Tornata dal Trentino con le ossa rotte per la sconfitta e com’è maturata, la Virtus si è trovata alle prese col provvedimento disciplinare a carico di Alessandro Gentile per “comportamento irriguardoso nei confronti del 2° arbitro”. Una giornata di squalifica, che verrà tramutata in 3.000 euro di multa, essendo ovviamente la prima sanzione ma, alla prossima, scatterebbe lo stop. Oltre al danno, quindi, anche la beffa. Premessa doverosa : il ragazzo ha sbagliato, su questo non ci piove, ma il sistema basket non perde occasione per minare quella poca credibilità che ancora conserva. La nuova regola sul fallo anti sportivo, che in pratica consegna agli arbitri una discrezionalità totale sull’interpretazione dei falli, rischia di diventare un boomerang in grado di falsare i finali di gara che, guarda caso, sono quelli in cui si decidono le partite e quindi i campionati. Non voglio nemmeno ipotizzare cosa potrebbe succedere, se non si prendessero provvedimenti, durante i play off. Una rivoluzione di una tale importanza doveva essere introdotta con gradualità fin dal 1° luglio utilizzando il precampionato per trovare una linea comune allenatori – arbitri. Voglio sperare che quello che non è stato fatto fino ad ora, venga tardivamente (ma non è mai troppo tardi) e frettolosamente effettuato adesso. Il giocatore deve sapere sapere perfettamente quale interpretazione verrà utilizzata per giudicare i propri movimenti, altrimenti salta tutto.
Il giudizio sulla gara di Trento si presta, come spesso succede, a due opposte valutazioni. Se consideriamo solo i primi 30 minuti, la Virtus ha giocato una partita sontuosa, sul campo dei vice campioni d’Italia, però, purtroppo nel basket, si giocano 40′ e a volte non bastano. Quindi il trend evidenziato nel precampionato è stato mantenuto anche a Trento. Ad un certo punto sembra che si spenga la luce, le forze psico fisiche vengono meno, l’energia difensiva viene meno, in attacco la circolazione della palla non è più fluida. All’inizio del 4° quarto, le Vnere sono rimaste imbrigliate dalla zona match up di Trento, che Buscaglia ha ordinato più per disperazione che per logica. Sotto di 18 punti a 10′ dalla fine, contro una squadra che fin lì aveva avuto il 50 % da 3, solo la disperazione, non certo la logica, potevano consigliare la zona. Invece la difesa di squadra ha fermato l’emorragia e il resto l’hanno fatto 3 bombe di Sillins e le schiacciate di Sutton.
Intendiamoci Trento è un’ottima squadra, molto ben allenata, che, rispetto allo scorso anno, ha cambiato pochissimo. La Virtus però, nonostante una chimica di squadra, ancora da costruire, avrebbe potuta portarla a casa. E’ mancata la lucidità nei momenti determinanti.
L’infortunio a Stefano Gentile ha costretto Lafayette agli straordinari, 30′ minuti per uno che, a Milano, ne aveva quindici di media, lo hanno molto condizionato e le 3 palle perse nell’ultimo quarto lo dimostrano. Qualcuno ha storto il naso per la prestazione di Alessandro Gentile ma questo è il giocatore : prendere o lasciare Alessandro è un giocatore fondamentale, che vuole determinare il risultato. Tante volte nel bene, qualcuna nel male : 15 punti, 53 % da 2, 50 % ai liberi, 2 stoppate, 2 assit, 6 perse, 6 rimbalzi, questo il suo score ma ci sono aspetti che le cifre non dicono. Alessandro è un uomo pericoloso in tutte le zone del campo che richiede una cura particolare da parte dei difensori e il suo asse con Slaughter è già molto interessante (un centro che fornisce 7 assist è una perla rara).