Nella bellissima foto di un tifoso, Virtus Luca Bertacin, il colpo d’occhio del Paladozza, in occasione del match con Sassari.
La Virtus si sa è una cooperativa, infatti le Coop hanno una fetta di proprietà ma non solo. Adesso anche la squadra di basket sul campo, sta diventando una cooperativa. Cooperativa in difesa dove tutti soffrono e si sbattono per far giocare meno palloni agli avversari, cooperativa in attacco dove il play titolare prende iniziative solo quando serve.
Troppo facile farlo prima, col suo sorrisino enigmatico Oliver sembra sempre uno che passa di lì per caso e, quando è il momento, si alza e mette tutto a posto. Non è un play, nel senso che a questo termine danno coloro che pretendono di schematizzare il basket come fosse una cartella di equitalia. Chi ha detto che il play deve servire assist ? E se li servono Ale Gentile e Slaughter che differenza fa ? Domenica il primo 6 assist e il secondo 5, impreziositi da due stoppate che hanno fatto tremare le colonne del Paladozza. Oliver, tuttavia, domenica ne ha serviti 7 ed è secondo nella classifica della Lega dietro a Luca Vitali con 8.
Quando è arrivato alla Virtus, aveva la fama del killer silenzioso, dell’uomo che le difese non aspettano e a volte dimenticano, con quell’aria sorniona e sonnacchiosa sembra sempre sul punto di chiedere un cambio perchè è stanco. Bene questa fama, abbiamo visto, non era esagerata, ai grandi magazzini Lafayette si fanno ottimi acquisti : un rimbalzo, un secondo tiro, un jump in avvitamento cadendo all’indietro e, da domenica, anche assist.
Quando esce dagli spogliatoi, dopo la partita, se gli mettessero una divisa, sembrerebbe uno degli steward che stanno lì a darti le informazioni, cammina in punta di piedi e cerca di non far rumore e di farsi notare il meno possibile. Quando è stato in trasmissione da Jack le sue risposte sembravano quelle dei leader democristiani nelle vecchie tribune politiche.
Dietro a tutto c’è la grande regia di un coach, Alessandro Ramagli, che ha fermamente voluto sopratutto Lafayette e Slaughter, sfidando anche qualche perplessità. Sono bastate 4 partite di campionato perchè, il duro e capillare lavoro del tecnico livornese, fosse già palpabile. Dietro la facciata del buon padre di famiglia e del buonista, il coach ha una grande cultura del lavoro e l’abilità non comune, di mettere d’accordo tutti i suoi uomini, di saper creare quella “chimica” che nessuno sa realmente cosa sia, perchè non si vede, ma in pratica significa che, in campo, tutti tirano il carretto dalla stessa parte e, vi garantisco, non è affatto scontato tra i professionisti.
Leggere, per conferma, le parole su Alessandro Gentile la settimana scorsa. D’altronde lo scorso anno, alla prima di campionato, le Vnere con 12 uomini che non si erano mai visti prima, sembravano compagni di lungo corso che si trovano a occhi chiusi. Una domanda, a questo punto, sorge spontanea : con queste caratteristiche non sarebbe stato lui il miglior candidato alla panchina azzurra ? Perfortuna che nessuno ci ha pensato così la Virtus se lo può tenere stretto e in esclusiva.
La classifica del campionato intanto comincia a sgranarsi : le tre davanti ancora in fuga (ma hanno avuto turni facilissimi), la vera sorpresa a parte Brescia in testa, è la crisi di Trento. Gli uomini di Buscaglia hanno solo 2 punti (quelli conquistati con la Virtus e abbiamo visto come). Anche lo scorso anno fece un girone d’andata orrendo ma, alla fine, rischiarono di vincere….