Appena due giorni fa, il 21 marzo, ricorreva il quarto anniversario della scomparsa di Pietro Mennea, la freccia del Sud. Una vita breve, sicuramente troppo, un’esistenza tramontata a soli 60 anni, ma vissuta tanto intensamente e tanto profondamente da travalicare il confine tra sport ed epica, trasformando Mennea nell’Achille pie’ veloce dell’era contemporanea. Se il mondo dell’atletica, e dello sport in generale, piange la scomparsa dell’uomo, al contrario il suo messaggio è ancora vivo ed indelebile nella memoria dei suoi ammiratori. Dotato di una comunicativa e di una cultura senza pari, Mennea ha divulgato per anni i valori dello sport, che altro non sono che gli stessi fondamentali principi che consentono di avere un’esistenza di valore.
“Nello sport, come nella vita, non bisogna essere perfetti, bisogna dare il proprio massimo”
Non è necessario ricordare i numerosissimi e celeberrimi record del velocista pugliese, entrati ormai nella leggenda e impressi nella memoria di ogni appassionato d’atletica, conviene anzi soffermarsi a riflettere sul prezioso messaggio che Mennea ci ha lasciato in vita.
“Un campione è chi è in grado di vincere anche nella vita di tutti i giorni”
Un campione non è chi guida una Lamborghini, non è chi segna 25 gol in un campionato, non è chi guadagna 20 milioni di euro l’anno ne chi finisce più spesso in prima pagina. Un campione è chi sa condurre la propria esistenza con onore, passione e rispetto, chi è in grado di guardare in faccia le difficoltà, piccole e grandi, e di affrontarle con dignità e coraggio.
“La vita non è lineare…i problemi e i fallimenti devono esserci…attenzione, mai considerare un fallimento come tale…va considerato come esperienza”
Il messaggio di Mennea è più che mai attuale. Sempre più spesso vediamo i presunti fenomeni dello sport odierno andare in escandescenze alle prime avversità e rendersi ridicoli con crisi isteriche per piccole difficoltà, che siano sportive o quotidiane. Ma il fallimento, nello sport come nella vita, è una componente imprescindibile della vita umana, è inevitabile, prima o poi colpisce anche i più grandi, come lo stesso Mennea, che fallì l’Olimpiade del 76’, ma da quella caduta costruì (come affermato da lui stesso) i quattro anni più belli della sua carriera agonistica. Il fallimento non è vergogna, il fallimento è la linea di demarcazione tra chi ha valore, tempra e coraggio e chi è debole, arrendevole e spaventato. Solo con determinazione, passione e sacrificio, in tutti i campi dell’esistenza umana, si può avere successo e si possono superare i momenti più bui, questo è il messaggio più prezioso tramandatoci da Mennea, perché, come dice lui stesso “se non lavori non raccogli niente”.
“Passione, cuore, credere in ciò che si fa, e una voglia matta di migliorare”
Questi sono gli ingredienti di una vita felice e di successo, queste sono le caratteristiche per vivere con la testa alta ed affrontare ogni avversità. Perché Mennea, coi suoi insegnamenti, è più vivo che mai.