Dopo due anni di rapporto, le strade di coach Alberto Martelossi e della Dinamica Generale Mantova si sono separate. In queste due stagioni sono arrivati importanti risultati sportivi e organizzativi che hanno consentito agli Stings di affermarsi come una solida e competitiva realtà del panorama nazionale della Serie A2.
Il bilancio dell’era Martelossi parla di un terzo e di un settimo posto in regular season, due qualificazioni alle Final Eight di Coppa Italia di A2 (compresa la finalissima dell’edizione 2016 con Scafati) e due partecipazioni ai playoff con altrettante uscite agli ottavi di finale. Tra il 2015 e il 2017 sono transitati per Poggio Rusco prima e per Mantova poi (le due sedi logistiche degli Stings negli ultimi anni), tra gli altri, campioni del calibro di Fabio Di Bella, Klaudio Ndoja, Alessandro Amici, Riccardo Moraschini, Lorenzo Gergati e Jacopo Giachetti.
Insomma, nessun trofeo conquistato, ma sarebbe comunque ingiusto dire che con coach Martelossi questa società non sia cresciuta e maturata. Ed ecco quindi cosa ne pensa di questi due anni il coach friulano vicinissimo a sedersi sulla panchina della Bondi Ferrara:
Coach, è arrivato il momento di dirci “arrivederci”…
“Purtroppo sì, c’è comunque la soddisfazione di aver conosciuto tante belle persone in città e tanti collaboratori che sono sempre stati molto vicino alla squadra e che ringrazio. Ho conosciuto anche tanti ottimi giocatori, soprattutto come uomini che ci hanno sempre messo cuore e determinazione in ogni allenamento e partita. A livello di risultati, secondo me il bilancio è positivo con un terzo posto in regular season, la finale di Coppa Italia e il raggiungimento dei playoff in una stagione difficile come questa appena conclusa”.
Hai notato un effettivo miglioramento e “maturazione” da parte della società in queste stagioni?
“Sicuramente in questi due anni ci sono stati dei passaggi molto formativi sotto diversi punti di vista. L’importante, secondo me, è che questa squadra diventi sempre più simbolo di questa città e non solo dei ricordi delle stagioni passate nelle leghe minori. Ciò serve per avere maggiori sbocchi e maggiori possibilità di crescita su diversi fronti, tra cui quello sociale e quello della mentalità. Sottolineo anche il lavoro dello staff medico, perché anche in questo aspetto, grazie alla società, c’è stato un notevole salto di qualità”.
Ci sono dei rimpianti per due playoff in cui si è usciti un po’ troppo prematuramente?
“E’ chiaro che tutti speravamo in un esito diverso. E’ comunque giusto dire che sono state due squadre diverse, più matura quella del primo anno e quella con più margini di crescita dell’ultima stagione. Detto ciò, considerando la crescita nell’ultimo periodo di questo campionato, posso dire che le differenze col roster 15/16 siano venute a ridursi considerevolmente. In entrambi i casi, comunque, i roster sono stati costruiti con grande equilibrio. Onestamente, per come si era conclusa la scorsa stagione regolare, speravo si potesse superare almeno il primo turno ai playoff per poter regalare una soddisfazione in più a questa piazza e vedere un PalaBam ancora più caldo”.
Ormai sono settimane che la stampa ferrarese ti associa alla panchina di Ferrara e a breve è attesa l’ufficialità della tua nuova avventura alla Bondi. Che progetto state costruendo?
“E’ un ambiente che ha tradizione e una competenza che si è consolidata negli ultimi anni. Le scorse stagioni forse sono state un po’ al di sotto delle attese. Ora c’è una grande ‘concorrenza sportiva’ col calcio, visto che la SPAL è in Serie A. La prima sfida sarà appunto questa, ovvero cercare di creare una squadra che sia solida e in grado di lottare in un campionato molto competitivo, come del resto lo sono stati i precedenti in A2. Il progetto è su base pluriennale, ma l’obiettivo deve essere quello di provare a raggiungere i playoff già dalla prossima stagione”.
Quali consigli senti di dare alla dirigenza per l’allestimento della nuova squadra?
“Nel corso di quest’anno ci sono stati giocatori che hanno avuto dei processi di crescita importanti. Questo è merito loro e del lavoro svolto da società e staff tecnico. Alcuni di questi giocatori hanno poi dei contratti pluriennali e ciò sarebbe una base di partenza importante. Le valutazioni al riguardo spettano comunque al responsabile dell’area tecnica Adriano Negri che sa meglio di me quali possono essere le prospettive per il futuro”.
(Foto Marco Donati)