Giancarlo Romairone, direttore sportivo del Carpi, si è presentato questo pomeriggio nella Sala Stampa del Cabassi per parlare del calciomercato biancorosso dopo la chiusura avvenuta alle 23:00 di ieri.
“Il mercato è complicato, siamo andati a cercare giocatori particolari per rinforzare alcuni ruoli mirati, mettendo a disposizione del mister due giocatori per ruolo. Ieri è stata una giornata intensa, tante trattative erano bloccate dai club di proprietà come è stato con Jelenic o i ragazzi della Roma (Seck e D’Urso, n.d.r.). Abbiamo spostato alcune pedine che avevano problemi di spazio. Ora il campo dirà se le nostre valutazioni sono state corrette. Vogliamo fare un passo in avanti e tenere unito il Carpi, proponendolo come modello positivo. Ci aspettiamo di fare un buon girone di ritorno, giocando anche in maniera diversa e sfruttando meglio il reparto offensivo“.
Ha sorpreso molto la cessione di un titolare come Crimi.
“Crimi non era sul mercato, ma aveva accettato il fatto di stare a Carpi pur avendo altre aspettative. Con il suo entourage abbiamo capito che non voleva più stare qua. La sua è stata un’ottima operazione così come l’arrivo di D’Urso, campione d’Italia con la Roma. Siamo contenti di aver tenuto anche il nostro capitano Bianco“.
E la trattativa per Galano?
“Galano era immischiato in una trattativa con Vita, ma non è andata a buon fine anche perché avevamo preso altri giocatori“.
Come siete arrivati a Seck e D’Urso della Roma?
“Ho una lunga amicizia con il direttore della Roma, Massara. Seck avrà un grande avvenire e aveva grande disponibilità a venire qui. Dopo aver valutato la cessione di Crimi, abbiamo puntato su D’Urso che era raggiungibile nonostante il buon campionato a Latina“.
La cessione di Catellani ha portato al ritorno di Mbakogu. Cosa pensi del suo arrivo e delle polemiche che lo hanno accompagnato?
“Jerry è una grande operazione a livello tecnico per il Carpi. Il suo campionato in Serie A è stato oscuro, a parte alcune partite. Il finale ha fatto prevalere l’irrazionalità. Abbiamo analizzato tutti gli attaccanti che potevano fare al caso nostro e abbiamo deciso di puntare su un patrimonio del club. Lui può fare cinque mesi di fuoco in Serie B. Sa che ha bisogno di ritrovare grandi soddisfazioni e vuole che si abbia un ricordo positivo. Oggi a Fiorano si è presentato benissimo e con grande voglia“.
Fedato e Jelenic sono i rinforzi giusti per gli esterni?
“Ci sono stati infortuni gravi, quindi volevamo cercare gli esterni più importanti della categoria. Sono tutti giocatori giovani, alcuni reduci da appannamento e vogliosi di riscatto, altri che sono in ascesa“.
Si parlava molto di una partenza di Bianco. Perché è rimasto?
“Bianco lo riteniamo un giocatore importantissimo, un pilastro della squadra. Un conto è spostare chi non si è ambientato, è scontento o aveva altre aspettative, un altro è spostare uno che ha dato tanto e che può ancora dare di più“.
Belec e Colombi sono a posto per la porta?
“Sì, volevamo tenere due portieri molto forti per questa categoria. Speriamo che tutti i giocatori siano nella forma migliore. Ci saranno sicuramente delle gerarchie“.
Cosa è successo con Catellani e Blanchard, due big che sono stati difficili da piazzare?
“Il calcio è bello perché si può fare in vari modi. A Carpi c’è un sistema che ha portato risultati e, a lungo andare, giocatori validi come Catellani o Blanchard hanno sofferto la preparazione e gli allenamenti che si svolgono qui. Siamo sempre dell’idea che il gruppo conta sempre prima dei singoli“.
Ci descrivi Christian Carletti?
“Carletti è una giovane prima punta, lo seguivamo da un mese e mezzo. Aveva voglia di giocarsi le sue carte in Serie B e, dopo le cessioni in Lega Pro di De Marchi e Jawo, abbiamo deciso di prenderlo. Avrà tempo per farci vedere le sue potenzialità. Ha corsa e potenza“.
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