Intervenuto ai microfoni di www.radio5punto9.it a Speak & Roll, la giovane ala degli Stings classe ’96 Luca Rinaldi ha analizzato insieme al conduttore Alberto Carmone il momento di Mantova, reduce da cinque vittorie consecutive, discutendo anche del prossimo impegno di campionato contro Piacenza e della propria carriera e delle proprie passioni.
Sul momento di Mantova: “Era una partita importante per noi, assolutamente da vincere. Ci aspettavamo uno Smith migliore, così come tutta Roseto, ma non sono mai entrati in partita anche per merito nostro. Il nostro obiettivo, in sede di preparazione della partita, è stato appunto quello di trasformarlo da giocatore straordinario ad ordinario. Siamo stati bravi soprattutto in difesa a contenere la loro esuberanza. Abbiamo avuto l’opportunità di chiedere prima la gara anche se il parziale del primo quarto di fatto ha deciso la partita. Siamo sempre stati avanti nel corso della gara, siamo stati costanti per tutti i 40 minuti. Candussi è stato straordinario, siamo stati bravi a sbloccarlo dandogli buoni palloni in area che lui ha capitalizzato perfettamente. Corbett, grande amico e grande persona, ha capito che non era la sua serata ed è stato bravo a mettersi a disposizione dei compagni. Il pubblico è uno dei nostri punti di forza. Mi fa piacere come si stia affezionando a noi partita dopo partita. Il mio esordio al PalaBam mi ha dato grande emozione, mi ha fatto battere molto il cuore”.
Su Piacenza: “Nonostante le cinque vittorie di fila non dobbiamo abbassare la guardia. A Piacenza dovremo essere concentrati e con la giusta mentalità. Piacenza ha avuto fin qui un buon campionato. Mi aspetto una gara combattuta ma alla nostra portata. Il nostro atteggiamento adesso è migliore anche per via della fiducia acquisita dopo le cinque vittorie consecutive. Dovremo scendere in campo al PalaBanca mostrando la stessa intensità e aggressività messa nelle ultime vittorie. Coppa Italia? Ci pensiamo, è un obiettivo alla nostra portata”.
Sulla carriera: “Ho iniziato col basket in quinta elementare, su suggerimento di mia madre, la mia prima tifosa, e mi sono innamorato di questo sport. Ho appena esordito in A2, quindi ritengo che la mia strada sia ancora lunga. La Spezia è stata una tappa fondamentale della mia vita dato che è da allora che sono lontano da casa. La scelta di puntare solo sul basket a 15 anni è stata condivisa dalla mia famiglia che ha assecondato il mio sogno senza impormi per forza lo studio. Finora ho stretto molto amicizia coi giovani Timperi e Magni, oltre a Casella, Bryan e Corbett, con cui ci troviamo spesso alla sera durante la settimana. Sono tifoso dell’Olimpia, essendo milanese, e seguo, seppur non tanto, il Milan come tutta la mia famiglia”.
(Foto Marco Brondi)