Alle ore 19.15 di ieri sera il pullman del Borussia Dortmund ha lasciato l’albergo della squadra dirigendosi verso il Signal Iduna Park per disputare la gara di andata dei quarti di finale di Champions League contro il Monaco. Tuttavia, durante il tragitto dall’hotel allo stadio, tre ordigni nascosti tra i cespugli della Wittbraeucker Strass sono esplosi in contemporanea a pochi centimetri dal pullman della squadra tedesca. Fin dalle prime perizie è stato evidente come l’attacco non fosse frutto di tafferugli tra hooligans sfuggiti di mano, ma per la vicinanza delle detonazioni e la maestria con cui è stato organizzato l’assalto è stato subito chiaro che dietro alla sciagurata imboscata ci fosse un piano mirato. Già ieri sera tali congetture sull’attacco sono state confermate in una conferenza stampa della polizia di Dortmund, durante la quale il capo della polizia della città tedesca Gregor Lange è intervenuto definendo l’agguato come inequivocabile attentato: “È stato un attacco mirato alla squadra del Borussia Dortmund. Il movente non è ancora chiaro e nulla può essere escluso, neppure le ipotesi peggiori”.
Fortunatamente l’attentato non ha causato vittime ne tra i giocatori ne tra la scorta o i passanti, tuttavia Marc Bartra, difensore spagnolo del Borussia Dortmund, ha riportato una frattura del radio per cui è stato operato nella serata di ieri. In modo più lieve ha subito delle lesioni anche uno dei poliziotti che scortavano il pullman allo stadio. L’intero episodio è stato riportato da una delle vittime dell’attentato, il portiere della squadra Roman Buerki: “Io ero seduto nell’ultima fila, vicino a Marc Bartra, che è rimasto ferito dai pezzi di vetro in frantumi. Dopo l’esplosione ci siamo tutti rannicchiati, chi ha potuto si è steso a terra. Non sapevamo che altro sarebbe accaduto”. Ovviamente il vile attentato di ieri sera ha suscitato grande scalpore e timore, sia tra i giocatori ma anche nell’intera città di Dortmund e nel mondo del calcio. Il direttore del Borussia Dortmund Hans-Joachim Watzke ha poi riportato l’angoscia che si è diffusa tra i giocatori e il timore per le ferite riportate dal compagno di squadra Bartra: “L’intera squadra è in qualche modo scioccata. Dobbiamo cercare di elaborare. Non sarà facile, domani dobbiamo giocare. Immagini del genere non escono dalla testa. Con quanto successo si entra in una nuova dimensione. La polizia ha svolto un ottimo lavoro, io personalmente mi sono sentito al sicuro, ma la situazione è grave. La domanda ora è come faremo ad aiutare la squadra ad elaborare quanto successo”.
Proprio come anticipato dal direttore Watzke questa sera alle ore 18.45 la partita programmata ieri sera andrà recuperata. Il movente dell’attentato è ancora oscuro, tuttavia sono state rinvenute lettere di rivendicazione dell’attentato vicino al pullman colpito che rimandano a tre possibili aggressori. Di fronte tutte e tre le ipotesi contemplate da stampa e polizia locale si rimane interdetti di fronte alla brutale violenza che può generare una ideologia degenerata. Una prima pista, avvalorata da quanto riportato da Sueddeutsche Zeitung, NDR e WDR, attribuisce l’agguato all’Islam Radicale. Nella lettera ritrovata vicino al mezzo infatti si rinvengono beceri rimandi alla strage avvenuta nel mercatino di Natale a Berlino e alle incursioni dei Tornado tedeschi nei territori dello stato islamico rei di aver causato la morte di numerosi musulmani, per cui, come riportato nella lettera, “a partire da subito gli sportivi e altre personalità di spicco in Germania e nelle altre nazioni crociate sono sulla lista della morte dello Stato islamico”. A rendere ancor più macabra la rivendicazione contribuisce l’incipit della lettera: “In nome di Allah il compassionevole, il misericordioso”. Se queste sono misericordia e compassione…
Secondo una differente interpretazione la rivendicazione rinvenuta sarebbe soltato un depistaggio ad opera di frange estreme del tifo. Una prima ipotesi attribuirebbe l’attentato a gruppi neonazisti della curva del Dortmund, i quali avrebbero agito per vendicarsi della collaborazione del direttore Watzke con la polizia per l’emanazione di 100 diffide ai danni degli stessi tifosi di estrema destra dopo gli scontri avvenuti in occasione della partita di campionato col Lipsia.
La terza ed ultima ipotesi presa in considerazione vedrebbe come responsabili dell’attacco ambienti antifascisti, anarchici, vicini alla sinistra radicale extraparlamentare, che avrebbero agito colpendo il pullman in quanto simbolo della politica del Borussia, a loro avviso indifferente di fronte ai temi del razzismo, del nazismo e del populismo di destra.
Qualunque sia il movente o l’autore dell’aggressione si rimane impietriti dinnanzi alle possibili cause dell’attentato. Rincuora tuttavia vedere come di fronte alla vile violenza del fanatismo e della degenerazione il mondo dello sport si erga a baluardo dei diritti fondamentali dell’uomo, nascondendo la sua faccia più turpe, fatta di altrettanto becera violenza, e difenda con solidarietà e amicizia le vittime di fondamentalismi ed estremismi. Infatti, non appena aggiornati gli spettatori del Signal Iduna Park degli sconvolgenti eventi rivolti ai giocatori del Borussia, il seguito del Monaco ha intonato cori di sostegno e fratellanza in favore dei gialloneri. Alla notizia del rinvio al giorno seguente della partita, il club tedesco ha lanciato l’hashtag #bedforawayfans per invitare i tifosi di casa ad offrire riparo e vitto agli ospiti francesi. In tantissimi hanno risposto positivamente all’invito del club trascorrendo la nottata e la giornata di oggi in compagnia dei tifosi avversari. Bartra per fortuna sta bene e presto tornerà in campo. E ancora una volta lo sport ha vinto e il fanatismo ha perso. Dortmunf Dortmund!