Le leggi non scritte del calcio sono molte, dal gol sbagliato gol subito alla oramai arcinota zona Cesarini, passando per il più classico dei gol dell’ex, anche se, semplicemente spesso ci si dimentica del cinico, quanto espressivo, “quando non va, non va”, perfettamente utilizzabile per riassumere quanto capitato in una bella, ma sfortunata Sassuolo-Lazio 1-2 di inizio Aprile, giocata, di sicuro non eccellentemente dai biancocelesti, quanto non meno disastrosamente dai nero verdi, di certo non nel loro miglior momento della stagione. Eppure il risultato è lì, freddo e statuario, che recita la quinta sconfitta consecutiva in casa, dove il Sassuolo non riesce ad affermarsi da metà gennaio, mentre la Lazio, al contrario, coglie il quattordicesimo, quindicesimo e sedicesimo punto in appena sei partite, quanto basta per lanciare la piena rincorsa ad una zona europa ancor lì ad un passo e preparare al meglio il fondamentale derby di coppa con la Roma di martedì sera.
INZAGHI, infatti, come da previsioni, dà largo spazio al turnover proponendo la coppia olandese Hoedt/De Vrij al centro della difesa (con conseguente relegamento in panchina di Wallace) mentre sulla corsia sinistra Patric è preferito a Basta. Pronosticabile infine l’assenza dal primo minuto di Keita, parso opaco in partenza da titolare a Cagliari e conseguentemente sostituito a vantaggio di Lulic. Dal canto suo Di Francesco dimostra di non temere il folto centrocampo biancoceleste proponendo sia Aquilani, Pellegrini e Missiroli dal primo minuto, privilegiando dunque la qualità a dispetto dalla quantità (Duncan, Mazzitelli) relegati in panchina. La partita, tuttavia, non concede troppe emozioni, perlomeno per quanto riguarda i primi venti minuti, quando le due squadre si ritrovano imbottigliate in una sterile disputa fra le rispettive trequarti, fatta di inconsistenti contropiedi, troppo lenti, nei fatti, per essere pericolosi, tanto che le maggiori apprensioni giungono dalle palle inattive, scodellate sapientemente in area da Biglia e Felipe Anderson. Tutto cambia al venticinquesimo, quando Strakosha atterra colpevolmente un lanciatissimo Berardi, che rovina a terra a tu per tu con il portiere, non concedendo a Giacomelli altra via che assegnare il penalty. Sul dischetto, Berardi questa volta non si lascia schiacciare dalla pressione dell’attesa e tranquillamente perfora la porta di Strakosha con una decisa conclusione centrale, tornando alla rete ben 216 giorni dopo l’ultima marcatura in Serie A, datata per l’appunto 29 agosto, nella purtroppo celebre gara casalinga con il Pescara. Scardinata una prima volta, le rapide frecce neroverdi si infilano ora con grande facilità nella distratta retroguardia biancoceleste, come dimostra una nuova occasione capitata, pochi minuti dopo il vantaggio dei padroni di casa, sui piedi di Defrel, presentatosi nuovamente a tu per tu con l’estremo difensore ospite, su perfetto lancio dalle retrovie di Cannavaro, seppur questa volta il pallonetto della punta francese termina di un soffio a lato della porta capitolina. Complice la maggior accuratezza della manovra neroverde, il tridente emiliano dimostra, nella seconda parte della prima frazione, una sempre più costante pericolosità nelle prossimità dell’area ospite, con un Berardi letteralmente rinvigorito dalla marcatura e capace di sfidare, a volte, anche tre o quattro difensori laziali nello stretto. A dieci minuti dall’intervallo ci prova addirittura Lirola, sganciatosi in fase offensiva per qualche minuto, a cercare gloria là davanti, ma la sua iniziativa personale contro Strakosha, termina solo a lato del palo sinistro. Da questo momento parte tuttavia la riscossa biancoceleste guidata dallo squillo di tromba di Felipe Anderson, chiaramente l’elemento di maggior talento fra gli ospiti, che, a cinque minuti dal duplice fischio, modella, con elegante sicurezza, un pallone velenoso al limite dell’area, salvo poi spedirlo tra i piedi di Immobile, che con un deciso piatto mancino porta il match in parità. Naturalmente sospinti dall’entusiasmo, sono dunque i biancocelesti a chiudere in attacco il primo tempo, quando, per questione di centimetri, non centrano la clamorosa rimonta; è sempre Immobile, questa volta servito da Lulic dopo un sanguinoso pallone perso da Lirola, a sfiorare la rete, ma questa volta la punta napoletana trova sulla propria strada prima l’opposizione di Acerbi, che ne smorza il tiro a botta sicura, poi la rovesciata acrobatica di Cannavaro che, con l’aiuto della traversa, salva sulla linea un gol fatto. Fortunatamente, sul suddetto arrembaggio ospite si chiude la prima frazione per lasciare spazio a quindici minuti di intervallo, dova fanno la propria comparsa i ragazzi di Paolo Mandelli e della primavera del Sassuolo, recentemente trionfante al torneo di Viareggio, che occupano la pausa per prendersi la meritata ovazione di tutto il Mapei per la prima, storica, vittoria della compagine neroverde alla Coppa Carnevale.
IL SECONDO TEMPO comincia con un indubbia dose di verve aggiuntiva rispetto al primo tempo, spingendo fin da subito il fosforo nelle gambe dei migliori interpreti fra i ventidue in campo, bravi a dar vita ad alcuni duelli interessanti sulle rispettive trequarti (Immobile/Acerbi e Berardi/De Vrij) nonostante i quali, perlomeno fino all’ora di gioco, non si segnalino conclusioni particolarmente pericolose, seppur la partita resti di norma gradevole. Di Francesco e Inzaghi capiscono dunque la necessità della girandola delle sostituzioni per dare una svolta alla partita, seppur nessuno dei cambi effettuati da una parte (Duncan per Missiroli e Matri per Defrel) e dall’altra (Keita per Lulic e Lukaku per Hoedt) porti a grandi sconvolgimenti nel breve periodo. Bisogna invece aspettare il quarto d’ora finale perchè il mister laziale tiri fuori il classico “coniglio dal cappello” inserendo, insospettatamente, Lombardi al posto di un sempre velenoso Felipe Anderson. I fatti tuttavia gli danno ragione, dato che è proprio il piccolo numero 25 biancoceleste a inventarsi l’azione decisiva, una volta penetrato in area ai danni di Dell’Orco, quando, sul suo traversone basso, una sfortunata deviazione di Acerbi beffa Consigli decretando il sorpasso ospite. Sulla carica finale di Di Francesco, che rileva un insufficiente Politano per far spazio a Ragusa, si innesta l’assalto all’arma bianca del Sassuolo il quale, tuttavia, nonostante la buona lena, porta solamente ad una clamorosa traversa colpita da Pellegrini, servito magistralmente da Duncan a centro area con un assist al bacio; il colpo di testa del numero 6 suona però come una sorta di allegoria dello sfortunato momento emiliano, una sintesi di quel “vorrei, ma non posso” già più volte palesatosi, pur con una buona dose di sfortuna, in questa seconda parte di stagione. Mentre dunque Immobile e compagni salgono a 57 punti, il Sassuolo rimane confinato, ormai da settimane, alla stabile quota 31, soglia che consente comunque a neroverdi di mantenere un consistente vantaggio di +16, pur passabile domani di attenuazione, sulla zona rossa della classifica.
SASSUOLO – LAZIO 1-2 (1-1)
Reggio Emilia (Stadio “Mapei Stadium – Città Del Tricolore”)
Sabato 1 aprile 2017
Reti: 26′ rigore Berardi, 41′ Immobile, 83′ autorete Acerbi
SASSUOLO: Consigli, Lirola, Acerbi, Cannavaro, Dell’Orco, Aquilani, Missiroli [64′ Duncan], Pellegrini, Berardi, Defrel [70′ Matri], Politano [84′ Ragusa]. all-Di Francesco
LAZIO: Strakosha, Patric, De Vrij, Hoedt [58′ Lukaku], Radu, Biglia, Milinkovic-Savic, Parolo, Felipe Anderson [78′ Lombardi], Immobile, Lulic [58′ Keita]. all-Inzaghi
Arbitro: Giacomelli (ITA)