Ripartire dopo una retrocessione, in questo caso dalla Serie A, comporta sempre un punto interrogativo enorme sul futuro. Dopo la caduta, alcune squadre decidono di ridimensionarsi e provare a vivere alla giornata. Altre riescono, anche dichiaratamente, a restare sulla linea della competitività e a risalire per blasone, organico e mezzi economici. Tra gli esempi più recenti di down and up immediati troviamo il Lecce nel 2010, l’Atalanta nel 2011, la Sampdoria nel 2012, il Palermo nel 2014, il Bologna nel 2015, il Cagliari nel 2016 e, forse il prossimo maggio, l’Hellas Verona. Poi ci sono due eccezioni come Carpi e Frosinone che, essendo diventate “piccole grandi” in pochi anni, di puntare sui propri, collaudati, mezzi e possibilmente con i giusti ritocchi. Due squadre che per due anni hanno corso in parallelo, ma che attualmente stanno correndo per strade diversi prima di ritrovarsi questo sabato al Matusa (ore 15:00).
ORGANICO – Il Carpi, decimo con 33 punti e a secco di vittorie da cinque turni (dal 2-1 a Salerno del 17 dicembre), è in una fase cruciale non solo di risultati e di classifica (è ancora vicino ai Play-off), ma anche di nuovo assemblaggio dopo il mercato invernale che ha cancellato i botti per il mercato estivo, caratterizzato da alcuni illustri ritorni e da qualche novità che avrebbe potuto fare la differenza. Il Frosinone, secondo con 44 punti, gasato dal derby vinto per 1-0 in casa del Latina e a -1 dal Verona, nella scorsa estate si è privato di un solo titolarissimo, quel Blanchard ceduto proprio al Carpi e ora prestato al Brescia. A parte questo addio (meno doloroso rispetto a quello di Ajeti al Torino), tutto sommato anche in Ciociaria è stato deciso di ripartire con una nutrita colonia di veterani dal rendimento assicurato, alcuni dei quali presenti anche in Lega Pro. E le due sessioni di calciomercato non hanno portato grandi stravolgimenti. Se guardiamo la tabella in basso, possiamo notare che poco più del 50% dei due club è composto da giocatori che hanno alle spalle almeno tre anni di militanza.
Frosinone (26 giocatori) |
Carpi (26 giocatori) |
11 giocatori presenti nella promozione in Serie A nel 2015: D. Ciofani, M. Ciofani, Crivello, Dionisi, Frara, Gori, Paganini, Russo, Sammarco, Soddimo, Zappino. |
14 giocatori presenti nella promozione in Serie A nel 2015: Bianco, Concas, Di Gaudio, Gagliolo, Lasagna, Letizia, Lollo, Mbakogu, Mbaye, Pasciuti, Poli, Romagnoli, Sabbione, Struna. |
3 giocatori rimasti dopo la retrocessione nel 2016: Bardi, Kragl, Pryyma. | 2 giocatori rimasti dopo la retrocessione nel 2016: Belec, Colombi. |
ALLENATORE – Il Frosinone salì dalla Lega Pro alla Serie A con Roberto Stellone e ritornò in B dando piena fiducia al 39enne mister romano, convinto dopo quattro anni splendidi di aver concluso un ciclo e di dover provare nuove esperienze (l’ultima non proprio fortunata in una piazza esigente e un po’ confusionaria come Bari). Lo ha sostituito un esperto come Pasquale Marino che ha ereditato e continuato la sua linea di gioco, ossia con gli offensivi 4-3-3, 4-3-1-2 e 3-5-2, costruiti intorno al “primitivo” 4-2-4. A parte l’anno in massima serie dove era comprensibilmente più saggio difendersi, il Frosinone si era distinto in Lega Pro e in Serie B per la pericolosità e la prolificità del suo attacco. Per Castori il discorso è diverso. Fino al girone d’andata della stagione 2014-15, il suo Carpi era una macchina da guerra a tutto campo, caratterizzata da un pressing infinito, una difesa quasi impenetrabile (quando non era così c’era San Gabriel) e veloci ripartenze. Nel girone di ritorno, decisamente più sudato anche per colpa di alcuni infortuni (Mbakogu, Suagher, Romagnoli, Mbaye e Molina oltre alla squalifica di Concas), la spettacolarità fu sacrificata in nome del pragmatismo e del cinismo dato che molte partite furono vinte in trincea e con lampi isolati. In seguito poche volte, tra Serie A e questo primo scorcio di Serie B, il Carpi ha stracciato in campo l’avversario. Anzi, spesso le migliori partite non sono state premiate coi punti (Inter, Fiorentina, Hellas all’andata, Bologna al ritorno e Lazio, oppure quest’anno contro Brescia, SPAL, Avellino, Ternana, Novara e il ritorno contro il Vicenza). E spesso quelle più negative/sofferte sono state vinte (Spezia, Perugia e Trapani), pareggiate (Palermo al ritorno, Atalanta) o perse beffardamente (emblematica quella al Bentegodi contro il Chievo). Se Marino aveva uno spartito da seguire ma anche da interpretare a modo suo, Castori non ha trovato o cercato un nuovo modo di ripresentarsi in questa Serie B diverso dal 4-4-1-1. La cessione di Mbakogu e l’arrivo di Catellani, uniti alla titolarità di Lasagna, sembravano i presupposti per vedere qualcosa di diverso in un campionato dove, come effettivamente è successo, quasi nessuna squadra è così sprovvista da giocare spavaldamente alta o da lasciare praterie per i contropiedi. Il rientro del nigeriano e la partenza del reggiano hanno sancito sulla carta il ritorno definitivo al passato. Il mercato invernale del 2016 era veramente di riparazione. Quello dello scorso gennaio sarà tutto da scoprire. Molto dipenderà da se Castori vorrà fare qualche modifica, o se continuerà a credere fermamente alle sue idee.
AMBIENTE – Qui forse tocchiamo un tasto molto discutibile, ma che non può non saltare all’occhio. Il Frosinone in Serie B ha una media di circa 5400 spettatori allo Stadio Matusa (10000 posti) e in Serie A, giocata in casa, ne aveva oltre 7000. Chiariamo subito che non sono numeri da strapparsi i capelli, però sono aumentati rispetto alla media di 2250-3000 registrata tra il 2012 e il 2014. C’è di più: lo scorso novembre il Comune aveva dato il via libera per la ristrutturazione dell’impianto di Via Casaleno che dovrebbe essere pronto per la prossima stagione. La capienza sarà di circa 16000 posti e l’aspetto sarà molto simile agli stadi inglesi o tedeschi. Tutte queste novità sono state accompagnate dai risultati e anche dall’entusiasmo della città e dei tifosi, che sentono che si stanno facendo cose in grande secondo il ragionamento “nuovo impianto = obiettivo Serie A”. Le impressioni sono buone e positive, anche se “da fuori” resta un po’ il dubbio riguardo quanto il nuovo Stadio Benito Stirpe, il terzo di proprietà dopo quelli di Juventus e Udinese, potrà influire, a prescindere dalla categoria sulla vita della città laziale (nel senso che si spera che ci sia come ora un importante stabilità in fatto di ritorno di immagine e aumento di introiti, e non un buco nell’acqua).
Il Carpi ha vissuto la Serie A al Braglia di Modena (23000 posti) e ha avuto numeri diversi rispetto al Frosinone in termini di abbonati e spettatori. In questa stagione è stato possibile ritornare, dopo quasi due anni, al Cabassi grazie all’istallazione a settembre della nuova Curva Ovest Bertesi-Siligardi (1880 posti) che ha di fatto ampliato la capienza da 4144 a 5510 unità. Eppure, nonostante lo sforzo congiunto della Società e del Comune per il nuovo progetto e le ambizioni estive di essere competitivi, la risposta della città è stata fredda e deludente rispetto alle aspettative. Resiste poco la scusa del “timore di un altro anno al Braglia”, come si poteva pensare in estate. Se il Frosinone tornando in Serie B ha “perso” poco più di 1100 spettatori, molto probabilmente provenienti dalle città limitrofi attratte dal profumo della Serie A, il Carpi ne ha “persi” oltre 6000 (assenti i GDL a Modena, viene da credere che una buona parte non fosse proprio di Carpi). Questo dato si riflette sia nella media spettatori che negli abbonamenti, in cui il Frosinone è rispettivamente dodicesimo e ottavo, mentre il Carpi è ultimo nelle due classifiche. Così, dopo la sfortunata parentesi in Serie A, si è tornato a parlare di mancanza di cultura sportiva, di ricambio generazionale, di immobilismo cittadino, e complessivamente di poca attenzione verso i colori biancorossi nonostante gli ultimi grandi risultati che sono stati raggiunti. Guadando i numeri in basso, è incredibile che l’interesse verso il Carpi sia calato invece di crescere.
Frosinone |
Carpi |
|
Abbonati Serie A 2015-16 |
6000 |
4000 |
Abbonati Serie B 2014-15/2016-17 |
3040/4900 |
1120/760 |
Media spettatori Serie A 2015-16 |
7288 |
8968 |
Media spettatori Serie B 2014-15/2016-17 |
5246/5954 |
3020/2354 |
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