CARPI (3-5-1-1): Colombi 6,5; Sabbione 5,5, Poli 6, Ligi 5,5; Pasciuti 6,5, Saric 6,5, Giorico 5 (67′ Belloni 5), Saber 5,5 (80′ Malcore s.v.), Jelenic 6,5; Concas 5 (46′ Manconi 5); Mbakogu 6. A disp.: Serraiocco, Vitturini, Capela, Brosco, Anastasio, Pachonik, Verna, Romano, Carletti. All.: Calabro 5,5.
PESCARA (4-3-3): Pigliacelli 6; Balzano 6,5, Bovo 6, Coda 6, Mazzotta 6; Coulibaly 7, Kanoutè 6, Brugman 6,5; Del Sole 6, Pettinari 5 (70′ Ganz 5,5), Capone 6,5 (67′ Benali 6). A disp.: Fiorillo, Fornasier, Elizalde, Carraro, Valzania, Baez, Cappelluzzo. All.: Zeman 6.
Arbitro: Daniele Minelli di Varese.
Ammoniti: Kanoutè (P), Coda (P), Balzano (P), Bovo (P).
Espulsi: nessuno.
Recupero: 0′ p.t.; 4′ s.t.
TOP
Il centrocampo del Pescara 7: un “giovane-vecchio” come Brugman, capitano uruguaiano di 25 anni, affiancato da due 18enni senegalesi, Coulibaly e Kanoutè. Un mix che forse solo Zeman poteva concepire. Tutti hanno garantito tantissima corsa, ritmo e recupero della palla. Brugman ha pure il merito di aver respinto un tiro a botta sicura di Pasciuti al 22′. Coulibaly era ovunque. Ha fatto nascere il gol della vittoria rubando palla nel centrocampo del Pescara e crossando per Capone sul ribaltamento di fronte nell’area biancorossa. Kanoutè, il meno in luce per colpa di qualche passaggio sbagliato, si è dedicato più al lavoro sporco facendo a sportellate con Saber. Ha preso un cartellino giallo nel primo tempo, poi si è gestito senza cadere in leggerezze.
Capone (Pescara) 6,5: gioca come ala sinistra, ma ha segnato un gol da vero rapace d’area di rigore per festeggiare la convocazione con l’Italia Under 19. È stato bravo, sul cross basso da destra di Coulibaly, nel tagliare davanti a Sabbione (tutta la difesa è apparsa poco reattiva) e nel battere Colombi da posizione ravvicinata con un destro rasoterra. Gol numero 3 in 5 presenze per il 18enne prodotto del vivaio dell’Atalanta. Come i suoi colleghi di reparto, non ha avuto tantissime occasioni. Si è fatto vedere in fase di non possesso, dando una mano al centrocampo con generosità. Al 67′, esausto, Zeman lo ha rimpiazzato con Benali, un altro esterno mancino.
La difesa del Pescara 6,5: seconda partita consecutiva senza gol presi. Forse è un record, come il fatto che le ultime vittorie in trasferta risalivano al 14 maggio 2016 (Modena-Pescara 2-5, penultima giornata di ritorno) e al 29 maggio 2016 (Novara-Pescara 0-2, Semifinale Play-off d’andata). Data la pressione del Carpi, nei primi 25′ sembrava che la retroguardia di Zeman potesse sgretolarsi da un momento all’altro. L’occasione mancata da Mbakogu è stata la sveglia. Da lì in poi, Bovo e soci si sono chiusi come una cerniera e non si sono “flagellati” per ingenuità individuali. Balzano, al debutto stagionale per via dell’infortunio di Zampano, ha fatto le due fasi con molto ordine, mettendo pure lo zampino sul gol di Capone (suo il filtrante per Coulibaly). Mazzotta invece, per non dare troppo spazio, ha difeso senza problemi. I cambi offensivi di Calabro non hanno dato una scossa e la difesa ha avuto vita troppo facile nell’annullare i lanci lunghi o i passaggi sbagliati in profondità. Pigliacelli non ha dovuto fare nemmeno una parata seria.
Saric (Carpi) 6,5: il bosniaco è il miglior biancorosso del primo tempo. A centrocampo sfida i suoi coetanei con personalità e decisione. Subisce alcuni falli pesanti, ma si rialza sempre. Spesso segue Mbakogu e Concas, tocca l’area avversaria e cerca di fornire qualche pallone invitante, respinto dalla difesa ospite. Senza palla, quando va all’attacco, ha alcuni dei movimenti della migliore versione di Cico. Sarebbe bello vederlo segnare. Nella ripresa si dedica alla copertura dato lo sbilanciamento del modulo, passato prima al 4-4-2 e poi al 4-3-3.
Jelenic (Carpi) 6,5: mostra un buon livello sulla fascia sinistra nel primo tempo (limita Del Sole, lotta contro Balzano, sul quale poteva pressare meglio al momento del filtrante per Coulibaly) e sulla fascia destra nel secondo (annulla Capone e concede poco a Benali). Pressa, corre, crossa. A volte non è preciso, ma sembra uno dei pochi in grado di poter girare le sorti del match. Ci prova all’84’ da quasi 25 metri, ma non trova la porta.
Pasciuti (Carpi) 6,5: prestazione migliore rispetto alle precedenti. È un giocatore che ha bisogno di essere dosato dopo il brutto infortunio avuto a dicembre. Inizia largo a destra nel centrocampo a cinque. Nel secondo tempo si sposta a sinistra e dal 67′, dopo l’ingresso di Belloni, scala nella difesa a quattro come terzino sinistro. Non commette sbavature dannose, anche se deve conoscersi con Giorico. Si fa notare per qualche cross interessante (quello non sfruttato di testa da Mbakogu grida vendetta) e per due tiri, uno respinto da Brugman al 22′ e uno a lato al 66′ da fuori area.
Colombi (Carpi) 6,5: poco da fare sul gol di Capone. Complessivamente lui e la difesa hanno rischiato pochissimo. Ci ha messo del suo al 61′ su un diagonale mancino e pericoloso di Del Sole che poteva valere il raddoppio pescarese. Al 75′ ha parato di puro riflesso un tap-in “facile” di Ganz, pescato in posizione di fuorigioco. Al 79′, su un pallonetto di Brugman, ha tolto in uscita la palla a Del Sole con freddezza.
FLOP
Giorico (Carpi) 5: finalmente c’è stato il tanto atteso debutto, peraltro da titolare, dell’ex capitano del Modena. Qualcuno pensava che era stato preso per finta. Ha sbagliato molti passaggi e non ha dato ritmo. È apparso lento nella distribuzione del pallone, soprattutto quando veniva pressato, e si è perso l’inserimento di Coulibaly da cui è scaturita la rete di Capone. Forse è ancora indietro nella condizione e nei meccanismi di Calabro. La cosa sorprendente è che, guardandolo da lontano, sembrava il clone di Pasciuti.
Concas (Carpi) 5: nello storico 5-0 del 25 ottobre 2014 all’Adriatico, Cico sbloccò la partita e Mbakogu segnò una doppietta. La difesa del Pescara, a livello di mentalità, non è cambiata molto da allora. E ieri lui e Jerry sembravano in grado di poter fare danni un’altra volta. Anzi, così sembrava per buona parte della prima mezz’ora. Concas purtroppo è stato abbastanza lontano dall’azione e, come detto prima, Saric pareva la sua ombra. Peccato per l’occasione sciupata sotto porta al 42′. Prima del secondo tempo viene sostituito da Manconi.
Pettinari (Pescara) 5: un punto a favore della difesa del Carpi è stato aver annullato il capocannoniere della Serie B, praticamente mai libero di sfidare Colombi e limitato a un gioco sporco senza particolari rilievi.
Sabbione e Ligi (Carpi) 5,5: Sabbio si perde Capone che gli passa davanti e segna l’1-0 con grande opportunismo. Ligi, quando viene puntato, fatica a limitare i giocatori di qualità.
Calabro (all. Carpi) 5,5: forse ci sono più punti interrogativi dopo questa sconfitta. Il mister ha provato tre moduli (3-5-2, 4-4-2 e 4-3-3) e i suoi giocatori nella ripresa non sono stati capaci di essere pericolosi contro una difesa che ha subito quasi gli stessi gol del Foggia (quello che vinse 3-1 al Cabassi due giornate fa). Calabro ha inserito, oltre al titolare Mbakogu, altri tre attaccanti come faceva Mourinho nell’Inter quando alcune partite gli stavano sfuggendo di mano. Ha forzato la serratura, ma purtroppo sono mancati i movimenti giusti. Manconi, Malcore e Belloni non hanno mai dato uno spunto in profondità o cercato l’azione singolare. Tutti si sono scontrati contro il muro abruzzese e si sono persi in questa abbondante confusione dopo un primo tempo in cui qualcosina era stato fatto, specialmente prima dello svantaggio.
MENZIONE SPECIALE TOP
Mbakogu (Carpi) 6: nel primo tempo si è dato molto da fare, i centrali over 30 del Pescara (Bovo e Coda) a tratti soffrivano le sue accelerazioni o i suoi passaggi all’indietro per le conclusioni di Saber (14′, unica parata di Pigliacelli) e per Pasciuti (22′). Al 25′, su invito di Pasciu, si è divorato di testa l’1-0, colpendo l’esterno della rete da posizione non molto comoda. Infine, l’ultimo spunto della sua partita, prima del ripopolamento dell’emisfero offensivo (Manconi, Belloni e Malcore a fargli compagnia), è stato un cross basso dalla sinistra per Concas, che però è scivolato davanti alla porta, fallendo al 42′ l’appuntamento per il pareggio.
Il Pachonik über alles Fans Club: finita la partita, la Curva Bertesi-Siligardi si svuota. C’è chi va a casa, chi resta al Tribhune Bar per bere qualcosa e chi rimane in sala stampa per scrivere. Poi ieri c’erano i 7 (SETTE) amici/famigliari (non sappiamo, ma lo sapremo) di Tobias Pachonik, venuti direttamente dalla Germania. Volevano vederlo giocare, fiduciosi di un bis dopo la gara contro l’Entella, e alla fine hanno cantato a squarciagola solo per lui dalla Curva mentre Toby correva per il campo coi panchinari. A fine allenamento la maglietta e le foto erano scontate. Hanno portato l’essenza dell’Oktoberfest: vedendoli da lontano, facevano nascere una voglia malsana di bere più di due Paulaner con wurstel e senape.
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