecutiva, uno stakanovista), Peluso (fuori ruolo) ed il gradito ritorno di Emanuele Terranova dopo diversi mesi di assenza dal campo. Non è bastato, ovviamente, per aver ragione di una Lazio in uno stato di forma straripante, la quale, con la vittoria dell’Olimpico, si innalza con 21 punti alla quarta posizione superando il Napoli, grazie in buona parte alle nove reti del suo cannoniere Ciro Immobile, sempre più leader della squadra.
IL PRIMO TEMPO, tuttavia, non evidenzia una granchè superiorità capitolina, essendosi infatti svolto perlopiù all’interno del cerchio di centrocampo, dove, tra Biondini, Sensi e Pellegrini da un lato, e Parolo, Milinkovic-Savic e Lulic dall’altro, si è svolta un rude scontro per il possesso della metà campo, fulcro sia delle precise trame nero verdi, che dei millimetrici lanci biancocelesti alla ricerca del tridente pesante, schierato da Simone Inzaghi, secondo ogni previsione, da Keità, Immobile e Felipe Anderson, tutti in rete nel corso dell’ultima giornata. Nonostante questo micidiale dispiegamento di forze, tuttavia, sono gli emiliani ad andare più vicini, per la prima volta, al vantaggio, dopo appena due minuti di gioco, grazie ad un preciso tracciante di Pellegrini per l’inserimento, puntuale di Gregoire Defrel, il quale si vede però respingere il buon destro da un attento Marchetti. Rotto dunque immediatamente il ghiaccio del match, le due squadre iniziano a confrontarsi a viso aperto, seppur la netta supremazia territoriale di parte laziale si traduca solamente in un paio di conclusioni da fuori area, a opera di Keita e Radu, entrambe terminate pochi centimetri sopra la traversa di Consigli, mentre sul fronte emiliano l’unico a rendersi pericoloso minimamente è Sensi, attraverso un buon piazzato dal limite, deviato in tuffo sempre dal portiere veneto. I tre cartellini gialli (ai danni di Acerbi, lo stesso Sensi e Felipe Anderson) estratti da Calvarese sul finale di tempo testimoniano dunque una prima frazione rude, sicuramente giocata con lo spirito giusto da entrambe le compagini che, tuttavia, sfiancate dal peso del lavoro di interdizione, non sono riuscite a proporsi con regolarità in attacco, lasciando le rispettive punte con le polveri bagnate.
NEL SECONDO TEMPO sono dunque soprattutto i biancocelesti a rientrare in campo con un atteggiamento decisamente più propositivo, che gli permette, alla prima occasione, di passare: sugli sviluppi di un missile di Felipe Anderson dalla distanza, respinto ottimamente da Consigli, la palla carambola fino a giungere tra i piedi di Keita, posizionato sulla destra. L’esterno senegalese, entrato di prepotenza in area, scocca un traversone basso potente e preciso che, nonostante una deviazione del portiere nero verde, raggiunge Lulic che, appostato però in posizione irregolare, non ha alcun problema a depositare in rete da due passi. Galvanizzata dal vantaggio ottenuto così rapidamente, l’undici capitolino continua a spingere alla ricerca del raddoppio, che si concretizza, per l’appunto, nemmeno cinque minuti dopo, quando, sul calcio d’angolo battuto da Felipe Anderson, Radu in anticipo riesce a spizzare il pallone per un liberissimo Ciro Immobile sul secondo palo, il quale spinge agilmente il pallone in porta grazie ad una elegante voleè. Chiaramente indispettito dall’atteggiamento rinunciatario con il quale i suoi si sono presentati nel secondo tempo, Di Francesco decide di correre ai ripari, sostituendo uno spaesato Dell’Orco con una punta, Matri, ottenendo, perlomeno, una reazione d’orgoglio dei suoi, che, al primo tentativo accorciano le distanze, grazie ad un preciso sinistro in corsa di Defrel su suggerimento di Politano, bravo a smarcare il francese di fronte a Marchetti. Il sussulto emiliano si rivela, tuttavia, ben presto un fuoco di paglia, dato che da questo momento in avanti i biancocelesti iniziano, efficacemente, a coprire tutte le linee di passaggio, aggiungendo quindi ad un concreto sistema di filtro, anche una produttiva manovra d’attacco, che più volte li spinge vicino al terzo gol, mancato, all’ottantesimo, solo per una capiente dose di sfortuna, la quale permette al Sassuolo di salvarsi come meglio non potrebbe su un paio di conclusioni a colpo sicuro tentate dal cuore dell’area emiliana da parte di Keita prima, e Parolo poi, miracolosamente terminate in calcio d’angolo. Così come l’avevano aperta, però, sono sempre i nero verdi a chiudere la giostra delle emozioni, questa volta in pieno recupero, quando un illuminante lancio di Pellegrini non viene sfruttato a dovere dal neo entrato Ragusa, che, sciaguratamente, deposita sul fondo praticamente a Marchetti battuto. La sottile distanza che il referto rivela tra le due compagini, e le, seppur giuste lamentele che giungono da ogni parte dell’universo Sassuolo circa la prima marcatura avversaria, non devono però ingannare circa lo svolgimento di una partita che i laziali hanno saputo sempre tenere saldamente in mano, e che solo per una propria mancanza di cinismo non sono riusciti a concludere con più tranquillità, addirittura rischiando la beffa finale. Per quanto riguarda il Sassuolo, ogni tipo di analisi risulterebbe senz’altro monca, così come l’organico di Eusebio Di Frnacesco, a causa delle numerose assenze che da circa due mesi continuano a togliere il sonno agli appassionati nero verdi. E’ ovvio che un qualche tipo di errore è stato compiuto in sede di preparazione atletica (lo stesso Duncan, rientrato ieri dopo circa un mese di assenza, si ritrova nuovamente ai box), ma ciò non fa altro che aumentare i rimpianti per una stagione che, nonostante la classifica avulsa, sta venendo senza ombra di dubbio affrontata al massimo delle possibilità da parte dell’undici emiliano.
LAZIO – SASSUOLO 2-1 (0-0)
Roma (Stadio Olimpico)
Domenica 30 ottobre 2016
Reti: 50′ Lulic, 55′ Immobile, 57′ Defrel
LAZIO: Marchetti, Basta, Wallace, Hoedt, Radu, Milinkovic-Savic [82′ Murgia], Parolo, Lulic, Keita [60′ Biglia], Immobile [86′ Djordjevic], Felipe Anderson – all. Inzaghi
SASSUOLO: Consigli, Terranova [81′ Ragusa], Acerbi, Peluso, Lirola, Sensi, Biondini [71′ Duncan], Pellegrini, Dell’Orco [56′ Matri], Defrel, Politano – all. Di Francesco
Arbitro: Calvarese (ITA)