Ci sono le partite normali, gli scontri, diretti o meno, che durano lo spazio di novanta minuti su un rettangolo verde, i match destinati ad occupare poche righe sugli almanacchi, accanto magari ad uno sterile tabellino delle formazioni o, qualora le due porte non rimangano inviolate, dei marcatori. E poi c’è Sassuolo-Inter. Nonostante infatti una tradizione sostanzialmente recente all’interno del massimo campionato italiano (dal momento che la prima partecipazione dei nero verdi risale, per l’appunto, ad appena tre anni fa) il confronto che da allora vede opposti emiliani e meneghini non ha lesinato emozioni dentro e fuori dal campo, i cui strascichi, nella maggior parte dei casi, si sono trascinati ben oltre la sala stampa e le canoniche interviste dopopartita. Concentrata attorno alla figura del patron Squinzi, milanista sfegatato, protagonista diverse volte di alcune dichiarazioni al veleno nei confronti dei nero azzurri la rivalità tra Sassuolo e Inter è andata intensificandosi negli anni, rappresentando, di pari passo, per entrambe le società, veri e propri spartiacque nel corso delle stagioni, il cui esito ha condizionato assai spesso l’intera annata.
IN PRINCIPIO FU IL 7-0. E’ vero, i primi incontri fra milanesi ed emiliani non cominciano certo con il piede giusto per la banda Di Francesco che, in due anni di gestione Mazzarri, subisce 15 reti in tre partite senza segnarne nemmeno una, con l’umiliazione aggiuntiva di un doppio 7-0 raccolto sia in casa che in trasferta, ad una anno esatto di distanza l’uno dall’altro. La maledizione nerazzurra pare svanire invece in seguito al ritorno di Mancini ad Appiano Gentile, dal momento che, durante il periodo in cui il tecnico jesino siede sulla panchina meneghina, il trend positivo inaspettatamente si inverte. Il 1° febbraio 2015 va infatti in scena una delle più belle e complete rappresentazioni realizzate dal Sassuolo durante la propria militanza nella massima serie. Segna tutto il tridente pesante, composto da Zaza, Sansone e Berardi, lasciando all’Inter solamente le briciole della rete della bandiera firmata Icardi, accompagnata dallo screzio finale con i supporters neroazzuri accorsi a Reggio Emilia. Non vanno meglio le cose per i lombardi nel corso della passata stagione, quando devono inchinarsi alla supremazia nero verde sia in casa che in trasferta. Relegata dal calendario come ultima partita della stagione delle due compagini, Sassuolo-Inter regala spettacolo tanto all’andata (assedio nerazzurro inficiato da una prestazione sovrannaturale di Andrea Consigli, capace di respingere anche gli spifferi prima del rigore realizzato da Domenico Berardi in piena zona Cesarini) quanto al ritorno, dove costituisce, ad oggi, un pezzo fondamentale della storia recente della società, in quanto sanzione finale di una stagione vissuta ai massimi livelli, in grado di trasportare gli emiliani ad una storica qualificazione in Europa League, di cui l’ultimo tassello fu rappresentato proprio dalla vittoriosa gara del Mapei Stadium, in una piovosa serata di metà maggio, quando Pellegrini ed un doppio Politano regalarono ai tifosi nero verdi un esperienza tanto magica quanto breve, che difficilmente potrà essere dimenticata.
AL GIORNO D’OGGI Sassuolo-Inter non riveste tuttavia l’importanza dei recenti scontri, a causa, in primo luogo di una prima parte di stagione largamente al di sotto delle aspettative sia per l’una che per l’altra squadra. I meneghini, dopo aver cambiato tre allenatori nel giro di tre mesi, sono ora affidati alle sapienti cure di Stefano Pioli (già allenatore del Sassuolo durante l’ottima annata 2009/2010, terminata con un prestigioso 4° posto in Serie B) il quale ha sicuramente ridato un minimo di smalto ad un ambiente ulteriormente depresso dalla prematura eliminazione in Europa League all’interno di un girone per nulla proibitivo. I milanesi viaggiano ora a quota 24 punti, di cui gli ultimi 3 frutto della fondamentale vittoria di San Siro contro il Grifone di Juric, dominatore del match, ma punito alla prima disattenzione da due letali incursioni del croato Marcelo Brozovic, uno degli uomini più in forma al servizio del tecnico parmense. Il centrocampista numero 77 dovrebbe essere affiancato in mezzo al campo con ogni probabilità da uno tra il costosissimo Kondogbia e Felipe Melo, il che relegherebbe ancora una volta Banega alla panchina, in quanto ai lati della coppia di metà campo si sistemeranno i due esterni Candreva e Ansaldi. Inutile dire che i pericoli maggiori, tuttavia, giungeranno del reparto avanzato, dove un ispirato Joao Mario (due assist nel corso dell’ultimo match) assisterà la coppia d’attacco composta da Ivan Perisic ma soprattutto Mauro Icardi, già autore di 12 reti nel corso della stagione corrente.
QUI SASSUOLO.Undici invece completamente da inventare per Eusebio Di Francesco, dopo l’incredibile trafila di infortuni occorsi alla propria truppa durante il match di Firenze. Recuperati, con buone probabilità di utilizzo, Missiroli e Pellegrini, il tecnico marchigiano non dovrebbe variare il proprio 4-3-3 marchio di fabbrica, seppur adattandolo ovviamente alle esigenze numeriche che incombono sulla squadra. Spazio allora a Lirola e Antei in difesa a sostituzione di Gazzola e Cannavaro, mentre Adjapong rimpiazzerà lo squalificato Peluso. Rebus a centrocampo, dove potrebbero partire dall’inizio Sensi e Mazzitelli affiancati da uno fra i recuperati, mentre l’altro partirà invece dalla panchina per poi subentrare a partita in corso. Unica certezza pare essere l’attacco, composto, pare dal consolidato tridente Ricci-Defrel-Ragusa, seppur non risultano in ogni caso tramontate le speranze per Alessandro Matri, il cui utilizzo dal primo minuto (che comporterebbe dunque uno slittamento del francese sull’esterno) non è da escludere a priori.
PROBABILI FORMAZIONI
SASSUOLO (4-3-3): Consigli; Lirola, Antei, Acerbi, Adjapong; Mazzitelli, Pellegrini, Sensi; Ricci-Defrel-Ragusa. all. Di Francesco
INTER (3-4-1-2): Handanovic; D’Ambrosio, Miranda, Murillo; Candreva, Brozovic, Felipe Melo, Ansaldi; Joao Mario, Perisic, Icardi. all. Pioli